Run to you

Sabato mattina
Mentre mamma, papà, Monno e Pica hanno una sabato mattina normale, l’Ovetta ha il suo primo Open Day a scuola da… attrice! Trattasi di mostrare ai bimbi delle elementari la scuola media di Ovettocity. La nostra eroina la prende bene, nel senso che è fiera di mostrare quello che sta facendo ai “piccoli”, e la prende male, nel senso che comincia a lamentarsi dal mercoledì precedente perché si deve svegliare per sei giorni di fila alle 6,45.
Vero… ma anche i vetusti genitori non è che se ne stiano mai in panciolle sotto le coperte….

Sabato sera
Annuale cena-evento Natalizia per l’atletica.
Mentre i cuccioli si dileguano come da prassi e riappariranno sudaticci qualche ora dopo e giusto in tempo per tornare a casa, mamma Ova rischia la vita causa sedia rotta ma con la destrezza che la contraddistingue ed un colpo di reni formidabile, evita di finire per terra: ora è in prognosi riservata causa strappo alla schiena… ma passerà… Papà Ovo, da buon maschio, non se ne accorge nemmeno; a sua discolpa il fatto che come da tradizione è stato assoldato per fare il cameriere, l’impiattatore, il barista, ecc… ecc… per di più quest’anno assurgeva anche ad eroe incontrastato dopo la performance di New York.
La serata è stata un trionfo anche perché preceduta da una solenne raccomnadazione ai nanettoi: “Ue! Bimbi! Sia chiaro! Casomai dovessimo di nuovo vincere la macchinina elettrica (quella grossa come una Tesla vera per intenderci) non ce la portiamo via e facciamo un bellissimo gesto lasciandola lì… chiaro?!?” La dea bendata quest’anno ci assiste, e nessuna macchinina viene portata a casa.

Domenica mattina
“Bimbi dormite… stasera sarà lunga.” 

Domenica primo pomeriggio
“Bimbi state bravi… stasera sarà lunga”

Domenica tardo pomeriggio
“Bimbi ok, prepariamoci, e tu Pica… Pica?… acc… Pica si è addormentata un pochino, ma solo un pochino, vabbe, dai, andiamo al concerto!”

Domenica sera gli Ovetti si sono recati al Forum per il concerto di Bryan Adams, cantante mito di mamma Ova. Per l’Ovetta non si trattava di una “prima” in quanto le due donne grandi di casa Ovetti avevano già alle spalle un suo concerto lo scorso autunno.

Per Pica e per il Monno invece si trattava di una prima assoluta.

Pica dall’alto dei suoi sette anni ha spalancato il suo sorriso migliore, ha chiaramente detto di essere eccitata, ha mangiato 3 tramezzini per ingannare l’attesa nel bel mezzo del parterre. Si è scandalizzata perché papà Ovo aveva portato con sè i tappi delle bottiglie di plastica “…non si poteva papà!”, si è lamentata del ritardo di ben 12 minuti e poi, una volta partito il concerto, ha spalancato la bocca come solo una bimba di sette anni sa fare.
Abbarbiccata sovente sulle spalle di papà Ovo ha cominciato a cedere solo verso le 23 solo dopo aver divertito coi suoi salti, balli e applausi mandati all’aria tutti i vicini. Il tragitto di ritorno l’ha fatto dormendo della grossa e, una volta messa a letto, ha però avuto la forza di issarsi e baciare gli augusti confermando (dall’alto della sua esperienza) che “è stato un bellissimo concerto”.

Il Monno, dall’alto del suo essere ingegnere, ha passato il tempo in attesa cercando il punto di mezzo del palazzetto “quello dove c’è il cerchio di centrocampo del basket, papà”, ha dato un occhio al banco regia chiedendo a cosa servissero tutti i quadri, si è fatto spiegare quali fossero le luci di scena e si è lamentato per l’assurdo ritardo di 12 minuti. Una volta partito il concerto, ha sgranato gli occhi e per un po’ ha cercato di capire in che strano posto fosse finito uno come lui. Ogni tanto papà Ovo se lo buttava sulle spalle, non ha mai ceduto ma ha fatto sganasciare gli astanti sfoderando un senso per la musica praticamente pari a zero battendo le mani e tenendo il ritmo sempre costantemente fuori tempo.
Sul tragitto di ritorno ci ha tenuto a farsi spiegare la differenza tra chitarra acustica e chitarra elettrica: sai mai che domattina a scuola me la chiedano…

Di mamma Ova e dell’Ovetta si hanno avuto poche notizie; da vere groupies si sono lanciate tra le prime file; solo ad un certo punto mamma Ova ha fatto un salto indietro a controllare che il resto della famiglia fosse ancora vivo salvo poi ributtarsi con la figlia maggiore là davanti dove si “viveva” l’evento; l’Ovetta, giustamente, non ha avuto nemmeno un momento di defaillance e si è goduta il tutto finendo con gli occhi luccicanti e sognanti.Insomma: un trionfo.

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  1. Ma che belli!! E che bell’esperienza!! Io anche volevo portare i due “grandi” a un concerto, avevo pensato a Ligabue…

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