Fiocco Rosso

LUI si è svegliato alla solita ora.
Grattandosi faccia e pancia si è recato in bagno per far pipì come al solito.
Poi, chiappe all’aria, è andato in cucina mentre si rimetteva su goffamente mutande e pantaloncini tutt’insieme come al solito.
Ha fatto colazione trangugiando mezzo litro di latte col ciocco e mezzo biscotto schinchegno, come al solito.
Infine ha giocato un poco con sua sorella ed ha letto la frase del giorno riportata con le letterine magnetiche sulla facciata del frigorifero, come al solito.
Solo che la frase non era una frase qualunque ma recitava una sentenza non più procastinabile: “Il Monno va a scuola” (dell’infanzia)

Nei giorni precedenti vi era stato un lento ma inesorabile susseguirsi di riti di passaggio verso l’Evento con la E maiuscola di questo settembre in casa Ovetti.
Prima, Monno e mamma Ova si erano recati a comprare l’astuccio: seguendo i desiderata del pargolo, tale astuccio non doveva essere “firmato”, né doveva avere figure di robot, di macchine, di lampi o quant’altro, nossignore; doveva però essere rigorosamente giallo o arancione.
Quindi nella tradizionale “festa di fine estate” gli Ucas avevano donato allo stesso il suo primo zainetto; seguendo i desiderata del pargolo, tale zainetto non doveva essere “firmato”, né doveva avere figure di robot, di macchine, di lampi o quant’altro, nossignore: doveva però essere rigorosamente giallo o arancione.
Infine lo stesso protagonista con fare solenne aveva cinto il viso di sua sorella minore (in quel momento intenta – come in ogni altro suo momento – a mettere in bocca il primo giochino che passava di lì per caso) confidandogli la seguente verità assoluta: “Io adezzo zono gande e vado alla scuola metenna; tu che sei piccola vai al mio azilo.
Anzi no, adesso è il tuo azilo” Suggellando così il rito di passaggio asilo/scuola materna.

E così, lunedì mattina il Monno mano nella mano con mamma Ova, astuccio giallo e zainetto arancione poco più piccolo di lui, è uscito di casa serissimo in direzione scuola, salvo poi rientrare in casa immediatamente.
“Che c’è Monno?”
… il piccolo scruta il tavolino in ingresso al salone…
“Nente. Contollavo di avel peso tutto” (Nulla, non ti preoccupare; controllavo di aver preso ogni cosa con me visto il grande impegno che sto per affrontare).

Poche ore dopo, papà Ovo recuperava il figliolo che usciva fiero stringendo un disegno “astratto” (e chi vuol capire capisce…) tra le mani.
“Allora Monno, ti sei divertito?”
“Sì”
“Sono simpatiche le maestre?”
“Sì”
“Ma c’erano tutte e due?”
“Sì, c’era la Luzana e anche…. L’altta”
“Si chiama Enza; senti, me lo racconti cosa hai fatto?”
“Sono andato in banno due votte, poi ho disegnato quetto disegno che la maesta dice che è spezale pecchè è il mio pimo disegno della scuola, poi sono andato sullo sivolo quatto votte e ma non fuori pecchè non si poteva, poi è venuta a tovammi l’Ovetta e ho zocato con l’Ovetto D. e poi sono venuto qui con la maetta perché dovevi venire a pendermi tu… ma però non ho manzato e ho fame”.
(leggasi: “caro genitore, volendoti fare un breve ed esaustivo riassunto delle mie ultime due ore di vita comincerei con il dirti che mi sono recato in bagno per ben due volte, quindi ho messo mano ad un capolavoro di disegno che anche la maestra ha capito essere speciale se non altro in quanto si tratta della mia opera prima in codesto luogo. Per rilassarmi un poco mi sono quindi dedicato ad attività fisiche ed in particolar modo allo scivolo in numero quattro scivolate. Codesta attività fisica si è però tenuta indoor visto che per cause a me ignote il giardino era impraticabile. Subito dopo ho ricevuto la vista di mia sorella maggiore che come tu dovresti ben sapere si trova sempre in questo edificio sebben in altra aula e per cominciare a socializzare un poco ho giocato cone l’Ovetto D. Infine mi sono recato qui, accompagnato dalla maestra, in modo che tu non fossi costretto a girare per tutto il plesso alla mia ricerca. Ah! Dimenticavo di dirti che non ho pranzato ma ho fame.)

Preciso e diretto come il Monno è.

Dopo una settimana di Fiocco Rosso, il cucciolo snocciola i giorni della settimana e i colori ad essi associati nella filastrocca recitata in classe tranquillamente… anche al contrario! Per le equazioni di secondo grado credo si debba aspettare verso Natale.

This Post Has One Comment

  1. Lui è una persona seria e responsabile …. e non si contraddice!

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