Come la và, la và

Sabato ore 9,30
“Ok bimbi, facciamo come tutti i sabati. Io esco una mezz’ora per fare la spesa (giusto qualche vivere di prima necessità), voi due invece cominciate a fare qualche compito e aiutate Pica se per caso, bontà sua, decidesse di svegliarsi”
“Ok papà”
“Ah! Dimenticavo, toglietevi il pigiama e tu, Monno, mettiti il costume da bagno così sei pronto per la piscina; tu invece Ovetta no che questa mattina salti.”
“Certo papà”

ore 10,00
“Eccomi di ritorno”
“Ciao papà!”
“Ciao Pica vedo che ti sei svegliata”
“Si!”
“E stai facendo la colazione, ti sei già tolta il pigiama e te lo sei messo il costumino?”
“Certo papà”
“Brava cucciola… e tu Monno….Monno! MA sei ancora in pigiama!”
“Sì, lo so, ma adesso ci vado subito…”

ore 10,30
“Dai bimbi che dobbiamo andare ora! FORZA!”
“Arriviamo papà”
“Pica, tu allacciati bene le scarpe, Ovetta, prendi l’ombrello che magari piove, Monno…. MONNO! SEI ANCORA IN PIGIAMA!!!!… muoviti! Vai su a vestirti e mettiti il costume da bagno!!!”.
…. L’Ovetto maschio schizza (finalmente) al piano superiore per cambiarsi…

Segue una mattinata su e giù per la Brianza fin quando papà Ovo si siede finalmente ad un tavolo per aspettare insieme alla mamma dell’Ovetto A. che i cuccioli ritornino vestiti di tutto punto dallo spogliatoio post piscina.

Ore 12,30
Papà Ovo e mamma M. siedono in attesa dei cuccioli e, all’orizzonte ecco apparire l’ovetto A. ed il Monno.
I due dovrebbero percorrere circa 10 metri (non di più) in linea retta: un percorso lineare, sgombro da ogni pericolo, ma invece no! I nostri decidono di passare leggermente alla loro destra dove ben allineati si trovano una serie di vasoni, di quelli grandissimi messi li più per far scena che altro, all’interno delle piante finte e della silice espansa… quei sassolini marroni che non servono a nulla ma che rotolano benissimo.
Papà Ovo ha un brutto presentimento ma è solo un attimo… dopo ha la conferma (!) perché subito dopo i due abbattono uno dei vasoni.
Segue una scena fantozziana: gli eroi prima risollevano il vaso, poi buttano le piante di plastica alla “come la và la và”, infine si inginocchiano (vestiti puliti ovviamente) e a manate ributtano la silice nel vasone. Gli astanti prima li guardano divertiti, poi cercano con gli occhi i (poveri) genitori i quali, dopo uno sguardo complice tra di loro, decidono di disconoscere all’istante la propria prole e rimangono seduti, sguardo basso, ognuno intento ad osservare intensamente le proprie punte delle scarpe ripetendosi a vicenda “perché non sono da un’altra parte, eh?…. Perché?”

Poi, quando una decina di minuti dopo i due si avvicinano ai genitori….
“Ciao papà” (con voce tenue e sguardo verso il basso…)
“Ciao Monno, ma cosa hai combinato?”
“Ehm… ma tu come fai a saperlo?” (con voce squillante e sguardo davvero stupito)
“(cosa vuol dire come faccio a saperlo???? Ma mi crede davvero scemo? E’ mezz’ora che raccatta sassolini davanti a me!!… a meno che… lui non intenda “solo” questo….) In che senso?”
“Come fai a sapere che mi sono accorto di non avere il costume da bagno, che me lo sono dimenticato a casa e che me ne sono fatto prestare uno dal maestro?


Ci vuol pazienza….

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