Monno sprint

Settembre 2014 (un anno fa)
“Papà: io voglio fare la corsa.”
“In che senso?”
“Eh… per esempio… l’Ovetta fa basket e io invece voglio correre”.
Detto… fatto! Gli Ovo genitori si mettono all’opera per trovare la più vicina società di atletica che avrebbe avuto l’indiscusso privilegio di allenare il Monno.
Piccolo problema: gli Ovo genitori realizzano in poco tempo che nessuna società sportiva della brianza prende bimbi sotto i quattro/cinque anni.
Il Monno prende il tutto malissimo e, come piano B, accetta (sub judice) di frequentare un corso di ginnastica spacciato al cucciolo come “propedeutico all’atletica: così diventi fortissimo se poi il prossimo anno vorrai ancora correre”.
Ovviamente si divertì moltissimo e ci fece spanciare dalle risate interpretando Grease al saggio finale (si veda qui).

Settembre 2015
“Monno: vuoi fare ancora ginnastica come l’anno scorso? (il che sarebbe perfetto per noi visto che, nel frattempo, l’Ovetta, probabilmente dopo aver capito che il Basket non era proprio nel suo dna, si è convertita alla ginnastica. E quindi potremmo portarvi e venirvi a prendere insieme, gli stessi giorni, nello stesso posto… praticamente un sogno ad occhi aperti). Eh?”
“Io voglio correre.”
“Ma…”
“IO VOGLIO CORRERE ! L’anno scorso ero piccolo ma adesso ho GIA’ cinque anni e posso correre. IO VOGLIO CORRERE”
Gli Ovo genitori si inchinano davanti a sì forte decisione e iscrivono il cucciolo al corso di atletica.

Un martedì di settembre, prima lezione…
Uno sciame di bimbi di ogni età si presenta puntuale al campo sportivo.
Dapprima vengono chiamati i ragazzi ultraquindicenni; poi, piano piano, i bimbi sempre più cuccioli.
Da (buoni) ultimi ecco il gruppo “Esordienti b & c” ovverosia cinque-seienni tutti insieme.
Ovviamente, e come sempre, il Monno è il più piccolo; ovviamente e, come sempre, lui non se cura affatto.
I cuccioli vengono presi in consegna da una maestra: qualcuno è titubante, qualcuno piange, qualcuno già corre anche se non si sa bene dove.
Il Monno, serio e concentrato, ascolta la maestra, le si mette a fianco ed esegue pedissequamente tutto quello che dice per novanta minuti filati di esercizi, salti, capriole, scatti e chi più ne ha più ne metta.
Poi, alla fine, ecco la corsa ufficiale: 1 giro di campo… 400 metri da correre senza un domani, come se non ci fosse un futuro.
Sulla linea di partenza, una ventina di ovetti.
Il Monno rasenta l’isteria da concentrazione.
La maestra dà il via.
I cuccioli schizzano manco fosse uno sprint sui 10 metri; all’altezza dei 100 metri i seienni distanziano i cinquenni e il Monno è stabilmente in ultima posizione.
All’altezza dei 200 metri, il nostro eroe inanella una serie di sorpassi allucinanti e avanza sino al terzo posto (probabilmente facilitato dal fatto che metà dei nanetti fosse totalmente scoppiato e avesse smesso completamente di correre).
All’altezza dei 300 metri… il patatrac: il Monno avvista il genitore in tribuna e accenna un saluto (stante la superiorità agonistica un siffatto atleta può permettersi anche di salutare nel bel mezzo di una gara). Sfortunatamente si distrae proprio quando il concorrente davanti a lui smette di correre, avendo finito le energie… il Monno non si avvede e il tamponamento è inevitabile come la conseguente, rovinosa, caduta a terra.

Qualche decina di metri dopo, un Monno piangente taglia il traguardo per ultimo.

Fortunatamente da quella prima lezione le cose sono andate migliorando:
1)        il Monno ha finalmente accettato che i bimbi di 6 anni sono atleticamente più forti e se arriva dietro a loro (non sempre) non ne fa una malattia.
2)        dietro pagamento di retta annuale il cucciolo è stato omaggiato di mega-sacca e divisa sociale composta da maglietta e pantaloncini rosso fuoco e tuta (il che lo rende estremamente orgoglioso).
3)        il primo amico di atletica pare essere un bimbo cinquenne di nome Alonso… “Monno ma sei sicuro che si chiami Alonso?” “No papà! Lui non si chiama Alonso, si fa chiamare Alonso perché vuole correre fortissimo”… Le tattiche psicologiche per impaurire gli avversari pare siano già in essere all’età di cinque anni; fortunatamente per ora il cucciolo non ci ha ancora chiesto di chiamarlo “MonnoBolt”.
4)        L’Ovetto infine memorizza il piazzamento della corsa finale ogni settimana e, per il momento, annoveriamo due sesti posti, un quarto ed un terzo posto: un’escalation ininterrotta:… Roma 2024: stiamo arrivando!!!

P.S.: La settimana che si va oggi a cominciare può tranquillamente definirsi “densa”.
Densa di appuntamenti, di aspettative, di significato.
Papà Ovo ci pensa da qualche mese e si sente “nervosetto”, la famiglia Ovetti ha stravolto i propri appuntamenti fissi, i cuccioli salteranno scuola giovedì e venerdì e prenderanno un aereo e un treno già pregustandosi il tutto, mamma Ova ha preso 1 dei 3 giorni di ferie che le spettano annualmente.
Sperando di sopravvivere ne parleremo domenica prossima…

MonnoBolt

(MonnoBolt: orgogliosissimo)

This Post Has 3 Comments

  1. Monnobolt: orgoglio e passione!

  2. Che bello che sia così determinato a voler fare uno sport in particolare già a quell’età! Lui orgoglioso, ma voi di più!

  3. Ma bello il Boltino!!!!
    Che atletica si e….buon week end!!!
    Impe

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