Lettera ai Volontari

Cari Amici,

 

quando il telefono sul bancone del pronto soccorso è squillato per la prima volta, non vi nego che il cuore ha saltato un battito.
Con curiosità, timore, ed un mare di adrenalina in corpo ho allacciato il camice bianco per bene e mi sono seduto sulla panca dell’ambulanza n°5: non lo sapevo ancora, ma in quel momento si apriva una pagina nuova per me, lunghissima, e quei gesti sarebbero diventati automatici, una parte stessa di me.
Era il maggio del 1991, andammo ad Agrate per un malore in una ditta.
Nove mesi prima, per la prima volta, ero entrato in Associazione, avevo vent’anni, frequentavo l’università, volevo viaggiare e avevo trovato un gruppo in cui credevo.

 

Da allora, inutile dirlo, la  mia vita è cambiata.

 

In questi anni l’essere volontario mi ha dato la possibilità di conoscere tutti voi che per motivi differenti avete deciso di spendere un po’ del vostro tempo qui.
Mi sono trovato bene, e forse anche per questo, mi ci sono fermato per un bel po’.
Spero che l’essere Volontario possa gratificarvi tanto quanto ha gratificato me.

 

In questi anni l’essere volontario mi ha dato la possibilità di vedere questa Associazione evolversi e cambiare pelle più volte “cercando” di rimanere ancorata allo spirito iniziale.
Non credo, purtroppo che ci sia riuscita.
Ci tengo però a ringraziare chi l’ha diretta in tutti questi anni:è riuscito a far crescere una piccola Associazione in mezzo a colossi ben più grandi, e non è poco; spero (da tanto tempo) che possa ricominciare anche a volgere uno sguardo all’interno e profondere energie per ricreare quello spirito, quel senso di appartenenza e quella gioia che da tanto tempo manca: sarebbe bellissimo.

 

In questi anni l’essere volontario mi ha dato la possibilità di entrare per un attimo nelle vite di molta gente, nel momento del loro bisogno, ho provato ad aiutarle e so che spesso ci sono riuscito, alcune volte no: molte di quelle schegge di vita fanno parte, inconscia, di me.
Vent’anni fa mi furono insegnate le tecniche giuste e via via nel tempo queste tecniche sono diventate sempre più complesse ed adatte, io invece, di mio, ci ho sempre messo un sorriso ed il calore che solo un Volontario può e deve; questa parte sarà quella che più mi mancherà.

 

Oggi l’autoambulanza che mi ha portato nuovamente ad Agrate per l’ultimo servizio era la n°33, ne sono passate tante.

 

Non smetto per capriccio, non smetto perché arrabbiato o perché deluso, e non sopporto di smettere per “motivi personali”… non ho mai capito cosa fossero e cosa volessero dire.
Smetto perché ho il doppio degli anni, viaggio molto, forse troppo, per lavoro e quando torno a casa due bimbi vogliono, giustamente, il loro papà.

 

Credo di aver dato qualche cosa a questa Associazione, sicuramente ho ricevuto in cambio di più.

 

 

 

Per ora un grazie a tutti, poi un giorno chi lo sa…

 

Ciao,

papà Ovo

This Post Has 12 Comments

  1. ma se i bimbi vogliono, giustamente, il loro papà….. tu perchè intanto non puoi fare i turni?

  2. Sei, come al solito, sincero, emozionante, e tanto caro

  3. In un momento associativo come questo, che sto vivendo con un po’ di tristezza e delusione, leggere la tua lettera mi ha leggermente risollevato.
    E’ un peccato che i nuovi e futuri volontari non possano conoscere un personaggio come il “Forla”, ma credo che la vita abbia per noi ogni giorno doni da gustare: non possiamo rimanere eterni giovincelli senza pensieri e il sorriso che offrivamo a chi ne aveva bisogno, dobbiamo riservarlo a chi ci aspetta la sera a casa..!
    Ciao papà Ovo, magari ci si vede in giro, tra un pannolino, una poppata, un ciuccio e quattro fiori in una serra ;0)

  4. Sono felice di aver conosciuto “il Forla” e di essermi seduto di fianco a lui su quella panchina. Buona fortuna papà Ovo.

  5. nooooooooooooooooo
    ma io come farò a sistemare i miei metafiles senza di te?
    e come farò senza i tuoi “onestamente”?
    🙂
    sai bene che capisco troppo e condivido le tue parole..sono molto felice di essere entrata a fare parte di questo gruppo..ho conosciuto tante tante belle persone e tutti, chi piu’ chi meno, mi hanno trasmesso qcosa di speciale..
    ti confesso però che se non ci fossero state persone cosi solari e con lo spirito di grandi energici volontari come te e il tex non so se a quest’ora sarei ancora in AVPS..
    spero di essere all’altezza di trasmettere a chi viene e verrà in AVPS il vostro sorriso e il vostro spirito!

    GRAZIE

    a te e mamma Ovo

    perchè siete due ragazzi (bè..forse la mama Ovo..tu ormai sei un po’ passatello) straordinari..

    e lo dico davvero col cuore

    in bocca al lupo!

    Simo

  6. Dietro la porta scorrevole dell’autoambulanza hai trovato tante persone. Di cui, forse, non ti ricordi il nome, ma che ti debbono tanto. Una di queste ti ha certamente cambiato la vita… Perchè le porte si aprono e si chiudono. Ma sempre offrono delle opportunità. L’augurio è che siano sempre spalancate su un mondo di felicità e di affetti.

  7. Caro papà Ovo, perdo un pezzo di storia, era il 1997, ma mi sembra ieri la prima uscita in Rosso, con te come Maestro al mio fianco.

    Mi dispiace che non potrai essere Maestro per altri come me che ne avevano bisogno e che ne avranno sempre.

    Ti comprendo e … complimenti per quanto hai fatto in AVPS

    Un abbraccio e ti attendo almeno al calcetto del Venerdì sera 🙂

  8. Leggendo la tua lettera ho ripercorso i primi giorni in associazione, credo che lo spirito che ha legato i “vecchi” volontari sia nato dietro il bancone del PS.

    Voglio ringraziarti per aver contribuito a questa “piccola” associazione di crescere trasmettendo senza riserve le proprie conscenze.

    Dare consigli ad una persona saggia sarebbe inutile, l’unica cosa posso dirti è un arrivederci, ovviamente in tuta rossa :))

    Graz, ie

  9. Caro papà Ovo,

    solo 2 commenti:

    1) visti i trascorsi della 33, ritieniti fortunato ad essere sopravvissuto 🙂

    2) se posso permettermi, “non smetti perché hai il doppio degli anni, viaggi molto, forse troppo, per lavoro e quando torni a casa due bimbi vogliono, giustamente, il loro papà”, ma il PESO che sta schiacciando
    noi “vecchi” è:” ….. rimanere ancorata allo spirito iniziale. Non credo, purtroppo che ci sia riuscita……”.

    Ciaooooo & enjoy your new life.

  10. GrandeI
    Mi riconosco in tutto quello che hai scritto! [ovviamente riferito ai commenti in generale]
    …cercando” di rimanere ancorata allo spirito iniziale.
    Non credo, purtroppo che ci sia riuscita. Forse anche colpa nostra…

    …ricreare quello spirito, quel senso di appartenenza e quella gioia che da tanto tempo manca: sarebbe bellissimo. SPERIAMO!

    In bocca al lupo a tutta la famigliola!

    Ciao!!!

  11. Caro Papà Ovo,
    il problema non è tanto che cosa perde l’AVPS con la tua dipartita, lo spirito associativo di un tempo, la Brianza 5 o la 33, ecc ecc. Il vero problema è: chi sarà in grado di inventare la tua stessa dose di min@@@@te alle stelle in ambulanza,trascinando con nonchalance quel carrellino pieno di fiori e di allegria???
    E soprattutto, chi mi darà i cambi ora??? :o)))))))
    Scherzi a parte, un grosso in bocca al lupo per il futuro.

    Arrivederci!!

  12. Grande papa Ovo…ho aspettato un pò a mettere il commento..sinceramente non sapevo bene cosa scrivere.. IO SONO CONTENTISSIMO DI AVER CONOSCIUTO FORLANELLI..una persona tanto in gamba quanto spiritosa e quanto rompi*******

    Ci saremo beccati due volte..una con la sveglia più fastidiosa che io abbia mai avuto e l’altra volta con l’esperienza forse più carica di responsabilità che abbia mai vissuto..e questo grazie a te..

    Beh secondo me sei e rimarrai un grande..Sei una leggenda dentro all’AVPS..

    E i guanti sono sempre lì..in quella tasca scomoda..ma talmente scomoda..che solo un rompi****** come te poteva farmela trovare!

    L’unica mancanza che hai avuto nei miei confronti è stata non andare a parlare male di me alla mia ragazza..

    GRAZIE

    Ricky

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