Ciak, si gira

Domenica Papà Ovo è riuscito, finalmente, a portare un Ovetto al cinema.

C’è da premettere che a papà Ovo il cinema piace(va) molto anche se ultimamente (si legga negli ultimi due lustri) non è riuscito a frequentare molto le sale.
Così, un giorno di alcuni anni fa aveva avuto l’incredibile e fantastica idea di portare l’Ovetta al cinema.
Prima però, tanto per sondare il terreno, aveva avuto l’ancora più fantastica idea di farle vedere un piccolo spezzone di un cartone animato qualsiasi su Youtube (qualcosa con Paperino o Tom e Jerry per intenderci): il risultato fu un disastro assoluto, un’ecatombe inimmaginabile, una sconfitta totale e senza appello.
L’Ovetta si scoprì essere ipersensibile alle immagini in movimento: Paperino arrabbiato la impauriva, Tom in trappola la sconvolgeva, Jerry arrabbiato la inchiodava al divano.
La cucciola si immedesimava pienamente nelle immagini provando un pathos infinito: impossibile portarla al cinema e addio sogni di gloria di papà Ovo.

Con queste premesse quindi, l’Ovetta ha declinato tranquillamente l’invito al cinema arrivato a casa nostra un paio di settimane fa ma, in compenso, l’idea è rimasta appiccicata al Monno e, di conseguenza, le speranze di tornare al cinema hanno rifatto capolino in papà Ovo che si è messo a lavorare ai fianchi del cucciolo.
D’altra parte il piccolo era in una situazione davvero difficile: da una parte l’opportunità quasi irripetibile di essere per un paio d’ore un figlio unico con tutte le attenzioni di papà a lui dedicate, dall’altra parte bisognava andare in quel posto buio il cui solo nome getta sua sorella maggiore nello sconforto e nelle paure più estreme.
Che fare?
Il cucciolo ci ha meditato su un paio di settimane, poi stamane ha gettato il cuore oltre l’ostacolo e, nel pomeriggio, la parte maschile della famiglia Ovetti si è recata al cinema per vedere “Inside Out”.
Ecco breve ed esaustivo riassunto dei fatti capitati:

1)        stante parecchia gente in coda per il biglietto, il Monno prendeva la mano di suo papà ben stretta e non la mollava mai (segno evidente che un po’ di sana “strizza” aleggiava nel corpicino del cucciolo).
2)        espletate le formalità e vistosi assegnare i posti 9 e 10, fila K, sala 14 i due si dirigevano alla sala; papà Ovo ha avuto la malsana idea di accompagnare il Monno in un’altra sala (totalmente vuota al momento e con luci accese) per mostrargli che non vi era nulla di cui aver paura. Il Monno redarguiva il genitore con un tonante: “Papà! Non abbiamo il biglietto per questa sala, andiamo nella nostra che qui non possiamo stare!!!” (vane erano le spiegazioni del genitore che quella breve escursione sarebbe stata tollerata da chicchessia).
3)        una volta in sala, fortunatamente, il Monno si è ambientato benissimo: svaccato completamente in una poltrona che poteva contenere lui e le sue sorelle insieme, si è dedicato ad osservare chiunque entrasse, sorseggiando una cocacola con la sua cannuccia (ed emettendo il classico rumore da cannuccia che veniva visto benissimo dagli astanti).
4)        cominciato il film, e per tutto il primo tempo, il Monno ha spalancato gli occhioni e la bocca ed è rimasto li, immobile, ad osservare quello che succedeva distraendosi solo per sogghignare davanti al signore posto a fianco di papà Ovo che stava russando sonoramente.
5)        nel secondo tempo invece il cucciolo ha prima finito la cocacola (con evidente disappunto), quindi ha rifilato un sonoro calcione alla signora seduta al suo fianco (“Papà ma non ho fatto apposta” “Eh, ci mancherebbe altro tesoro!”), quindi ha avuto un momento di difficoltà quando l’eroina sembrava perduta e senza alcuna speranza, infine ha piazzato risate sonore e fragorose nel momento della riscossa (anche la signora appena scalciata non ha potuto esimersi dal guardare il Monno con simpatia).

Alla fine, sorpresa sorpresa, la protagonista ha superato tutte le disavventure, si è riappacificata con il mondo e si è lanciata con le sue amiche in una partita di Hockey sotto lo sguardo benevolo di mamma e papà: tutti felici, titoli di coda e luci in sala.
Anche il Monno e papà Ovo tornano a casa e, ovviamente, l’Ovetta e Pica chiedono un riassunto:
“Allora, il film si chiamava insaidaut e mi è piaciuto ma non piaciuto piaciuto. Ci sono Gioia, Rabbiarosso, Paura, Tristezza e Disgusto. Gioia si perde e prende il treno ma deve uscire e, siccome è piccolina, allora sveglia un cicciotto strizzandogli il naso e lui cammina e rompe tutto. E allora Gioia e Tristezza riescono a prendere il treno. E papà era a tavola e guardava la partita e mi ha fatto ridere perché la mamma si è arrabbiata; poi Rabbiarosso faceva i macelli e voleva dire le parolacce. E io invece adesso so la parola “Disgusto” e poi c’era l’amico immaginario che è come il mio amico francese che si chiama Carlos, ma nel film invece è un gatto mezzo elefante e mezzo orso tutto rosa che quando piange dagli occhi escono le caramelle e magari erano anche buone.
(Direi che la sinossi è abbastanza chiara, … forse adesso non vi va più di andare a vedere questo film perché praticamente avete capito tutto… mi spiace).
“Però, papà, non ho capito una cosa.”
“Dimmi Monno.”
“Ma alla fine…”
“Sì?”
“Chi ha vinto la partita a Hockey?”

(Già… adesso bisognerà scrivere una mail alla Disney dicendogli di esser più precisi quando fanno un film, certe lacune non possono esser tollerate!)

Inside-out

This Post Has 2 Comments

  1. Complimenti: Monno ha rotto il ghiaccio e in papà Ovo e’ rinata la speranza!

  2. Ma la sorella Ovetta non si è un pò rappacificata con il grande schermo, grazie a tutto questo entusiasmo???

Lasciaci il tuo commento...

Close Menu