Dunque, ricapitoliamo:
Lunedì mega conferenza generale dove papà Ovo è stato costretto a partecipare dal capo (stante il suo personale record di zero presenza negli ultimi 7 anni sia parso al capo “imbarazzante”)… fatta.
Martedì trasferta fino a Salerno… fatta.
Mercoledì viaggio a Potenza e pernottamento a Roma… fatto.
Giovedì rientro a casa… fatto.
Venerdì mattinata in cantiere per aggiornamento “500”, teleconference con auricolari da quello che sarà il tetto del futuro garage dell’Ovetti house e per finire cena con il gruppo del calcetto… tutto fatto.
“Quindi, di buon cuore, mamma Ova ti dispiacerebbe dirmi dove stiamo andando ora, alle 19,27 di sabato sera?”
“Alla cena dell’atletica”
“Ah!”
Sabato sera gli Ovetti si presentano in pompa magna nel sottoscala dell’oratorio.
La situazione che si è presentata era la seguente:
A destra una ventina di tavoloni riservati agli atleti. Sono da segnalare: tutti gli Ovetti vestiti in rosso-divisa sociale; grandi baci e abbracci tra tutti.
A sinistra una dozzina di megatavoloni riservati a genitori, fratelli, sorelle, accompagnatori, simpatizzanti, etc…etc…
Temperatura buona
Luce adeguata
Inquinamento acustico paragonabile a quello della base della rampa di lancio di Cape Canaveral.
La serata parte male: sebbene il Monno si volatilizzi all’istante tra gli amici, l’Ovetta passa in rassegna tutti (e dico TUTTI) gli oltre 150 ragazzi e decide che non conosce nessuno.
“Ma proprio nessuno?”
“NO, PROPRIO NESSUNO!” E ADESSO COSA FACCIO? (Oddio! In quale incresciosa situazione mi sono venuta a trovare! Me tapina! Me sciagurata!”)
Viene temporaneamente parcheggiata al tavolo del Monno.
Dall’altra parte Pica si piazza saldamente al fianco di mamma e decide che la festa non le piace perché “c’è tanto rumore e ho fame,…. Andiamo a casa?”
Temporaneamente mamma Ova seda la rivolta con dell’acqua minerale… liscia.
Mezz’ora più tardi, e dopo aver sfiorato il dramma varie volte, la situazione pare andare meglio: l’Ovetta ha trovato una sua compagna di classe con cui ha iniziato a “ciacolare” senza più smettere, Pica ha trovato soddisfazione in un piatto di lasagne fumanti, del Monno non si hanno più notizie.
Dopo un’altra mezz’ora, Papà Ovo decide di osare l’inosabile e cerca di ottenere una variazione al menù che tenga conto delle intolleranze alimentari dei coniugi Ovetti.
La risposta del cuoco è la seguente: “O bilot! Te me potevet dimel no prima?”.
Credo si possa tradurre il tutto con: “O somaro, non potevi chiedermelo prima?” oppure con “carissimo cliente, la ringrazio per avermi contattato per siffatta necessità; colgo l’occasione per mettermi testè al suo servizio e sarà di ritorno quanto prima con una soluzione che, sono certo, saprà tenere in conto le sue giustissime esigenze” (comunque ad onor del vero effettivamente si sarebbe potuto chiederglielo prima).
Mezz’ora più tardi, ma qui si è cominciato a perder il senso del tempo, l’Ovetta e l’amichetta vengono trasferite, per motivi imprecisati, in un tavolo insieme con delle ragazze di terza liceo “Papà! Erano grandissime!!!”. In pratica diventano le mascotte di un gruppo di teenegers con un picco verso l’alto di autostima; Pica agguanta delle patatine fritte, del grana e un panino mentre del Monno… continuano a non aversi notizie.
Mezz’ora (?) più tardi, la nube rossovestita di Ovetti ha raggiunto il limite di sopportazione per una cena, comincia quindi un andirivieni continuo con il piano di sopra dove gli Ovetti corrono, urlano, ridono, chiaccehrano e chi ne ha più ne metta mescolandosi coi ragazzi del gruppo di calcio che tenevano una cena simile al piano di sopra.
Pare impossibile ma la promiscuità riesce a incrementare ulteriormente il livello di decibel.
Il Monno è fiero padrone di casa, lui che è lì, alla festa della SUA squadra.
L’Ovetta alterna una chiacchera con le teenegers, ad una corsa al piano di sopra, ad un segreto condiviso con la sua amichetta; il dramma di inizio serata è ampiamente dimenticato.
Pica decide che lei non è da meno e corre avanti e indietro con il piano di sopra: ogni tanto accompagnata dal Monno, ogni tanto accompagnata dall’Ovetta, ogni tanto …. da sola ! (“Mamma, ma dove sono andati l’Ovetta e il Monno?”)
Poi, in momenti imprecisati e assolutamente non in ordine, sono avvenuti anche i seguenti fatti:
1) l’ingresso del “Don” accompagnato da scroscianti applausi (che tanto non si sentivano stante il rumore di fondo elevatissimo);
2) un secondo piatto leggero leggero fatto di hamburger e patatine fritte piuttosto che polpette e patatine fritte… la base dell’alimentazione dell’atleta.
3) L’Ovetta, il Monno e Pica che entrano insieme in bagno e dopo cinque minuti ecco uscire l’Ovetta, il Monno e…. basta!
4) la chiamata al piano di sopra degli atleti divisi per anni… per foto ufficiale nella freddissima ormai notte della pianura padana ma rigorosamente in divisa della società;
5) il tentativo di bis e tris di polpettine… ne devono essere avanzate parecchie.
6) Pica che esce dal bagno dopo un po’…. “doveva darsi una sistemata”.
7) Panettone e pandoro per tutti.
8) Regalo per tutti gli atleti e pure un ombrello in regalo (che per fortuna hanno distribuito solo alla fine, altrimenti ci sarebbe stato un secondo ritrovo per parecchi al pronto soccorso).
9) Pica che piano piano comincia ad avere uno sguardo vacuo ma non cede perché “non sono stanca,… non…sono…s.t.t.t.a….n….ca” GIAMMAI!
10) Papà ovo che prega in ginocchio in mezzo a tutti al momento dell’estrazione del superpremio finale (una motocicletta a batteria lunga metri 1,70 e alta 90 cm; perfettamente funzionante); e l’urlo di gioia dello stesso al momento in cui ha realizzato che il numero estratto NON corrispondeva a quello in suo possesso (da cui avrebbe potuto tenersi il divano che sarebbe invece stato sacrificato all’arrivo della motocicletta).
Insomma, un festone!
Poi domenica tutti in giro vestiti da Babbo Natale, per una colorata Babbo Conco running più che mai infreddolita quest’anno….. mancano solo 7 giorni: resistere, resistere, resistere!
puffola pigmea
20 Dec 2016Meraviglioso!! A noi tocca stasera, festa di natale del rugby, e penso che non sarà tanto diversa 🙂
Alla fine, devastazione a parte (faccio parte dell’organizzazione e mi tocca pure lavorare!), io mi ci diverto sempre un sacco in queste occasioni
Impe
23 Dec 2016Buone feste splendida famiglia!! Siamo agli sgoccioli…..
Un abbraccio a tutti e 5!!