In casa Ovetti la fine dell’estate e la conferma che l’autunno non è alle porte , bensì già in casa, è scandita non dal calendario (come vorrebbe la scienza), non dall’accensione proibita di qualche calorifero (come fan tutti), bensì dall’arrivo di un ospite lievemente sgradito: il virus bacilloso (detto anche bacillo virulento).
Già un paio di settimane fa papà Ovo era stato attaccato dal suddetto che aveva deciso di prendere a dimora una sua ghiandola ma, così come una rondine non fa primavera, allo stesso modo un solo componente della famiglia Ovetti precocemente abbattuto dal bacillo virulento non fa autunno.
Poi però è arrivato questo fine settimana.
Giovedì il più giovane della casa è stato colpito da forma estrema di tosse catarrosa; si, va be, non esageriamo, diciamo che per lui, serio, compito, sguardo squadrato e riflessivo, silente nell’osservazione del mondo che gli sta intorno, si tratta di forma estrema; in soldoni stiamo parlando di una serie di colpi di tosse che lasciavano il pargolo indispettito e che venivano conclusi dallo stesso con uno sbuffo seccato: quasi a dire “Eh che modi! Basta fare tutto sto chiasso! Ah, già, ero io!”… e crollava addormentato per le successive 2 ore.
Venerdi, mentre i colpi di tosse del piccolo Ovetto continuavano (sempre seguiti dallo sbuffo seccato e dal conseguente pisolo) e papà Ovo si preparava al calcetto settimanale, mamma Ova ha avuto la brillante idea di provarsi la febbre: responso 39,2°.
Papà Ovo si è tolto la divisa del calcetto mentre la suddetta stramazzava inerme sul letto.
Sabato, mentre l’Ovetto continuava il suo iter di tosse, sbuffi e pisoli e mentre mamma Ova sostituiva la febbre con una voce tendente agli ultrasuoni, l’Ovetta decideva che quella era la giornata giusta per far capire ai genitori che ormai lei la pipì la sa tenere, anche la cacca la sa tenere e sa benissimo che se le scappa deve chiamare papà o mamma.
Ahimè, non sa però ancora cosa fare nel caso in cui venga colpita da attacco di diarrea notturna… “beh, ci penseremo domattina…” avrà pensato.
Il resto della giornata è proseguita sulla falsariga.
Domenica l’Ovetto si è fatto imbronciato “questa tosse è intollerabile” anche se in realtà è in miglioramento, mamma Ova parla su onde udibili solo con apparati appositi e l’Ovetta continua le sue sedute sul vasino e ha anche deciso di emulare una nota scena dell’”esorcista” (che qui tralascio per decenza).
Papà Ovo domani parte per una due giorni in terra elvetica in compagnia del suo capo cocainomane (si veda qui); non gli è dato sapere in che condizioni troverà la famiglia al suo rientro martedì sera; di una cosa però son tutti certi: il virus bacilloso è arrivato e la sua dipartita non è prevista che tra 6 mesi circa; coraggio.