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Alcune settimane fa avevo erroneamente lasciato credere che l’argomento “pappa” fosse di facile argomentazione in casa Ovetti.
Non è proprio così.
Si badi: andare in pizzeria o al ristorante con gli Ovetti è effettivamente facilissimo.
Quando infatti si fa scegliere ai cuccioli cosa desiderano mangiare, beh… allora non hai nessun problema.
Gli Ovetti ti diranno esattamente cosa vogliono e, composti, ordinati, con buone maniere e con estrema accortezza, mangeranno tutto quello che hanno ordinato.
Il problema non è li.
Il problema è quando tu vorresti cucinare a casa tua (ma anche a casa vostra) un unico piatto che possa metter d’accordo tutti; ecco, li c’è un problema.

In principio fu l’Ovetta.
Con lei era una lotta, anzi no… di più… era una battaglia, anzi no… di più… era una guerra, e di quelle violente.
Cercare di far mangiare la piccola nei suoi primi due anni di vita era una sfida lunga, difficile e dall’esito quasi sempre disastroso.
Epici rimangono i suoi “boli” di pappa che la piccola stipava per varie ore nella guanciotta sinistra; a quei tempi l’Ovetto-house consisteva in un bilocale e, al momento della pappa della piccola, mentre mamma tentava l’impossibile, papà Ovo sdraiato in camera da letto poteva tranquillamente guardarsi un film intero … nell’attesa.
Il tutto comunque fu raccontato, anche se in minima parte, qui.

Poi arrivò l’Ovetto.
Con lui, mamma Ova scoprì che le sue preghiere erano state esaudite, e scoprì anche che “un altro pranzo era possibile!”
Il Monno, nei suoi primi mesi di vita, ha semplicemente spalancato la bocca per farsi metter dentro di tutto e di più.
Poi, crescendo ed osservando l’esempio (infelice) di sua sorella, ha optato per una lieve modifica della procedura del pranzo: prima dice “NO!” (Ohibo! Suvvia! Io questa roba proprio non la mangerò mai!)… ma poi, siccome rifiutare il cibo proprio non sta nelle sue corde, ci ripensa subito e splanca le fauci.

Fortunatamente, con l’andare del tempo, mentre l’Ovetto ha mantenuto la sua fame atavica, la piccola ha imparato ad apprezzare un minimo di cucina e l’attuale situazione si potrebbe definire buona, anzi ripensando al passato direi molto buona.

Ad onor del vero, malgrado questi evidenti progressi, una cena di casa Ovetti risulta sempre un qualche cosa di difficilmente organizzabile, tanto che molti amici, piuttosto che invitarci a pranzo/cena, preferiscono tranquillamente invitarci al ristorante più costoso che conoscano… tanto per evitare l’incubo di dover metter giù il menù.
Qualora infatti qualcuno di voi volesse invitarci a pranzo, tenga presente che:

Papà Ovo non mangia formaggi (di nessun tipo) e non beve vino; non adora troppo le verdure cotte (con dovute eccezioni) e preferisce la pasta al riso.
Mamma Ova non mangia carne e non beve vino, non può mangiare uova nè condimenti e non le piacciono solo poche verdure cotte (rigorosamente quelle che piacciono a papà Ovo); ovviamente preferisce il riso alla pasta.
L’Ovetta non mangia pesce con l’eccezione delle famosissime “Vongole di montagna” (“Papà ma le vongole sono un pesce?” “Nooo tesoro, ma cosa dici! Vengono dalla montagna!” “Ah! Va bene, allola le mangio!), non mangia l’insalata e le patate; preferisce la pasta al riso.
L’Ovetto si scofana di tutto ma il pesce non lo soddisfa (nel senso che un’orata intera non lo sazia), così come non adora (ma mangia) le zucchine, nè la carne se non abbondantemente condita e neppure l’ananas (ma comunque butta giù tutto); preferisce il riso alla pasta.

Non facile invitarci a cena, vero? In compenso nel caso passaste di qua, sui fornelli c’è di tutto e qualche cosa che vi piaccia ci sarà di sicuro.

E ADESSO…. FESTA!!!!
Questo è il post numero 200 che, tenuto conto di un post alla settimana con qualche rara eccezione e le classiche vacanze agostane, equivale a dire che ci si trova qui ogni settimana da più di 40 mesi o 3 anni e passa che dir si voglia.

Due sole anticipazioni per i mesi che ci aspettano: cambierà tutto (ma proprio tutto) verso fine ottobre; poi, quaranta giorni dopo cambierà tutto di nuovo.

Come direbbe l’Ovetta… “Eppelò non ho capito.” “Aspetta le prossime 5 settimane e vedrai” “Ah! Eppelò non ho capito lo stesso”.

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