Jack in the middle

La serata era stata preparata con largo anticipo perché mamma e papà Ovo sapevano che, senza ombra di dubbi, non sarebbe stato facile.
E avevano ragione.

Venerdì pomeriggio, come prassi, papà ovo ha raccattato davanti a scuola prima Pica (“No, non puoi andare a giocare oggi pomeriggio con la tua amica del cuore… abbiamo impegni”), poi l’amichetta E. (“Hai preso una nota?!?”… “No! Non ho preso una nota!”…. “Non devi dirmi bugie… se l’hai presa devi dirmelo”… “ma non ho preso nessuna nota!”…. l’amichetta E. non prende mai note ma Papà Ovo si diverte a tormentarla), ed infine il Monno con la sua valigia, pardon cartella, che non potrebbe passare come bagaglio a mano neppure su un volo trans-oceanico.
I tre si sono diretti a casa per un’abbondante merenda insieme alle due “girls” più grandi, ovvero l’Ovetta e la sua amica C. ed a Jack che ha colto l’occasione per il suo ennesimo caffè espresso italiano.
Quattro chiacchere in Itaglish stretto ed ecco tutti uscire per la lezione di inglese (beh… tutti tranne Jack).

Poi, arrivata anche mamma Ova a casa, sono cominciati i preparativi per la cena con gli amici a base di tutti i piatti preferiti da Jack con l’esclusione della carbonara perché la quarta carbonara in dieci giorni avrebbe potuto portare al collasso del fegato di qualche membro della famiglia. 
I bimbi si sono scatenati tra giochi vari e gli adulti hanno conversato in Itaglish ma senza dover tradurre tutto ogni venti secondi.

A proposito:  la tecnica di Pica per parlare con Jack è l seguente

  1. Jack parla e la cucciola ascolta
  2. La cucciola non capisce, stropiccia gli occhi, aggrotta la fronte e gli dice: “eh?”
  3. Jack afferra il concetto che (parte) del suo discorso non sia stato compreso appieno in tutte le sue sfumature e quindi ripete la frase tale e quale ad un ritmo inferiore.
  4. La cucciola capisce esattamente tanto quanto prima, si gira verso un qualsiasi astante ed esclama: “Che ha detto?”
  5. E via così…

Dicevamo: la serata è proseguita tranquilla e piacevole fino agli abbracci, ai saluti ed ai baci finali quando gli amici hanno salutato e gli Ovetti sono rimasti soli. Allora non è stato più possibile procrastinare il tanto temuto addio a Jack visto che il giorno successivo ci avrebbe lasciato all’alba.

Il Monno gli ha regalato un suo bellissimo disegno, Jack ci ha regalato un altrettanto bellissimo manufatto indiano (essendo la sua famiglia Indiana), tutti insieme  abbiamo mangiato i suoi ultimi cioccolatini  fino a quando Pica non è scoppiata in un pianto inconsolabile (IO NON …. IO NONO…. VOGLIO CHE…. JACK VADA …. VIA UEEEEEEE…. VOIO GIOCARE…… UEEE…. A PALLA…… UEEEEE…… CON JACK IN THE MIDDLE!!!!…. UEEEEEE) seguita dal Monno (UEEEE…… MI MANCA…….) mentre l’Ovetta rimaneva a testa bassa causa improvviso bruscolino di polvere in entrambi gli occhi. Il tutto davanti al povero Jack che non si capacitava (ma era stato avvisato) di cotanta emozione.

Da sabato gli Ovetti sono tornati in formazione tipo; lo studio è tornato ad essere uno studio (non più off-limit) e anche il secondo bagno è tornato a disposizione (con evidenti benefici).
Però quello spilungone che mangiava di tutto e beveva caffè per un po’ ci mancherà davvero…

Bye Jack
It was really nice to spend time with you.If you ever have to return to Italy, remember that there will always be a place here for you, and a coffee, … and a brioche, … and gnocchi,… and a visit in a bakery,…. 
Your Italian friends

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