Un mesetto fa, più o meno, in una sera qualunque durante una cena qualunque…
Mamma Ova e papà Ovo disquisiscono amabilmente ora con Pica, ora con l’Ovetta, ora con il Monno; Pica mangia il suo amatissimo pane, l’Ovetta mangia la sua amatissima ciccia, il Monno mangia a prescindere tanto… il tutto in relax…
Fin quando Pica ingurgita l’ultimo pezzo di cibo…
Allora, incurante del fatto che qualcuno si sia accorto o meno che la suddetta abbia finito le cibarie, ella si alza in ginocchio sulla sedia e battendo le mani attira l’attenzione a sè:
“SILENSIO BAMBINI !!! SILENSIO !!!”
I quattro convitati si girano all’unisono verso la cucciola e smettono all’istante di parlare.
“BIMBI… Chi ha finito alza la mano, va bene?”
…
(attimo di smarrimento generale)
…
“TU, papà, hai capito? Se hai finito alzi la mano. Va bene?” (esclama guardando il suddetto quasi fosse totalmente incapace d’intendere e volere).
“Ma… veramente… io non avrei ancora finito e guarda che ancora nessuno ha finito; però scusa ma perché dovrei alzare la mano?”
“Epperchè io sono la maestra M. (n.d.r. maestra di Pica) e tu sei il bimbo papà.”
“Ah! E immagino che lei sia la bimba mamma e loro i bimbi Ovetta e Monno. Giusto?”
“Invece no (sempre facendo la faccia come se papà non capisse nulla). Loro sono le maestre V. (n.d.r. altra maestra di Pica) e Ensa (tutt’ora maestra realmente del Monno)”
“Aspetta! Ma io sono un maschio!” replica con una certa dose di correttezza il Monno.
“Ciai ragione: allora tu sei il maestro Enso!” ribatte Pica con un “solving problem” immediato.
“E adesso cantano le cansoncine solo le femminucce, voi due maschietti no”
“Ma perché io non posso (che per l’altro poi papà Ovo è pure contento di non cantare)?”
“Papà! Silensio! Tu e Enso siete maschietti… fate i bravi che cantate dopo. Adesso cantano mamma e V. … su, forsa… cantate… dai…”
Segue “cansoncina obbligata” sotto l’attento sguardo della neo maestra e successiva performance maschile sempre sotto il medesimo sguardo.
“Bravi tutti ! Bravi tutti i miei bimbi !!!”
(???)
“Adesso facciamo i compitini, V. !, Enso!, siete pronti per le tabelline?”
La cucciola si avvicina a papà Ovo e gli sussurra “ Papà… cosa gli chiediamo?” “prova a chiedere 4 x 3”
“QUATTRO PER TRE???”
A questo punto parte una gara di cervelli tra l’Ovetta (sette anni, seconda elementare, tabelline appena fatte, tecnica sopraffina) e il Monno (cinque anni, ultima classe d’asilo, mai viste le tabelline ma spirito da “non sarò mai secondo a mia sorella”).
“Dodici!” (all’unisono)
Pica guarda mamma Ova (facente funzione di giudice supremo) che annuisce alla cucciola.
“BRAVI !!!”
E via che a quel punto torna a chiedere un nuovo calcolo a papà Ovo e il circo si ripete…
Dieci minuti dopo…
“BRAVI BIMBI! Papà! ma hai finito di mangiare?”
“Sì tesoro, perché?”
“Epperchè allora non hai alsato la mano? Eh? Su, dai, chi ha finito la pappa alsi la mano!!!”
Sarà perché vedere una tre-enne interrogare un cinquenne ed una settenne non è da tutti, sarà perché dover alzar la mano non capitava da anni agli Ovo-genitori, sarà perché anche esser sgridati perché si parla non capita spesso ultimamente ma è ormai certo che l’ultimogenita, seguendo la tradizione di sua sorella maggiore, è entrata a pieno titolo nel tunnel della maestrina!
PS: Alcune settimane fa (si veda qui) papà Ovo ha avuto una insignificante e temporanea svista che ha avuto come conseguenza l’abbandono di Pica e Monno all’asilo (versione mamma Ova) o un temporaneo prolungamento dell’orario scolastico (secondo papà Ovo).
Da quel giorno mamma Ova denigra il suddetto davanti agli amici citandolo quale esempio di “pater-sapiens-smemoratus”. Lunedì scorso, papà Ovo ha lasciato il compito di portare i cuccioli a scuola a mamma Ova che non si è svegliata con la sveglia all’orario abituale.
Secondo la rea, tutti i figli sono comunque arrivati a scuola in tempo, scapicollandosi come non mai, (magari con una colazione striminzita ma comunque in tempo) ciononostante l’ego di papà Ovo è schizzato alle stelle. Tiè!
(qui sotto Pica declama la poesia per la festa della mamma)