Il mondo la fuori

Il Monno è sempre stato un bimbo con uno sfrenato bisogno di essere “alla pari”.
Quando ancora non era capace di camminare e forse di gattonare, uno dei suoi più grandi crucci era il fatto che, una volta deciso di andare a fare un giretto, tutta la famiglia si dirigesse per prima cosa a togliersi le ciabatte  e mettersi le scarpe… tutta la famiglia eccetto lui ovviamente.
Quando mesi dopo arrivarono le prime scarpette, le mostrò a tutti tronfio ed orgoglioso per una settimana intera.

Allo stesso modo il piccolo ha ben capito che il lunedì mattina ognuno si avvia alla propria attività: l’Ovetta va a scuola, mamma pure (il fatto che insegni invece che esser un’alunna è un puro dettaglio), papà va al lavoro (che probabilmente è solo una scuola che chiamano in modo diverso… deve pensare); già, e lui?
Poche settimane fa, l’Ovetto ha scovato nella sua personale libreria un libretto di ben 4 pagine dall’eloquente titolo di “La scuola”: ed il cucciolo ha finalmente trovato la sua occupazione.
“La scuola” è diventato la bibbia del Monno, la sua lettura prediletta in cucina, in cameretta ed anche ogni tanto in bagno in caso vi si dovesse fermare per più tempo per bisogni vari.
Ovviamente, la lettura avviene in modo personalizzato:

Prima pagina
Vi è raffigurato l’ingresso di una scuola con i bimbi che arrivano accompagnati, oppure in bicicletta oppure con il pullman, un bellissimo giardino fa da sfondo al tutto.
L’Ovetto punta il dito sulla bimba in primo piano ed esclama “TATA” (sorella mia!), poi sulla mamma che le sta a fianco “MAMMA” (madre mia!), quindi  sullo scuolabus “BRUMBRUM” (oh! possente mezzo di locomozione!), infine sugli alberi in lontananza “CACCA” (Ohibo, se c’è un alberello nelle vicinanze quasi quasi mi abbasso le mutande e faccio pipì).

Seconda pagina
Vi è raffigurata la classica aula di un asilo con bimbi che giocano in ogni dove e con ogni mezzo:
L’Ovetto prima vede la lavagna ed ivi disegnato un fiorellino; allora si porta il libro al naso ed annusa il fiorellino; poi la sua attenzione viene catturata da 3 disegni posti a fianco della lavagna: il disegno di una bimba “TATA” (sorella mia!), quello di una macchinina “BRUMBRUM” (oh! possente mezzo di locomozione!), quello di un alberello “CACCA” (Ohibo, se c’è un alberello nelle vicinanze quasi quasi mi abbasso le mutande e faccio pipì); il resto importa poco.

Terza pagina
Qui è raffigurata una grande tavolata con un sacco di bimbi che mangiano e bevono tutti insieme.
Per ovvi motivi è la pagina preferita dal Monno che distingue benissimo la banana, la mela, i biscotti, l’acqua ecc…ecc.. e per ognuno di essi lancia vivi commenti di approvazione.

Quarta pagina
Qui infine è raffigurato un bel parco giochi.
Il piccolo vede subito il dondolo “Dolondolon”, l’altalena “Dolondolon” (non è che brilliamo per eccesso di fantasia in fatto di definizioni); vede anche degli alberelli in fondo ma… no, non esclama il solito “CACCA”; li a fianco infatti si vede un gabinetto, allora sposta il ditino dagli alberi al gabinetto e… “CACCA” (quando posso preferisco le comodità)

Abbiamo insomma la generale impressione che per il bimbo la scuola non sia altro che un continuo ripetersi di mezzi di locomozione, cibarie varie, fotografie di sua sorella e necessità di fare la cacca; un’accozzaglia di idee che potrebbe presto scontrarsi con la realtà.

Caro Ovetto, tanto per partire con il piede giusto, quando domattina per la prima volta varcherai la soglia del nido, se vedrai una macchina potrai sempre metterti a fare “BRUMBRUM” oppure potrai cercare il viso della tua “TATA” tra le bimbe che saranno la, ma per piacere, quando la prima maestra si chinerà verso di te, non gridargli in faccia “CACCA” !

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