Meraviglia

“Mamma” (“oh tu vetusta creatura che neppure sai quale fortuna ti sia stata data in dote da esser la progenitrice di un autentico genio”)
“Dimmi Pica”
“Ho scritto una storia, anzi un libro” (“mi verrebbe da dire che io abbia dato i natali ad un autentico caso letterario… forse un nuovo Promessi Sposi…. magari il seguito dell’Odissea… mah! Comunque sicuramente un capolavoro.”)
“Ah sì?.. ma era un lavoro dato dalla maestra?”
“No. L’ho fatto tutto io” (“Orsù! Qui stiamo parlando di un’opera prima di livello mondiale, mica di un compito da terza elementare.”)
“Ah! Posso leggerlo?”
“Certo!” (“Dato che starei per darlo alle stampe è abbastanza inutile mantenere il riserbo: d’altra parte il suo successo planetario è scontato quindi puoi ben leggerlo in anteprima.”)

Il compleanno perfetto
di: Pica

C’era una volta una bancarella.
Sopra il tavolo c’era una torta.
Dalla bancarella uscivano coriandoli e stelle cadenti.
La proprietaria si chiamava Tina e si divertiva un sacco.
A volte veniva la sua bambina che tutti adoravano perché non faceva arrabbiare nessuno, trattava bene tutti, era molto bella e metteva a posto la camera ogni sera.
Lei si chiamava Pica e tutti la chiamavano “Meraviglia”.
Pica aveva un fratello di nome Mattia.
Pica aveva 16 anni e Mattia 12.
Mattia e Pica si volevano tanto bene.
Ogni mattina andavano a scuola e il pomeriggio facevano i compiti e giocavano in giardino con il papà (Riccardo).
La sera quando arrivava la mamma si mangiava e si andava a letto alle 11:00 di sera.
I loro genitori erano fieri dei bambini e così fecero un’altra bambina di nome Giulia. Quando diventò grande era uguale a Pica (molto bella).
GIULIA, PICA, RICCARDO, TINA E MATTIA vissero felici e contenti.

Fine

Gli Ovo genitori ci vedono qua e là alcune velate richieste della bimba, ops… pardon… della scrittrice; ma soprattutto ai vetusti pare lampante una certa dose di autostima… che c’è tutta… ma proprio tutta tutta!

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