Mattone su mattone

Non paghi del fatto che la prossima settimana papà Ovo sarà in trasferta da lunedì a giovedì inclusi complicando la vita a mamma Ova, non paghi del fatto che la Santa festa è sì al momento ancora abbastanza lontana ma non lo sono gli appuntamenti, i festeggiamenti e le incombenze che detta Santa festa (che rimane al momento innominabile) si porta dietro, non paghi infine dei compleanni e di tutti gli appuntamenti già in agenda, questo sabato l’intera famiglia Ovetti ha cominciato ad andare a vedere le possibili scelte per gli interni della futura casa.

In mattinata, onde preparare i cuccioli, papà Ovo aveva optato per la tattica del “pistolotto preventivo” e aveva stordito gli Ovetti con un discorso zeppo di senso del dovere, mischiato a consapevolezza e spruzzato qua e la di velate (neanche tanto) minacce il cui succo può esser condensato così: “Carissimi Ovetta, Monno e Pica; oggi pomeriggio dobbiamo andare per negozi. Non riusciremo a tenervi sott’occhio in ogni momento, per favore state attenti, NON TOCCATE NULLA, se avete qualche dubbio… chiedete però NON TOCCATE NULLA, se avete bisogno di qualche cosa… chiedete però NON TOCCATE NULLA, e soprattutto mi raccomando (e qui gli occhi dell’Ovo genitore scrutano serissimi quelli dei tre cuccioli) , mi raccomando dicevo, NON TOCCATE NULLA ! Intesi?”

Alle ore 14.00 l’intera famiglia entra nel primo negozio.
Quaranta minuti dopo l’intera famiglia esce senza aver distrutto lo stesso anche se:
a) il Monno ha deciso di trasformare i corridoi dello show room di articoli sanitari in una pista da formula 1 pieno di curve a gomito, ostacoli improvvisi  e bellissimi oggetti appesi (saldamente?) alle pareti.
b) L’Ovetta, interessata ai discorsi, batte il record di tutti i tempi e spara una sequenza di “Perché?…” da lasciar stordito papà Ovo che fatica a seguire il discorso della Signorina addetta.
c) Pica, dopo aver chiesto se in quei water si poteva far pipì, viene monitorata a vista onde evitare danni colossali.

Segue “pistolotto riparatore” di mamma Ova.

Alle ore 15,00 l’intera famiglia entra nel secondo negozio.
Qui il Monno e l’Ovetta accendono una disputa che nemmeno i migliori interior designer: lei parteggia per i parquet dal trattamento moderno, velatamente grigi con venature lievemente visibili probabilmente over poter intrattenere le sue amichette in future fantastiche serate spettegolando all’infinito; lui opta per i parquet dai colori accesi, le venature in risalto, la finitura grezza over poter correre e saltare a più non posso magari anche giocando a calcio con il pallone di cuoio in salotto.
E Pica?
Lei, non vista, sfugge al mantra “NON TOCCARE NULLA” e allunga una manina verso una catasta di legname appoggiata ad una parete quanto basta per farla crollare interamente.
Un botto enorme e un pianto disperato a cui seguono 2 minuti in cui l’intero negozio si ferma per assistere la cucciola.
Fine dello shopping, rientro a casa e tragedia bloccata grazie all’applicazione di un miracoloso cerotto che riesce a fermare il pianto sconsolato.

Nelle seguenti ore abbiamo appreso che vi sono delle cose che non si possono fare (pare!) con un cerotto al dito medio. Eccone l’elenco.

  • Prendere in mano la forchetta… “Mamma mi imbocchi? Io ho il cerotto”
  • Togliersi le scarpe… “Mamma me le togli tu? Io ho il cerotto”
  • Lavarsi i denti… “E se si bagna il cerotto????? (con aria disperata)”
  • Bere… “Mamma mi dai una cannuccina, magari rossa? Io ho il cerotto”
  • Fare la pipì… “E come faccio?!?! Non posso abbassare i pantaloni, eh!”
  • Spezzare il biscotto, nemmeno coi denti: “Mamma non riesco a prenderlo bene in mano!”
  • Giocare a qualsiasi cosa se i tuoi fratelli non fanno come dici tu: “Eh ma io sono malata! Ho un cerotto io!”
  • Fare le procedure per andare a dormire: “Mamma adesso mi fa male il dito proprio sotto il cerotto”

Ovviamente la mattina dopo, superato il tragico momento in cui mamma Ova con astuzia e raggiro ha costretto la cucciola a togliersi l’amato cerotto, del dramma subito non vi è rimasta traccia alcuna.

Bisogna invece rivedere il modo di girare per negozi…

This Post Has 2 Comments

  1. Il metodo c’è: lasciarli a casa!
    Noi le abbiamo provate tutte – solo quelle legali però! – ma non c’è storia: se si vuole qualgliare qualcosa non bisogna portarseli appresso.
    La solfa non camabia neanche quando crescono: sbuffi e lamenti a non finire!

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