Start, stop and reset

Con la scusa che sia il Monno che Pica hanno optato per esternare i loro talenti agonistici tramite l’atletica, l’Ovetta è sempre rimasta un poco esclusa dal giro delle gare. Non che la cosa la disturbasse molto, diciamo che l’Ovetta non è nota per la sua competitività.
Di solito, ma questo capitava anni fa, quando la ex-cucciola aveva optato per la ginnastica, vi era l’annuale gara a cui partecipava tutta la famiglia allargata compresi ucas 1, ucas 2 e zio A: d’altra parte era un unicum annuale e non poteva mancare il tifo allargato.
Poi è arrivato il covid… e nel frattempo la cucciola si è dedicata al nuoto tenendo il piede nella sottosquadra agonistica di un minuscolo club a noi vicino. Si noti il fatto che si tratta di una SOTTOsquadra agonistica di un MINUSCOLO club… tutto molto tranquillo… fino alla settimana scorsa.

Venerdì scorso
“Mamma, mi hanno chiesto se venerdì prossimo posso andare ad allenarmi con la squadra agonistica”
“Ok, come mai?”
“Perché domenica prossima abbiamo una gara.”
“??? Davvero? … come si suol dire, aggiunta all’ultimissimo minuto; comunque certamente. A che ora sono gli allenamenti il venerdì?”
“Dalle 20 alle 21,30”
“Ah…”

Venerdì sera
Alle ore 20.00 papà Ovo scodellava l’atleta in perfetto orario e si sedeva comodo comodo per i seguenti 90 minuti in compagnia di un bel libro.
Verso il settantesimo minuto veniva colto da colpo di narcolessia, a dire il vero non dovuto né alla monotonia del libro né alla vecchiaia galoppante quanto al fatto che la notte prima si era rotto il sistema d’allarme e gli Ovo genitori si erano trovati completamente svegli nel pieno della notte.
“Papà tutto OK!”
“Bene. Sai a che ora dobbiamo trovarci domenica per la gara?”
“Sì. A proposito, non può entrare il pubblico quindi l’unica possibilità per vedermi è che qualcuno si offra casualmente e spontaneamente per fare il cronometrista.”
Papà Ovo era appena diventato crono-man… questa a dire la verità gli mancava.

Sabato 
Papà Ovo imprecava in maniera sommessa dentro di sé quando realizzava che il ritrovo per la gara era alle ore 8,00; ci volevano 40 minuti per arrivarci e nella notte precedente vi era anche il passaggio all’ora legale con conseguente perdita di 60 minuti di sonno.

Domenica mattina
L’Ovetta si presenta puntuale e si affianca timidamente agli altri ragazzi/ragazze conosciuti due giorni prima; papà Ovo raggiunge il banco giuria, lui che notoriamente è famoso per amare la piscina e il nuoto in sé.
A questo punto viene rifornito della strumentazione tecnica e viene spedito davanti alla corsia numero 3 che diventerà casa sua per le successive tre ore.
Il nostro eroe appare dotato di: maglietta arancione (perché i crono-man sono vestiti in arancione), cronometro nella mano destra (di cui il nostro eroe sa solo schiacciare i tasti “start”, “stop” e “reset”… tutto il resto lo ignora), block-notes e penna dove appuntare il tempo (block- notes da proteggere a costo della vita dai terribili schizzi d’acqua per altro altamente probabili essendo a bordo vasca), pulsante rosso di arrivo automatico nella mano sinistra (è l’unica cosa che pare essere davvero importante: da premere una volta sola all’arrivo, NON alla partenza come ripetuto una dozzina di volte prima della partenza delle gare).
Questa la strumentazione di base alla quale il nostro giudice in pectore ha aggiunto ulteriore cronometro infilato nella tasca di dietro, portato da casa perché non era certo che glielo dessero (conosce gli stessi tre tasti dell’altro ma in compenso siccome il Monno l’aveva toccato il giorno prima, ogni tanto suonava… a caso), ciabatte di plastica da casa perché quelle del mare si sono rotte questa estate su cui ha lasciato le calze perché “faceva freddino”.
A rendere complicata l’attività, in corsia due si pone un crono-man particolarmente poco dotato in matematica per cui il nostro eroe doveva ogni volta dire dopo quante vasche avrebbe dovuto schiacciare il famoso pulsante rosso onde evitare che per tutta la gara questo gli domandasse: “Schiaccio adesso? Eh?” “Schiaccio adesso? Eh?” “Schiaccio adesso? Eh?” “Schiaccio adesso? Eh?”

Ma l’Ovetta?
L’Ovetta ha affrontato una 100 dorso con grande personalità e una 50 stile libero… “migliorabile”.
Poi è entrata piano piano in amicizia con i suoi nuovi amici di squadra e alla fine, pur essendo una minuscola squadra di soli 8 partecipanti, si sono piazzati al quinto posto complessivo con grande sorpresa di tutti.
E sì… un grande sorriso le si è ancora di più stampato in faccia quando ha scoperto di essere arrivata terza nella gara di dorso.
Podio, medaglia e tanta tanta felicità!

“Papà, mi hanno chiesto di tornare tutti i venerdì sera dalle 8 alle 9,30. Va bene vero?”
“Certo… certo…”

La foto è un pò sbilenca ma in mano avevo il cronometro, il bloc notes, il pulsante, ecc…ecc…

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