Che l’Ovetto (finora) possa esser chiamato “Il gigante buono di casa Ovetti” è assodato; presentatosi al mondo a metà luglio con sguardo corrucciato e un variegato universo di brufoletti in faccia, con il passare del tempo ha imparato a sorridere ed ha perso per strada i brufoletti mentre, nel frattempo plasmava la sua indole gentile e permissiva.
Si va a casa di amici?…. nessun problema, lui piazza una pennica colossale
L’Ovetta le canta gli canta la ninna nanna scuotendo la culla a piene mani?… nessun problema, lui continua a dormire
Bisogna fare avanti e indietro tra l’Ovetto house e la parte più lontana di Milano, nell’ora di punta e mentre fuori piove? … beh, lui si guarda un poco le manone, poi si gira dall’altra parte e ronfa.
Non che si debba pensare che dorma sempre, giammai! Se non vuole non se ne parla nemmeno!
Per esempio si ha un bel fare a metterlo sguardo al divano; eccolo a dispetto delle sue triple gote e a dispetto dei cosciotti col rotolo di ciccia inarcare la schiena, puntare sulle gambe-salsiccia e girarsi la dove lui sa esserci la TV e rimanere poi bocca aperta davanti a Milan-Fiorentina o Pitsburgh-Oakland (Serendipity o Via col vento non sono però graditi).
Insomma proprio un bravo bimbo, buono e gentile… se non ha fame.
Si dirà: “Ovvio, se ha fame ha ragione lui a lamentarsi”
Vero, peccato che l’Ovetto abbia SEMPRE fame.
Il “giusto” equilibrio lo si è trovato fissando le poppate in maniera cronometrica: in pratica tra una poppata e l’altra il Monno si limita a tenere la bocca spalancata (caso mai passasse una tetta per sbaglio) ma senza lamentarsi troppo; allo scoccare dell’ora x (e intendo proprio allo scoccare, non 10 secondi dopo) attacca invece una sirena infinita a ricordo che a quel punto una tetta gli è dovuta.
Con un po’ di esperienza gli Ovetti genitori evitano le sirene durante la mattina ed il primo pomeriggio; alla sera il problema non si pone, dato che dalle nove alle undici il cucciolo piazza una serie di tette una dietro l’altra che gli permettono di scavallare fino alle nove della mattina dopo; il problema è il tardo pomeriggio quando, ahimè, dovrebbero cenare anche gli altri Ovetti della famiglia.
Che fare? Fino a poco tempo fa, le cene erano accompagnate da un bimbo urlante il proprio disappunto, ultimamente gli Ovetti genitori hanno fatto una scoperta: c’è una canzone (ed una sola) che ha un potere narcolettico potentissimo, certo deve essere cantata senza soluzione di contiunità, ma vuoi mettere poter cenare senza una sirena di sottofondo?
Carissimi: nel caso passaste per casa Ovetti verso le 20, vi potrebbe capitare di vedere una Ovetta che svogliatamente mangia “patagù, e poi funghi e poi ammo e poi ciocco e poi mella e poi pù”, un Ovetto in tranche da performance canora e due Ovetti genitori che alternano cibo ad una strofa di “La Tartaruga” (Bruno Lauzi-1975): tranquilli, è tutto normale!
P.S.: quando è nato se l’è presa comoda, gli piace guardare la TV, dorme con gran piacere e adora la tartaruga: elogio della lentezza?