Do you want some sushi?

Martedì sera, papà Ovo torna tardi dall’ufficio, per non mettersi a spignattare all’ultimo opta per un take away del finto giapponese all’angolo.
Si mette a tavola, ed apre il suo sushi…
“Ovetta, cosa hai fatto oggi a scuola?”
“Inglisc. Uots iour neim?”
“Oh! Very good. My name is Papà Ovo; and what’s your name?”
“Mai neim is Ovetta.”
“Very good. Congratulation, your english is perfect.”

“Papà anche io zo l’inglese.”
“Davvero? Vediamo: what’s your name?”
“uotz ior neim? Ovetto.”
“Sì, può andare bene.”
“Papà cos’è quello che stai manzando?”
(Lo dico o non lo dico? Ma no, e poi: pesce crudo…. Non piacerà mai a nessuno…. Facciamone assaggiare un pezzetto e finiamola lì.)
“Tieni, assaggiane un pochino.
Anche tu Ovetta, poi se non vi piace non c’è problema, non ve ne do più.”

L’Ovetta assaggia, poi il viso si contrae per il disgusto.
“No no no, non mi piace proprio, basta basta basta.”
“Nessun problema Ovetta; però sei stata brava perché l’hai assaggiato.”
L’Ovetto assaggia,… tentenna… ne chiede dell’altro onde esser certo delle proprie sensazioni e quindi sentenzia: “Bono il pesiolino col rizotto sotto.”
“Si chiama sushi.”
“Va bene, bono il suzi; posso avere altro suzi.”

Mercoledì sera.
“Papà, facciamo che tu mi dici un animale in italiano e io te lo dico in inglese.”
“Va bene, allora: Tigre.”
“Taigher.
“Good. Leone.”
“Laion.”
“Very good. Gatto.”
“Chet.”
“Papà, anche io so l’inglese.”
“Va bene Ovetto vediamo: Cane.”
“Can!”
“Beh, più o meno.”
“Papà, ze ancora un po’ di polletto da manzare?”
“Ancora? Ma Monno, hai già mangiato una coscia di pollo alla cacciatora, tutto il sugo, mezzo petto (che era la porzione di tuo padre), il pane mentre aspettavi che cuocesse il pollo perché come dici tu “se no moro di fame”, dello speck e sicuramente dopo vorrai la frutta. Non ti sembra abbastanza?”
“No.”
“ Beh, comunque il pollo alla cacciatora è finito; mi spiace.”
“Non fa niente papà, … ze ancora del suzi di ieri?”

Lasciaci il tuo commento...

Close Menu