E così questo venerdì, alla fine, è davvero arrivato.
Oggi potremmo parlarvi di tante cose: di papà Ovo che finalmente non ha girato come una trottola per l’Europa o per l’Italia ma è rimasto a casa per fare un po’ di lavoretti, prendersi il mal di gola, guarire e continuare a preparare la sua maratona aspettando venerdì… ma non lo faremo.
Oppure potremmo parlarvi di mamma Ova che sabato voleva ubriacarsi per festeggiare la fine della scuola salvo rendersi conto che le toccano scrutini e una classe da portare alla maturità ma ha vissuto la settimana in attesa di venerdì… ma non lo faremo.
Potremmo parlarvi di Pica che vive sempre a metà tra chi è contento che la scuola sia finita e chi è preoccupato di dover andare all’oratorio che, non si sa perché, un po’ l’attira e un po’ la terrorizza; e a dire il vero mamma e papà sanno già con assoluta certezza che qualche problema lì ci sarà perché 50 metri quadri contenenti 800 bimbi urlanti non è che sia proprio il suo habitat naturale …. ma non lo faremo.
Infine potremmo parlarvi della settimana da sogno del Monno che, in sette giorni sette, ha inanellato: la fine della scuola + doppio allenamento di atletica + doppia gara + festa di compleanno con il gruppo storico degli amici + invito personalizzato per partecipare al campeggio con gli atleti più grandi… ma non lo faremo.
Perché oggi non si può non parlare dell’Ovetta…
…perché all’inizio della settimana è salita sul palco del teatro di Ovo-city stracolmo in ogni ordine e posto per l’occasione e insieme a tutti i ragazzi della sua età ha “salutato” genitori, maestre e compagni stessi che sono stati a loro affianco per questi lunghi anni.
…perché a metà settimana ha fatto una semplice piccola festicciola con tutti i suoi compagni di classe, le sue maestre e i genitori. E dopo tanti patemi, mille litigi e qualche incomprensione, alla fine i bimbi si sono ritrovati tutti a giocare, felici, sereni e spensierati come una classe magari strana ma che a modo loro si sente davvero unita e coesa.
… perché venerdì mattina c’era nell’aria quel vago senso di irripetibilità che eccitava gli animi e scioglieva i sorrisi.
… perché alle 16,25 è suonata l’ultima campanella per l’Ovetta e tutti i bimbi di quinta elementare…
…. E un treno di emozioni l’ha colpita in pieno. Com’era logico aspettarsi e com’è in fondo giusto che sia. Per lei, entrata cinque anni fa in punta di piedi e cresciuta poco a poco ed ora pronta (sì, pronta!) per un balzo che, come ogni balzo, ha dentro di sè un misto di eccitazione per ciò che verrà e malinconia per ciò che, ahimè, è passato. Ma ha collezionato tanti bellissimi ricordi che si porterà sempre con lei.
Mamma e papà Ovo in questi giorni girano con pacchi di Kleenex in tasca e riforniscono la cucciola, pure Monno e Pica hanno capito il momento e ogni tanto se la abbracciano… così… tanto per ricordarle che ci sono loro… e quindi non può andar male!
E un enorme ringraziamento alle maestre B. e P., alla vulcanica maestra G. e tutti quelli che hanno aiutato la nostra Ovetta in tutti questi spensierati anni;
Carissime, come vi abbiamo già scritto
Per quanto un albero possa diventare grande è alle sue radici che deve la sua forza. Per quanto questi bimbi possano diventare grandi è a voi che guarderanno sempre. Un grazie alle radici che fanno belle le foglie.
ma in fondo anche noi, come l’Ovetta, vogliamo solo dirvi… “Ciao, semplicemente ciao!”