In nome della legge !

Martedì, 13 Ottobre
Papà Ovo saluta tutti, carica la macchina fino all’inverosimile e parte per impegni lavorativi con destinazione Padova – Pordenone – Venezia e Rovigo.
Tutto bene, senonchè in strada, tanto per gradire, decide di spegnere la radio e ripetere a sè stesso, manco fosse un disco rotto, il “Discorso della Vita”: pregasi notare che il “discorso della vita” di papà Ovo è stato pensato, composto, corretto, letto, riletto, stravolto, riscritto, riletto ancora ed infine imparato nel corso degli ultimi sei mesi. Il tutto scavando nei vecchi scaffali alla ricerca di antiche missive, ricercando di numeri di cellulare di persone sconosciute, per un intreccio di ordini e parti assegnate tra Milano, Roma, Padova, Bari, Taranto, Modena ecc…ecc…
Intanto a casa, la situazione era ancora abbastanza tranquilla.

Mercoledì, 14 Ottobre
Papà Ovo s’impegna nel diagonalone: Rovigo – Bari con brevi tappe lavorative lungo il percorso e sempre, of course, ripetendosi il “Discorso della Vita” per una 10 ore di viaggio filato filato. Poi, in serata, la classica telefonata a casa:
“Ovetta, sei pronta al matrimonio di domani?”
“Sììììì, non vedo l’ora di prendere l’aereo!”
“Ehm,… sì,… certo… ecco la parte importante è un’altra ma va bene; Monno: sei contento che domani rivedi il nostro grande amico A.?”
“Sì Papà, ma l’aereo ci mette solo un’ora e mezza ad arrivare?”
“Ehm.. sì, ci mette più o meno quel tempo ma la parte eccitante è un’altra, va bene non importa. Pica, tu sei pronta?”
“Anche io su aereo domani”.
“Perfetto! Siete tutti sul pezzo!”

Giovedì, 15 Ottobre: arriva il gran giorno…
A casa Ovetti la sveglia suona presto, prestissimo.
Mamma Ova sbriga le ultime faccende domestiche, poi sveglia i cuccioli, li mette in piedi anche se un po’ addormentati, li veste, e li getta nel taxi (nonno Etto) che li aspetta di sotto con il motore acceso nel freddo lombardo.
Mezz’ora dopo i cuccioli entrano in aeroporto per il disbrigo delle formalità pre volo.
In aeroporto sono degni di nota i seguenti avvenimenti:
1)        Il Monno scalpita per la coda pre controlli (“Mamma, e se perdiamo il volo?”), scalpita per la sosta pro colazione (“Mamma, e se perdiamo il volo?”), scalpita per qualsiasi cosa (“Mamma, ma non perdiamo il volo, vero?”). Di fatto si tranquillizza solo davanti al banco dell’imbarco.
2)        L’Ovetta si iper-eccita poco alla volta, poi decide che deve essere tutto fotografato non staccandosi più dalla sua macchina fotografica e scatta a raffica; piccolo momento critico quando le impongono di mettere la macchina sotto il controllo dei raggi X (“Mamma ma me la ridanno, vero?”)
3)        Pica rimane semiaddormentata fino a quando un dolce profumo di brioche al cioccolato aleggia nell’aria: allora decide che è il momento di svegliarsi e… toh!, si trova proprio davanti al bar dell’aereoporto!

Dopo l’imbarco, la formazione aerea prevede: Ovetta vicino al finestrino (perché deve fare le foto), Pica in mezzo che tiene la manina alla mamma mentre mamma Ova tiene anche la manina del Monno benchè seduto nella fila dall’altra parte del corridoio.
Di fatto l’aereo viene spezzato in due dall’Ovo-famiglia che si tiene stretta stretta.

In aereo sono degni di nota i seguenti fatti:
1)        Pica trova estremamente interessante la cintura di sicurezza che, alla fine, destreggia con assoluta padronanza.
2)        l’Ovetta fotografa il fotografabile incluse le nuvole completamente grigie proprio da dentro il grigiume (in pratica è una foto grigia).
3)        Il Monno trova disdicevole dover scendere dall’aereo già alla prima fermata (Monno non siamo in metropolitana, scendono tutti alla prima fermata!).

Alla fine, la famiglia si riunisce in quel di Torre a Mare (Bari).
Qui, dopo attento conciliabolo inframezzato da discussioni infinite, i tre Ovetti sentenziano definitivamente che Torre a Mare è il più bel posto del mondo perché
a) fa caldo, b) c’è il Mare, c) fanno una focaccia buonissima e d) c’è pure la stazione dei treni (peraltro fondamentale per la definizione di miglior posto del mondo).

Poi giunge il momento tanto atteso… tanto atteso dagli Sposi, ovviamente e visto che si trattava del loro matrimonio, dai parenti e amici degli sposi (che aspettavano questo momento da ventitré anni!!!), tanto atteso da mamma Ova (che aveva il compito di tenere gli amici dell’Ovetto family in costante contatto tramite foto, video, whatsapp e vari), tanto atteso infine da papà Ovo… celebrante il matrimonio in qualità di “Ufficiale di Stato – Delegato del Sindaco” (!!!!!).

E alle 17,19 Papà Ovo, dopo aver finalmente recitato il suo discorso, dopo aver dato lettura degli atti ufficiali, dopo aver ricevuto le risposte affermative, ancora incredulo di esser davvero lui a dover dire la famosa frase, proclama: “… IN NOME DELLA LEGGE, VI DICHIARO UNITI IN MATRIMONIO”
Segue un’ultima parte di celebrazione in cui anche l’Ovetta (esemplare) ed il Monno (titubante) hanno una breve ma significativa parte e poi…che festa sia!
Della serata i cuccioli ricorderanno soprattutto le cose veramente importanti di un matrimonio: l’Ovetta si ricorderà di essersi schiacciata un dito nel termosifone (con pianto annesso) e di aver mangiato gli arancini; il Monno di aver trovato uno scorcio sulla terrazza del ristorante da dove poter vedere i treni pugliesi e di aver mangiato… di tutto; Pica ricorderà la bontà delle fave fritte… e di esser riuscita a dire “No!” a qualsiasi domanda gli venisse posta da chicchessia (tranne quando qualcuno gli ha sussurrato “ma lo sai che sei proprio bella?”… allorchè si è vista costretta ad annuire davanti a siffatta ovvietà).

Conclusioni:
Papà Ovo, d’ora in poi, nelle fredde serate autunnali si vanterà spesso con parenti e amici di essere un famoso “celebrante di matrimoni”, tralasciando ovviamente di narrare le ore passate in preda all’ansia per la paura di non essere all’altezza e tralasciando anche di raccontare che dal nervosismo non si era neppure accorto di non aver tolto dalla camicia il girocollo in cartone (che tanto il collo era già rigido di suo per la tensione). Mamma Ova si ricorderà per sempre di un tour de force massacrante (ma ne valeva la pena), gli Ovetti si ricorderanno per sempre di aver viaggiato in aereo e in treno.
Per quanto riguarda gli sposi… attualmente sono a Niuiorcsiti e sono felici.

Ah! Dimenticavo! .. per chi avesse ancora dubbi, si! Il Matrimonio vale davvero!
In fondo papà Ovo ha davvero detto “…In nome della legge!”
Sindaco2(Da sinistra a destra: la sposa, papà Ovo di tricolore fasciato, lo sposo, mamma Ova (ovverosia la first lady); in basso: gli Ovetti)

This Post Has 3 Comments

  1. Sono commosso…

  2. In nome della legge…siete una magnifica famiglia!
    W gli sposi!!!!

  3. evviva gli sposi e complimenti al celebrante

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