Ritorno al…futuro

Cari amici vicini e lontani,

di solito la domenica sera, sul divano della famiglia Ovetti, Mamma Ova allatta il piccolo Ovetto, per l’ultimo saziante stuzzichino prima della nanna.
Accanto a loro, si siede papà Ovo, con sulle ginocchia il computer e una pagina bianca su cui digitare il post della settimana.
“Cosa scriviamo oggi?”
“Mah, forse potresti raccontare di come l’Ovetta ha fatto il suo primo disegno serio?”
“Oppure del buffo modo di muoversi dell’Ovetto”
“O anche dei loro divertenti modi di parlarsi”
“Ma sì, ho qualche idea. Adesso vedo.”

Così, più o meno, nasce ogni settimana questo blog.
Papà Ovo scrive, Mamma Ova rilegge, suggerisce piccoli cambiamenti. Intanto l’ovetto viene depositato nel suo lettino.
Spesso a Mamma Ova spetta il compito di scegliere il titolo e poi si pubblica il tutto.
Questo era quello che la famiglia Ovetti immaginava anche per la domenica scorsa.
Invece… Mamma Ova è stata colpita e travolta da forti dolori alla pancia.
Dopo un difficile pomeriggio, una sera peggiore e un inizio di notte terribile, Mamma Ova è andata in ospedale, dove la diagnosi è stata veloce e quanto mai lapidaria: “Pancreatite acuta”.
Stordita dai dolori, mamma Ova ha cercato di realizzare se pancreatite acuta significava quella stessa infinita e logorante malattia che l’aveva già colpita nove anni fa e se i prossimi giorni sarebbero stati simili al calvario passato a Cambridge.
Poi ha chiesto un antidolorifico e ha cercato gli occhi di papà Ovo e di nonna Patriottica, ha visto in loro una grande preoccupazione e la consapevolezza e paura di chi ricorda e teme per questo, si è rivoltata sul lettino per cercare una posizione meno dolorosa, e ha detto: “Tranquilli, se ce l’ho fatta allora, ce la faccio anche adesso!… Sì va bè, ma adesso mi date qualcosa per il dolore???”

Sono seguiti sette giorni.
Mamma Ova in ospedale è stata curata con antibiotici, antidolorifici potenti e ogni altra possibile medicina inventata dalla medicina, bucherellata su braccia a mani per prelievi, flebo e quant’altro, sottoposta a Tac, ecografie e endoscopie di ogni tipo e sorta, rigorosamente tenuta a digiuno per far riposare il pancreas.
Papà Ovo in casa ha svolto egregiamente il ruolo di Papà e Mamma insieme, organizzando e gestendo da solo i due Ovetti, con maestria e sicurezza, dalla colazione alla mattina alla messa a nanna serale.
I due Ovetti sono stati bravi e collaborativi, perché in fondo inconsciamente i bimbi sapevano che era un momento difficile e dovevano aiutare a modo loro, nel loro piccolo e singolare mondo.

Ieri pomeriggio, Mamma Ova è tornata – temporaneamente!!! – a casa.
Altre cure, forse lunghe o un po’ dure, la aspettano ma, anche se solo per qualche giorno, la cura migliore era passare qualche giorno con la famiglia Ovetti.

Questa domenica sera, sul divano della famiglia Ovetti, Mamma Ova ha dato il latte al Monno, il latte artificiale, non più quello dal suo seno, seguendo le “istruzioni” date da papà Ovo, inventore del nuovo metodo e forte dei suoi 5 giorni di pratica serale.
Poi ha depositato l’Ovetto nel suo lettino e ha preso il computer con una pagina bianca su cui digitare questo post.

Queste righe sono dedicate a tutti coloro che ci hanno aiutato, a chi c’era anche nove anni fa e a chi si è aggiunto nel cammino.
A coloro che ci hanno pensato e a chi ha pregato per noi, a tutti quelli che hanno telefonato o scritto da ogni posto, anche lontano.
A chi ci ha fatto ridere, a chi ci ha fatto compagnia, a chi ha condiviso con noi paura e speranza.
A chi non sapeva che cosa dire e a chi rimaneva in silenzio.

E la famiglia Ovetti sa che queste persone sono davvero tante.

Buona Pasqua!

This Post Has 2 Comments

  1. Siete proprio molto bravi! Se posso fare qualche cosa, chiamate.
    Un abbraccio a tutti! nonna ter

  2. le ultime settimane sono state dure per vari aspetti, il mio pensiero, va anche a tutta la famiglia ovetti con la sincera speranza di rimetterti presto e, magari, riprendere le spensierate serate del tempo che fu.

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