Sud 19.995° – Est 13.033°

Capita, ogni tanto , di aprire gli occhi e sentire un freddo pungente.

Uno di quei freddi che ti penetrano nelle ossa; sei imbacuccato più che mai con il giubbetto ben chiuso, il collo rattrappito e le mani in tasca; inutile dire che hai anche un bel cappello in testa, di lana, bello caldo; ma tutto questo non serve a proteggerti dal vento che ti sbatte, gelido,  sulla faccia.

Dietro di te ci sono due serie di baracche poste  a semicerchio; le chiamano bungalow o room o house; ma non sono nient’altro che due serie di baracche poste a semicerchio; dentro ognuna (o almeno dentro quelle che ho visto io) ci sono due brandine, un bagno con acqua non potabile, uno specchio rotto, un mobile mai aperto e poco altro; il riscaldamento si accende se tu lo vuoi…. e un po’ anche se lui vuole, ma se usi tutte le coperte e le metti sopra il sacco a pelo in cui ti infili fino in fondo con la zip ben tirata su,  in fondo si dorme benissimo.

Sotto di te un mix bizzarro; a prima vista sembra di essere su una di quelle spiagge poco pulite dove le alghe avvolgono di tanto in tanto qualche sasso e li rimangono fino a marcire mandando in giro un odore maleodorante; poi guardi meglio e vedi che tra i sassi affiorano delle ossa, guardi meglio e vedi che le ossa sono tante, in pratica l’intera spiaggia è composta da un mix di sassi, alghe, pezzi di legno umidi, ossa.

Alla tua sinistra la spiaggia si spande ininterrotta fin dove arriva l’occhio, sempre uguale, sferzata da onde altissime, quelle stesse che devi stare ben attento che non ti bagnino altrimenti son dolori cercare di asciugarti.

Alla tua destra stessa cosa; solo un paio di pilastri, enormi, si alzano dal mare per finire nel nulla; resti di un antico molo da cui partiva chissà quale merce: legno? diamanti?schiavi?

Sopra di te un cielo pumbleo che promette poco di buono ma che in fondo è solo responsabile di tutto quel vento che mischiato alla salsedine ti sta gelando la faccia.

Davanti a te: l’oceano.

La prima volta era il 1995, passai da li accompagnato da 7 ragazze ed un magistrato in pensione; ho un grande ricordo di quel magistrato, il resto del gruppo era da evitare e lo feci; era la prima volta che uscivo dall’Europa da solo.

La seconda volta era il 2005, passai di la con chi poi divenne mamma Ova; noi due, una serie di mappe, un telefono satellitare per sicurezza  e un fuoristrada enorme.

Questo, fortunatamente, non è il posto più bello che abbia in vita mia; non il più rinomato, non il più fashion, ne il più sensuale, accogliente o strabiliante.
Eppure, vai a sapere perché, mi è rimasto dentro  e papà Ovo, che non sogna quasi mai, l’altra notte se l’è trovato davanti con tanta voglia di tornarci ancora.

Forza Ovetti, crescete bene, che prima o poi ci sarà una terza volta…

(Se proprio volete sapere dove si trova questo posto basta mettere le coordinate in google map in questo modo: “-19.995,13.033”)

This Post Has 2 Comments

  1. e dov’è? nn ci sono riuscito su gogòl map…

  2. Ops, hai ragione: digita questo testo sempre in gugolmap: ”-19.995,13.033″…. senza virgolette ovcors.

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