La politica di Pica

“Papà ho una grossa novità!”
“Dimmi Monno… anzi no, aspetta sto cercando di chiamare lo zio M.”
“Ma la mia novità è grossa!”
“Ok… puoi aspettare un secondo? Non riesco ad agganciare la linea e lo zio M. è in Ungheria.”
“? Chi? Il mio padrino?”
“Sì.”
“E cosa ci fa in Ungheria?”
“Sta portando degli aiuti sul confine Rumeno-Ucraino.”
“Ah! E come mai lo chiami? Tutto bene?”
“Si, tranquillo. Sai fino all’ultimo sembrava che dovessi accompagnarlo ma comunque visto che si tratta di un viaggio infinito su un mezzo scomodo e lento, ogni giorno lo chiamo e gli tengo un po’ di compagnia.”
“Bravo papà! E cosa vi dite?”
“Ehm…. Beh, veramente mi faccio insultare.”
“??? Scusa?”
“Sai lui è un vecchio metallaro. E allora io gli faccio la cronistoria dei festival di San Remo dagli anni 50 ad oggi con tanto di pagina Wikipedia alla mano.”
“E gli interessa?”
“Per nulla. Cerca di interrompermi, mi insulta, ci facciamo quattro risate ma alla fine lo distraggo un po’ che è quello che conta.”
“Ah. Giusto”
“Ma tu cosa volevi dirmi?”
“Che da lunedì in classe avremo un nuovo compagno. Viene dall’Ucraina insieme a sua mamma e suo fratello. A dire il vero arriveranno cinque bambini nella nostra scuola e allora oggi ne abbiamo parlato, abbiamo fatto un grande cartellone e siamo tutti molto eccitati.”
“E cosa via hanno detto i prof?”
“Di non esagerare e non andargli tutti insieme ad offrire le merendine.”
“Pragmatico direi. Comunque conoscerai anche un altro bimbo ucraino.”
“?”
“Arriva martedì all’atletica. Gli stiamo comprando la divisa.”
“Ah!”
“Papà!”
“Dimmi Pica.”
“Sai cosa farei se diventassi il capo della Bielorussia domani?”
“Cosa faresti Pica?”
“Cambierei il nome e la farei chiamare Bieloucraina!”
“Hai un futuro politico radioso, Pica!”

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