Il miracolo che si ripete

Oggi. 27 dicembre,  gli Ovetti  vagano per casa come dopo una tempesta alla ricerca di punti fermi.
Solo 3 giorni fa l’Ovetto family era composta da 2 Ovi senior ed 1 Ova junior che abitavano un bilocale ove tutto era stipato secondo la regola del “massimo volume nel minimo ingombro”; le giornate trascorrevano secondo una routine non perfetta, nemmeno molto buona, ma almeno accettabile e soprattutto accettata: poi sono arrivate le giornate del Natale. Certo, a dire il vero quest’anno NON abbiamo fatto il cenone e NON abbiamo pendolato sull’A1 spersi tra la brianza e i dintorni (lontani) di Parma, ma ciononostante non è stata una passeggiata: ecco un breve dettaglio.

24 dicembre – mattina
Malgrado le incombenze culinarie dei giorni seguenti siano state totalmente appaltate alle UCAS, mamma e papà Ovi si trovano in cucina a prepare prelibatezze… fin qui poco male.

24 dicembre – pomeriggio
L’Ovetta decide che è ora di aprire le danze delle festività: si fa venir la febbre;  il termometro sentenzia trentanove virgola due; mamma e papà Ovo si preparano ad una notte non eccelsa… avranno ragione. Nel frattempo zio Apache cerca di atterrare sul patrio suolo con l’ultimo volo dell’Alitalia… alle 23 con già 2 ore di ritardo di lui ancora nessuna certezza.

25 dicembre – mattina
L’Ovetto family si reca in processione dai primi Ucas per l’apertura dei pacchi natalizi, quindi, cronometro alla mano, si reca dai secondi Ucas dove, fiero e vittorioso, presenzia anche lo zio Apache graziato dalla compagnia di bandiera; infine, sempre cronometro alla mano, rientrano in casa per preparare tavola ed attendere la calata dell’intera “Famiglia”.

25 dicembre – pomeriggio
E’ il momento del faraonico pranzo di Natale.  Le n-portate si susseguono fino allo sfinimento per superata capienza di tutti i presenti. Non paghi delle 8 persone presenti nel salone dell’ampio bilocale fin dall’inizio, ne abbiamo invitate altre 3 per il caffè. (In questo modo abbiamo preso per sfinimento per superata capienza anche il bilocale stesso).

26 dicembre – mattina
E’ il momento di calma apparente, quando sai che la prima tempesta è passata ma non sai se quella all’orizzonte sia più o meno violenta di quella passata. Si rassetta casa, si stipano i diciassette regali ricevuti dall’Ovetta (pregasi notare che gli Ovi-genitori non ne hanno fatto alcuno) creando spazio la dove non pensavi neppure esistesse lo spazio!

26 dicembre – pomeriggio
Con un ritardo praticamente inesistente (record di tutti i tempi ed addirittura fonte di preoccupazione) tutti i 24 unni ramo mamma Ova si mettono a tavola in un’orgia di decibel che tenderà sempre più verso l’alto. Sei ore dopo,  totalmente rintronati dalla 2 giorni appena trascorsa, l’intera Ovetto Family si trascina verso casa.

Oggi. 27 dicembre,  gli Ovetti  vagano per casa come dopo una tempesta alla ricerca di punti fermi; solo di una cosa sono sicuri; il miracolo del Natale si è ripetuto: sono sopravvissuti.

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