A piccoli passi

Lunedi – scuola del Monno – metà mattina.
Nel momento in cui tutta la classe si raduna intorno ad un tappetone ad ascoltare una storia narrata dalla maestra, il Monno si avvicina all’insegnante e le chiede: “Oggi posso raccontare io una storia? Anzi, posso cantare una canzone?”
La maestra piacevolmente sorpresa acconsente. L’intera classe si pone in ascolto mentre il Monno si para davanti agli amichetti e agitando a mò di “ciao” una manina comincia una canzoncina che suona più o meno così: “Mai ens seis ello, mai ens seis ello, ello mai frens, mai ens seis ello!” (leggasi: “My hands says “hello”, my hands says “hello”, “hello” my friends, my hands says “hello”!”).
Il pubblico pare dapprima non apprezzare e partono i primi ridolini dagli astanti treenni allorché la maestra interviene: “Ma chi te l’ha insegnata?”. “Mia sorella che fa la prima elementare, è una canzone in inglese perché gli inglesi parlano proprio così a Londra dove abita mio zio A. Non è in italiano ma io la capisco perché faccio l’inglese anche io”.
Il pubblico viene zittito seduta stante e volge lo sguardo alla maestra in cerca di conferme.
“E’ vero. Gli inglesi parlano proprio così. Bravo Monno.”
Il Monno gonfia il petto in modo sovraumano, veleggia verso il suo posto e viene acclamato dall’intera classe assurgendo immediatamente al ruolo di Poliglotta Ufficiale del Fiocco Rosso.
Per il resto della giornata in classe si parla SOLO inglese e, nel dubbio, si chiede al Monno…. tanto “LUI lo sa”!

Mercoledì – casa Ovetti – sera
“Sai mamma, oggi ho fatto l’interrogazione di matematica.”
“??? Davvero? E cioè?”
“Allora, prima abbiamo diviso tutti i banchi e ognuno stava da solo. Poi si poteva usare solo la matita, ma niente gomma eh! Davvero! Non si poteva usare la gomma!”
“Caspita, difficile”.
“Eh sì, veramente. Poi non si poteva neanche guardare quello che faceva il tuo amico di fianco. E alla fine la maestra ti diceva di scrivere un numero e tu dovevi scriverlo e se lo sbagliavi non potevi correggerlo.”
“Caspita, davvero difficile! E sei stata brava?”
“Mah, non lo so, la maestra ci ha ritirato il quaderno e ce lo ridarà solo tra qualche giorno con il voto.”
Papà Ovo, in trasferta per lavoro, aggiornato sulla terribile prova a cui era stata sottoposta la primogenita ha avuto una notte difficile in cui le parole “interrogazione”, “non si può copiare” e “risultato tra qualche giorno” davano vita ad incubi terribili.

Venerdì – asilo nido di Pica – prima mattina
Papà Ovo a Pica: “Ok, adesso ci siamo cambiati i vestitini. Abbiamo fatto la pipì. Abbiamo salutato tutti i tuoi amichetti. Abbiamo messo la tua foto nella bacheca dei presenti. Abbiamo fatto un paio di capriole sui tappetoni (ma – detto tra noi – una bimba di due anni non dovrebbe riuscire a far le capriole). Tutto tranquillo no? Bene, adesso, tanto per fare qualche cosa di diverso, ti dispiacerebbe andare dalla tua maestra (che è a circa due… massimo tre passi da me) ed ascoltare insieme agli altri bimbi la storiella che sta leggendo? Dai, non facciamo la solita scena da pianto greco buttandoci per terra causa abbandono del genitore di turno (che poi con tua madre queste scene non le fai più)… per favore, lo so che dopo due secondi già stai benone, evita di farmi additare anche oggi come il mostro che ti abbandona, eh? Che ne dici?”
“… … “
La piccola lascia la manina dell’anziano genitore,… si reca dalla maestra,…. le si accovaccia in grembo,… si gira a guardare Papà Ovo e lo saluta “Ciau” rigirandosi subito dopo ad ascoltare la storiella.
“Ah!…. Quindi… posso andare… davvero?… Si-cu-ra?…”

In casa Ovetti è stata una settimana tranquilla, a modo loro ogni Ovetto ha fatto un passo nuovo…

This Post Has 3 Comments

  1. Altro che piccoli !!!
    Questi sono passi da giganti!!!
    Il ragazzo e le ragazze crescono….in men che non si dica te ne troverai qualcuno alle medie e ti chiederai come sia possibile!!
    Impe

  2. La parte sul compito in classe, con i banchi separati e un numero da scrivere in gran segreto, mi ha fatto troppo ridere! Che teneri che sono!
    ma anche la maestra, scusa… quanti giorni ci vorranno per leggere venti numeri su un quaderno?

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