Tel Aviv

Il tutto è stato organizzato benissimo.

Prima ci sono cinque giorni di mare con mamma e Ucas: giorni importanti perché finalmente gli Ovetti cambiano aria dopo esser stati rinchiusi nei confini dell’Ovetto-city da fine febbraio.
E allora vai di nuotate, e mare e sole e giochi in spiaggia e più ne hai più ne metta.

Poi papà raggiunge gli Ovetti per una 24 ore di riunione con tutta la famiglia: e allora gran festa degli Ovetti a fare il bagno con papà che è pur sempre un evento perché non è che proprio lui sia appassionato.
E allora vai di schizzi e tuffi e lanci nell’acqua e gran risate a gogò.

Il giorno dopo sarebbero in programma i compiti ma l’umore ovettese non peggiora perché domenica poi si comincia un’altra vacanza e anche se la giornata da passare chini sui compiti è lunga… non ci si bada poi tanto.

Oggi, infatti, dopo una sveglia tranquilla e rilassata, tutti via per la montagna dove gli Ovetti passeranno i prossimi cinque giorni con gli Ucas. E allora ecco prima un pranzo tutti insieme i allegria, poi quattro giochi in compagnia e infine mamma e papà riprendono la macchina per tornarsene a casa lasciano i cuccioli in montagna.

Si diceva: il tutto è stato organizzato benissimo… e mamma e papà Ovo possono finalmente godersi quasi quattro giorni da soli… in relax… tranquilli….

Ma… c’è sempre un “ma”…

Sulla strada del ritorno, a papà Ovo scoppia un raffreddore enciclopedico.
E così, starnutendo e ristarnutendo, mentre sfama il coniglio del vicino di casa temporaneamente affidatogli, papà Ovo – per stroncare sul nascere qualsiasi forma di malanno ad una sola settimana dall’inizio delle sue ferie – elucubra il seguente piano d’azione: pastiglia contro il raffreddore da prendersi alle ore 20,00 e 24,00; pastiglie contro il mal di gola da prendersi senza soluzione di continuità; polverina (fortissima) contro la sedimentazione del muco da prendersi alle ore 23,00, telefonata al medico curante domattina entro le ore 9,00.

Una volte resa partecipe mamma Ova dell’eccellente piano in atto contro il fastidiosissimo raffreddore, i due si sdraiano sul divano alle ore 21,15 per godersi un filmetto in tutta seren….DRIIIIIINNNNN

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Il campanello?
“Chi è ?”

“Vado a vedere.”


Al cancello non c’è nessuno.
Solo una macchina parcheggiata in malo modo quasi in mezzo alla strada.


“Scusi… voi avete una tartaruga?”

“??? Emmm…. no signora”
“Vede eccola… stava venendo dal vostro cancello ed era in mezzo alla strada… io non posso portarla a casa, ho un cane.”

“Cosa facciamo? La lasciamo lì?”

“Eh non si può… poverina”.

Papà Ovo starnutisce a più non posso ma, con spirito caritatevole, raccoglie la tartaruga e la porta a casa. Mamma Ova pensa intimamente “Ecco lo sapevo…” ma intanto cerca un cartone dove depositare la bestiola. Poi le procurano anche alcune foglie di insalata. Mamma Ova già si sente responsabile dell’animale e sentenzia che la scatola trovata non è abbastanza grande e confortevole. Quindi si opta per un involucro più grande. 

“Eh l’avranno abbandonata.”

 “Ecco, papà Ovo, non me lo dire che poi mi rattristo e mi arrabbio. Poverina. Avrà paura che adesso c’è il temporale? Dobbiamo accenderle la luce? Fra un poco veniamo a controllarla se sta bene.”

Mamma Ova si china a rassicurare la tartaruga che intanto perlustra la sua nuova scatola “trilocale”.

Tutto era stato organizzato benissimo, si credeva. E non si capisce come sia successo, ma domani mattina urge chiamare la guardia forestale o l’ENPA per sapere cosa bisogna fare dopo aver trovato un animale di specie protetta nel giardino.

“Papà Ovo, senti? Come la chiamiamo?”

“Chi?”

“La tartaruga. Fino che è a casa nostra deve avere un nome, no? Che ne dici di Tel Aviv?”
E comunque “Tel Aviv” sta benissimo nel suo cartone improvvisato. Perché questo nome? …Troppo difficile da spiegare.

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