In principio furono dolci sussurri a fior di labbra.
L’Ovetta si addormentava in un baleno; questo durò per i primi 20 gironi circa; poi si fece più esigente.
La prima Hit di cui si ha memoria è “Ci son 2 coccodrilli” cantata in stereo sulla passeggiata lungomare.
La stessa versione in mono non da gli stessi risultati, quindi mamma Ova (la vera star) parte con un “O bella ciao” di vago senso patriottico.
A seguire, mamma Ova, in una botta di modernità, ha estratto dal repertorio una coppia che può stendere un elefante:
“Il ragazzo della via Gluck” (1966), “Azzurro” (1968) . C’è da chiedersi come la sedicente cantante sappia a menadito i testi di canzoni risalenti ad epoche in cui la stessa non era nemmeno nelle idee dei suoi genitori.
Ma la “egg-singer” ha momenti in cui vuole acculturare la piccola anche con la ninna: ecco allora il turno di “Il pescatore” (1970) per un De Andrè d’annata; salvo poi alternare momenti in cui un più prosaico “L’amico è” (1984) è più che sufficiente.
Per la serie “History Channel” in casa nostra, mamma Ova ogni tanto si lancia in un pezzo di reale antiquariato: ecco quindi la pargola addormentarsi al dolce suono di “Papaveri e papere” (1952). Raramente Nilla Pizzi ci lascia a piedi!
Altra coppia di pezzi indimenticabili è “La tartaruga” e “Supercalifragilistichespiralidoso”: difficile capire come l’Ovetta possa addormentarsi con un ritmo così incalzante… ma lo fa!
Fin qui le nanne mammesche.
Per la parte padre giungono notizie solo di 2 hits: “Singing yaya” (“alla caccia del leon pem pem” per i non addetti ai lavori) e una remake dei “2 coccodrilli”.
Entrambe le versioni constano della sola prima strofa + ritornello; il resto è una sorta di “lalala” senza un gran senso. C’è da dire che sia i cocodrilli che lo sterminio dei leoni avvengono di solito a orari tra le 2 e le 4 della notte per cui una gran prestazione canora non è richiesta.
Sono state editate anche 2 canzoni per stimolare la giovine a pappare: “Isotta” ed “Il valzer del moscerino”.
C’è da sottolineare che la pargola preferisce una versione rimixata della prima canzone dove al posto del nome “Isotta” viene messo “Ovetta” e meglio se cantata in stereo (entrambi i genitori, please)
Ma quando nessun pezzo funziona, quando De Andrè ha fallito, quando hai sterminato tutti i leoni della savana, i coccodrilli hanno fatto amicizia con le papere vicino ai papaveri, quando Isotta si è accasciata vicino alla tartaruga sotto un cielo azzurro in via Gluck; insomma quando nulla ha potuto, allora ecco che mamma Ova parte con la sua miglior cover: “VECCHIO SCARPONE”
…quante canzoni sul tuo passo ho cantato, che non scordo più!