Un paio di mesi fa, mentre si coricavano a letto dopo una dura giornata di lavoro, mamma Ova ha posto a bruciapelo a papà Ovo la seguente domanda: “che facciamo quest’estate per vacanza?”
La domanda, semplice, ben posta, all’apparenza innocua, ha avuto le seguenti reazioni:
1) papà Ovo ha spalancato gli occhi e contestualmente ha iniziato a sudare freddo;
2) papà Ovo ha ricordato all’istante tutti i 457 giorni di vacanza della scorsa estate in quel piccolo paesino caldo, molto caldo, passati a far la spesa, cucinare, portare i bimbi in spiaggia, cercare un fazzoletto di spiaggia libero, poi tornare a casa, ricucinare, poi tornare in spiaggia, ricercare un diverso fazzoletto libero, poi tornare a far la spesa, poi cucinare ancora, poi addormentare gli Ovetti senza aprire le finestre perché fuori c’è un rumore pazzesco, poi sdraiarsi e cercare di dormire ma fa molto caldo, poi ricominciare tutto da capo il giorno dopo;
3) papà Ovo ha realizzato che non di 457 giorni si trattava ma “solo” di 14 giorni reali… 457 erano quelli “percepiti”;
4) papà Ovo ha quindi ricordato anche con un certo senso di liberazione il viaggio di rientro verso casa Ovetti, giusto una settimana prima di tutto il resto della famiglia.
“Vado su ad aprire casa” aveva detto, incurante dei 40°C che regnavano all’ora in pianura padana. Una volta arrivato, per mettersi a posto la coscienza, aveva deciso di pulire il terrazzo col centogradi (“No, ti dico di no, non sono impazzito, e comunque tranquilla mamma Ova, il fatto di non dover scendere in spiaggia è un buono sprone al lavoro duro e puro) ma aveva anche passato lunghe ore davanti al condizionatore riappacificandosi con il mondo intero.
5) papà Ovo ha infine perduto totalmente il sonno e realizzato che sarebbe servito un piano ferie totalmente diverso.
Nei mesi seguenti il piano a preso via via corpo fino alla sua presentazione ufficiale agli Ucas (i nonni) alcune settimane fa.
Alcuni di loro, a tutt’ora, non l’hanno ancora capito fino in fondo, ma effettivamente si tratta di un piano elaborato, complicato, ambizioso che può trasformarsi facilmente in un trionfo o in un totale insuccesso.
Esso prevede, contemporaneamente, di raggiungere un duplice obiettivo:
1) emancipazione degli Ovetti dagli Ovo genitori tramite, per la prima volta assoluta, alcuni pernotti in presenza dei soli Ucas e lontano da casa;
2) diversificazione delle “location” in modo da evitare l’effetto noia e contestualmente provare a trovare un posto che non butti papà Ovo sull’orlo della depressione.
Il piano, ad essere onesti, ha però il grande svantaggio di farci trovare quasi ogni settimana in macchina per raggiungere la successiva tappa.
Ecco il tutto:
1) penultima settimana di luglio.
Gli Ovetti passeranno una 3 giorni con gli Ucas 1 al mare… si incrocino le dita per la prima dei nostri eroi lontani dai genitori.
2) ultima di luglio.
L’intera famiglia Ovetti trasborderà dal tirreno all’adriatico dove, a 500 km di distanza da tutto l’Ovetto mondo passeranno una settimana serviti e riveriti… o almeno così crediamo.
3) prima di agosto.
Mentre papà Ovo torna al lavoro, mamma Ova e gli Ovetti si divincoleranno tra giardinetti, piscine e affini a casa.
4) seconda di agosto.
Per dovuta par-condicio gli Ovetti passeranno una 3 giorni in compagnia degli Ucas 2 e, per altrettanta par-condicio, non di mare si tratta bensì di montagna.
5) terza di agosto.
Tutta la famiglia Ovetti si trasporterà nella location agostana dell’anno scorso… pregasi notare che riusciremo a fare la A7 da Milano a Genova e oltre solo pochi giorni prima di ferragosto… furbi noi, eh?
6) quarta di agosto.
Mamma Ova e gli Ovetti dovrebbero rimanere al mare, finalmente, fissi in un posto senza doversi muovere. Papà Ovo anche… ma solo per poco, vi è forte il dubbio che cominci a mancargli il “centogradi” e la pulizia impellente del balcone.
Tutto ciò in teoria…. Domenica prossima vi diciamo come saranno andate le prime tappe di questo tour.