Luna Rossa

La prima volta aveva 14 anni.  L’anno precedente l’Italia aveva vinto i mondiali in Spagna, nella Juve giocava il suo idolo Platini e, sportivamente parlando, poteva accadere di tutto. Si ricorda poco; solo che ogni mattina si cercava alla radio di sapere il risultato il prima possibile.
E, sebbene fossero forse un poco “schiappe”, in realtà non se la cavarono male. Papà Ovo imparò che esisteva un torneo di cui non aveva mai sentito parlare. Arrivarono terzi (che era un po’ come aver vinto per dei neofiti) e nove mesi dopo nacquero in tutta Italia un sacco di bimbe a cui venne dato il nome di quella barca: Azzurra.

Le seconda volta era all’università; e non c’è periodo migliore se vuoi vedere dello sport in notturna. E’ stato allora che ha cominciato ad associare le nottatacce alla Coppa America; di quell’edizione ricorda proprio tutto anche perché il Moro ottenne il primo storico punto per l’Italia e anche perché, bazzicando una facoltà chimica, ed essendo la barca di proprietà di Montedison, un paio di ragazze, compagne di corso di Papà Ovo, un giorno semplicemente dissero che avrebbero raggiunto San Diego per assistere alle regate dal vivo grazie ad un viaggio premio del proprio genitore…. invidia… massima invidia.

Nel 2000 fece la sua comparsa “Silver Bullett” (il nomignolo della prima Luna Rossa) e tornarono le nottatacce. Qualcuna con mamma Ova, a casa di amici, dormendo/vegliando accasciati su cuscini per terra, qualcuna in trasferta di lavoro il che non era proprio facilissimo ma in fondo si poteva ancora fare!

Sette anni dopo, la coppa si trasferisce a Valencia e gli Ovo-non-ancora-genitori colgono al volo l’occasione di un amico di un amico di un amico ecc… e si fiondano a Valencia dove assistono dal vivo a bordo di una vera barca a vela: papà Ovo si ricorda perfettamente il mare completamente invaso da migliaia di piccole barche, le feste nella città vecchia e l’attracco a fianco del megasuperyacht di Tronchetti Provera. Ma soprattutto si ricorda di aver scoperto che la sua autonomia su una barca a vela è limitata a 5, massimo 6 ore: il tempo di uscire, trovare il posto giusto, vedere la regata e poi, sulla via del rientro, immancabile…. quel senso di nausea imperante che lo assaliva fino a farlo stendere tramortito… se andava bene. Mamma Ova lo prende ancora in giro per il suo colore verdognolo mentre steso sulla plancia mangiava carote per placare la nausea.

Con tutto questo nel passato, un giorno poco dopo Natale, ai tre Ovetti è stato fatto il seguente annuncio: “Bimbi: c’è la coppa America! Per i prossimi tre mesi ci si diverte!”
I bimbi hanno accolto l’annuncio con un grosso punto di domanda… poi in un attimo sono entrati nel mood di supertifosi. Da allora i nanetti sono diventati espertissimi (in teoria) di vela, regate, vento apparente, regole di copertura, ecc… ecc… Il Monno non si è perso una regata e ha voluto sapere tutta la storia della Coppa (inclusi video delle regate più importanti), mamma Ova ha bandito la visione dei siti di news almeno fino a quando non era in grado di vedersi la registrazione delle regate della notte, l’Ovetta si è guardata le suddette registrazioni in piedi “che seduta non riesco a starci”, Pica ha scritto una bellissima storia beneaugurante che è stata spedita sia all’ufficio stampa di Luna Rossa che allo Skipper in prima persona: entrambe le hanno risposto e la cucciola si è messa a piangere dalla gioia.

E papà Ovo? Lui ha puntato la sveglia alle 4.00 di notte, ha guardato e tifato come una volta e poi è tornato a letto da dove si è alzato dopo un paio d’ore, sempre un poco più rintronato del giorno prima e sicuramente molto più rintronato di quando lo faceva vent’anni fa.
Ma gli è piaciuto! Ha ritrovato una vecchia amica che si ripresenta ogni tre o quattro anni e un senso di dejavu in cui era bello cullarsi con gli occhi un po’ assonnati. 

Grazie Luna Rossa! Ci hai fatto sognare!

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