Snow-food

Orsù dunque, miei prodi,… si rompano gli indugi ! Si vada a sciare!

Per tutta la settimana papà Ovo ha segretamente scrutato le previsioni meteo all’insaputa del Monno predisponendo l’ormai mitologica gita sulla neve per la giornata di venerdì scorso (in prima battuta) successivamente poi spostata a sabato (in seconda e definitiva scelta) causa meteo.

Venerdì sera
Con un collage di vestiario autoctono, di amici, e di amici di amici e così via, gli Ovetti effettuano la prova indumenti per la giornata successiva.
Il Monno sfodera una salopette blu, scarponcini beige con laccetti (di cui ignora la funzione), una calzamaglia rossa sovrastata da una maglietta in pendant dotata di grande Topolino. Infine giacca blu da aviatore, guantini rosa e passamontagna di lana; alla bisogna occhiali da sole giallo canarino.
L’Ovetta dispone di un’identica salopette blu, moonboot rosa alla moda, maglietta bianca, giacca a vento blu sciccosa, guanti rosa e bandana multicolore; all’uopo occhiali da sole rosa slavato.

Sabato mattina
Mentre i cuccioli sveltiscono le pratiche di lavaggio, colazione e vestizione a tempo di record e senza alcun borbottio, papà Ovo ricorda loro che:
1)        Mamma Ova e Pica rimarranno a casa.
2)        La giornata odierna è dedicata al solo gioco sulla neve, oltreché a prenotare la lezione sciistica di lunedì prossimo per l’Ovetta e l’attrezzatura per detta lezione.
3)        In nessun caso e per nessun motivo, lunedì prossimo si vorrà sentire il Monno borbottare di non volere andare a scuola… giammai! “Capito Monno? Altrimenti non ci andiamo nemmeno oggi! Chiaro? Su questo punto sono tassativo e irremovibile! Oggi ci si diverte tutti insieme, lunedì l’Ovetta andrà a scuola di sci mentre tu a scuola: non lo voglio più neppure discutere”.
Amen.

Sabato ore 9,59
L’Ovo car arriva all’ingresso del paese prescelto per la spedizione alpina di casa Ovetti, papà Ovo decide di parcheggiare immediatamente l’autovettura.
La scelta è dovuta al fatto che:
1)        una coda immobile di autovetture gli si para di colpo davanti;
2)        la macchine davanti decidono all’unisono per un parcheggio selvaggio ai bordi della strada, quindi scendono e si incamminano come se sapessero dove andare.
Papà Ovo decide di seguire il suo istinto… cioè decide di seguire la massa.

Ore 10,05
Dopo aver percorso 50 metri scarsi (che però paiono molti di più essendoci vestiti per la scalata sull’Everest ed essendoci sole pieno e 18°C); i tre eroi arrivano alla fermata del bus che porta all’ovovia.

Ore 10,20
Mentre si percorre il chilometro che li separa dall’ovovia, papà Ovo vede scorrere numero 5 megaparcheggi tutti completamente pieni; poi, magari i megaparcheggi erano di più, ma il microclima tropicale che si era instaurato nel microbus appanna completamente i vetri e non è più possibile rendersi conto di ciò che avviene all’esterno.

Ore 10,40
Monno, Ovetta ed papà Ovo vengono scaricati nel piazzale antistante l’Ovovia…. O almeno così pare.
Del piazzale si vedono solo due cose:
1)        un serpentone di circa 20 autobus spenti, vuoti e parcheggiati in maniera regolare a formare il bordo esterno del piazzale;
2)        mezza popolazione lombarda formante una massa indefinita ed ondeggiante a riempire l’intera piazza in modo caotico e tipicamente italiano.
Pare, ma non ci giurerei, che al lato opposto della piazzetta ove i tre eroi sono stati scaricati vi sia una minuscola biglietteria dove l’immane massa debba, prima o poi, passare.

Ore 10,50
Dopo aver attentamente valutato, dopo aver consultato telefonicamente la parte di famiglia rimasta a casa, dopo aver ponderato e riponderato, papà Ovo instaura una serrata trattativa con i due cuccioli alla fine della quale si decide per:
1)        promessa solenne di ritornare lunedì… “sì, anche tu Monno… lo so cosa avevo detto prima,… non me lo ricordare”;
2)        ricerca comunque di un fazzoletto di neve… giusto per dire di averla toccata;
3)        conferma dello svolgimento del pranzo al ristorante con ampia possibilità di scelta del menù;
4)        abbandono seduta stante di quel luogo di sofferenza (causato anche dai 22°C, 800 decibel  e vestiario pro-spedizione estrema) e ricerca immediata di un luogo dove poter far fare la pipì al Monno (che nel frattempo saltella sempre più vistosamente e pericolosamente).

Ore 11,40
Dopo aver chiesto a parecchi valligiani autoctoni dove poter trovare un fazzoletto di neve, dopo aver ricevuto diverse risposte in bergamasco stretto (lingua sfortunatamente ignota ai membri di casa Ovetti), dopo aver fatto credere ai pargoli di aver seguito pedissequamente le indicazioni dei valligiani con scarsi risultati (in realtà si girava a caso per le valli), dopo aver trovato un bellissimo prato con varie mucche intente a pascolare le prime margherite (non precisamente il clima da St. Moritz che si sperava di trovare), ebbene, dopo tutto ciò, un’inaspettata botta di fortuna catapulta il trio vicino ad un campetto ricoperto da un sottilissimo strato di neve ghiacciata. Eccitazione massima e sommo gaudio per una cinque minuti buoni di palle di terraneve (visto che fare palle di sola neve non era proprio possibile).
Il gioco finisce per mancanza di materia prima dato che giocare a lanciarsi palle di terrasassi non sarebbe stato bello.

Ore 12,30
Mantenendo la promessa data, papà Ovo, Monno ed Ovetta fanno il loro ingresso in tipico ristorante montano ove i cuccioli optano per: lasagna (una porzione in due), patatine fritte (tre porzioni in due), bresaola (ad ognuno la sua porzione, così non si litiga), abbondante acqua e tutti i grissini che riescono a stare in bocca (ed eventualmente nelle maniche del maglione caso mai servissero sulla strada del rientro).

Ore 14,20
Gran rientro a casa.

Epilogo.
Mettiamola così: la lasagna, la promessa di tornare lunedì e la guerra a palle di terraneve hanno evitato la tragedia, ma domani sarà vietato fallire…

PS: Da oggi gli Ovetti sono anche su twitter: @Ovettifamily

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