Pathos

Avviso del venerdì: “Si comunica che il prossimo martedì porteremo i bimbi e le bimbe al cineteatro cittadino per assistere alla visione del film Ratatouille. Firmato: le maestre dell’Ovetta.”

Il messaggio è arrivato all’improvviso. Un fulmine a ciel sereno. E le nuvole si sono addensate immediatamente. Mamma Ova e papà Ovo leggono, poi sbiancano. Gli Ucas, avvertiti del disastro imminente pongono l’annosa domanda: “e come farete?”

Già! Perché, per chi non lo sapesse, l’Ovetta nutre per la televisione… una fobia assoluta, per i cartoni animati… una paura terribile, per le storielle… un’avversione totale.
Peppa Pig… ci spaventa. L’ape Maia… ci terrorizza. Pippicalzelunghe… inguardabile.
E si badi, nessun problema con le storielle scritte di questi eroi popolari, nossignori; e tantomeno vi è alcun problema a guardare in Tv una partita di calcio, un telegiornale, una gara di formula 1, le olimpiadi tutte, compreso il curling e il tiro con la carabina 12 metri. Nossignore. Il problema è proprio immergersi in una storia fatta di figure in movimento che abbia un qualsiasi “Pathos”.

Comunque, bando alle ciance, mamma e papà Ovo prendono in mano la situazione e decidono che forse, ma proprio forse, una visione famigliare del cartone animato possa preparare la cucciola ad una futura visione in un cinema buio con schermo enorme e suoni altissimi; … in realtà non ci crediamo nemmeno noi.

Venerdì.
Papà Ovo fa un paio di telefonate e individua una copia in dvd dell’opera in questione.
Sabato.
Il dvd viene consegnato a casa Ovetti; nel frattempo cominciamo a spiegare alla piccola che l’indomani avremmo visto una bellissima storia in tv.
L’Ovetta sentenzia: “Ma io non la voglio vedere!” (partiamo bene)

Domenica.
Vengono cancellati tutti gli appuntamenti e l’intera famiglia si ritrova alle 16.00 davanti alla tv (cosa più unica che rara).
Il film parte e al minuto primo e quarantadue secondi, l’Ovetta scatta dal divano verso il tv coprendosi gli occhi con le mani e urlando a squarciagola “NOOOOOOOO !!!!! HO PAURA !!!!!!!”
Segue un pomeriggio infernale fatto di urla strazianti, di singhiozzati “Mamma, ma io te l’avevo detto che non volevo vederlo, perché mi fai vedere un film che mi fa stare male??”, film spezzato in più punti per spiegare alla cucciola ciò che sta succedendo (e darle il tempo di riprendersi un pochetto) mentre Pica, attonita, smette di guardare la Tv per osservare quella strana figura in lacrime che sembra sua sorella e il Monno che, qua e là, alterna una paura dettata dalla vicinanza morale a sua sorella ad un totale menefreghismo verso il tutto.
Il tutto per tre lunghissime ore….

Lunedì.
Si bissa il tutto, stesse scene e stessi risultati… no, a dire il vero va meglio… almeno non finiamo in un mare di lacrime disperate.

Poi arriva il martedì.
Ebbene, noi al cinema non c’eravamo, però ci sono arrivate due versioni distinte, la prima della diretta interessata, la seconda un paio di giorni dopo dalla maestra.

La versione dell’Ovetta è stata questa, martedì sera, rientrata a casa.
“Mamma! Papà! Sono riuscita a vederlo tutto! E non ho nemmeno pianto!”
“Ma sei stata bravissima!”
“Sì!!! Adesso però non lo vediamo più, vero???”
“No, tranquilla, non lo vediamo più.”
“Mai, mai, mai più, vero?”
“Ok, stai calma, mai più…”

La versione della maestra invece è suonata più o meno così: la piccola si è accomodata in una poltroncina insieme ai suoi amichetti tranquillamente, poi, una volta spente le luci e cominciato il film, la cucciola si è alzata e ha deciso di dirigersi verso l’uscita della sala senza troppo disturbare. La maestra, tanto per non perdersi una bimba in giro, le ha quindi chiesto dove pensasse di andare, allorché la nostra eroina le ha fatto notare come detti spettacoli non fossero di suo gusto e avrebbe preferito lasciare la sala. La maestra ha quindi chiesto se potesse magari assistere alla visione standole vicino. L’Ovetta, sei anni, prima elementare, maestra conosciuta da un mese appena, ha sfoderato il suo essere “bimba” e si è piazzata, non sulla sedia accanto, ma direttamente sulle gambe della maestra. E lì è poi rimasta per le due ore successive con le manine sugli occhi e saltando ogni due per tre, ripetendosi senza soluzione di continuità “finisce bene, finisce bene” ma non piangendo. La maestra abbastanza esterrefatta ed un pochetto scomoda ha abbozzato a mamma Ova raccontando il tutto con un “Beh, ma ce l’ha fatta, ce l’abbiamo fatta, eh?!”

Ora, a ben vedere le due versioni offrono semplicemente due punti di vista diversi di quanto è accaduto la dentro; ma non dubitiamo che entrambe siano veritiere e, per fortuna, non sono previste altre uscite al cinema per tutto l’anno scolastico.

This Post Has 2 Comments

  1. Se può consolare, qui c’è una piccola di 7 e mezzo che ancora scappa da certi cartoni e quando va al cinema, nasconde la faccia sotto al mio braccio migliaia di volte!

  2. Ciao cara! Ti ho letta tramite Elasti! Mi piace il tuo blog e i tuoi tre piccoli ovi sono splendidi. Io ho una sola bipede di 17 anni domani e, con nostalgia, leggo dei piccoli ….purtroppo ne ho avuta una sola! Ciao ciao

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