Consigli pericolosi

“Si dice che il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo” (The butterfly effect – 2004)

“Lo spostamento di un singolo elettrone per un miliardesimo di centimetro, a un momento dato, potrebbe significare la differenza tra due avvenimenti molto diversi, come l’uccisione di un uomo un anno dopo, a causa di una valanga, o la sua salvezza” (Alang Turing – matematico e informatico, 1950)

Vabbè, mettiamola giù più terra terra:
“Qualsiasi cosa tu gli dica, non sai mai come questo tuo suggerimento verrà utilizzato.” (papà Ovo, disperato, 2021)

L’inizio delle lezioni con il “salto” della classe è stato affrontato dal Monno con esemplare serietà, un pizzico di fifa durato giusto un paio di giorni e una sempre più convincente fiducia nei suoi mezzi.
I primi (ottimi) voti sono arrivati, le prime amicizie vengono fatte, il cucciolo via via si rilassa, entra nel giusto ritmo e anche svegliarsi così presto diventa più sopportabile se la prima cosa da fare è una sgambata in bicicletta insieme agli amici fino alla scuola.
Siamo sicuri che arriveranno anche momenti più difficili così come siamo certi che, prima o poi, il nostro maschio si accorgerà che esistono anche compagne femmine: al momento l’unico ampio discorso pare sia stato: “che bell’astuccio che hai?”… dice la ragazzina del banco davanti…. “Grazie”…. risponde lui. Per esser passato già un mese di scuola, diciamo che possiamo migliorare.

Ma dove davvero non ci siamo è il contorno; per dire che solo questa settimana ha:
perso un ombrello, rotto una cartelletta, aggrovigliato la catena della bicicletta, disperso in varie stanze quasi tutti i libri e quaderni, tralasciamo il vestiario messo in vari versi, lasciato la porta di casa aperta per un’oretta buona mentre era in casa da solo… anzi no, con sua sorella minore.

Così ieri papà Ovo gli ha propinato una paternale enciclopedica con il solo scopo di dire: “Per cortesia, scendi sulla terra e renditi conto di cosa fai, smetti di perder le cose e mettile in un posto sicuro”.

Oggi il Monno era a Messa nel cortile dell’oratorio in un pomeriggio fresco ma soleggiato e papà Ovo ad un certo punto gli si è avvicinato. Il vetusto ha così notato, via via sempre più inorridito, che la mascherina del Monno non era tenuta dietro le orecchie, nossignore: i due laccetti di stoffa di solito posti dietro le orecchie erano in realtà poste dietro la nuca tenuti insieme da un anello di acciaio che altro non era che l’anello del portachiavi. Anello a cui era ovviamente agganciato anche il portachiavi stesso (una striscia di cuoio rosso fiammante con logo giallo della Ferrari), la chiave di casa, quella dell’allarme, quella del cancelletto, e quella della bicicletta. Tutto il malloppo spenzolava allegramente dietro la sua testa.

In serata:
“Monno ma cosa ti è venuto in mente?”
“Papà! Me lo hai detto tu!”
“Io!?”
“E’ un posto sicuro e sono certo di non perderle!”

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