L’Ovetta va al nido

Questa settimana l’Ovetta ha cominciato a frequentare l’asilo nido o, per meglio dire, ha iniziato l’”inserimento”. Il che vuol dire che passa un paio d’ore in compagnia di altri bimbi con mamma presente e che per avere questa possibilità bisogna accendere un mutuo.
Questo un breve sunto di quello che la famiglia Ovetti ha imparato.

Lunedì
alle nove in punto mamma Ova e la piccola varcano i cancelli dell’asilo. Il temuto impatto non si palesa, l’Ovetta impara che lì si chiama “gallinella” (ogni ovetto è associato ad un animale), che si fa la canzoncina all’ingresso e che si mangia (tranquillamente) la merenda, il che è assolutamente non gradito a casa ma accettato in loco; si impara anche che mentre tutti fanno la suddetta merenda Marco si sdraia per terra e dorme (rivendicando la propria autonomia).

Martedì
Alla stessa ora la coppia ri-varca i cancelli dell’asilo. La maestra non ha imparato a chiedere spesso (molto spesso) all’Ovetta se le scappa la pipì; ne consegue che l’Ovetta gliela fa lì. In compenso l’Ovetto Federico ha imparato a riportare il pupazzo dell’Ovetta alla sua proprietaria che, da femmina, lo dissemina negli angoli più remoti controllando l’attenzione e la dedizione del Federico nel riportarle l’ambito oggetto.

Mercoledì
“Sarebbe bello che ogni genitore facesse un album fotografico in modo che il/la piccola nei momenti di malinconia possa sfogliarlo ricordando casa”. Il fatto che la casa stia a meno di 500 metri in linea d’aria non pare avere molta importanza, ne consegue rapida ricerca delle foto più adatte, stampa e lavoro di bricolage per la creazione del “book fotografico”; nel frattempo la maestra cerca di convincere (con scarsi risultati) l’Ovetto Matteo che passeggiare sulla pancia dell’Ovetto Sergio non è divertente (almeno per Sergio).

Giovedì
All’ingresso , proprio prima dell’Ovetta che entra, pantaloncini e maglietta, mano nella mano con la mamma, ecco arrivare un enorme suv da cui scendono una bionda, patinata, lungilinea, minigonnata,  tacco 12 e super truccata mamma al fianco di una duenne bionda minigonnata (non tacco 12 nè super truccata per fortuna): il fatto che prima o poi un essere del genere (parlo della mamma, non della figlia) possa diventare la mamma della migliore amica di tua figlia e che quindi tu possa esser costretto a passare qualche serata in sì dolce compagnia , fa scendere un rigolo di sudore freddo sulla schiena di mamma Ova. Nel frattempo l’Ovetta rientra a casa con un bell’etciu!…. aver resistito 4 giorni in un covo di germi e microbi in fondo è già un bel risultato.

Venerdì
Incuranti degli etciù, l’Ovetta viene ributtata nella mischia dove, almeno per il momento, sembra trovarsi a suo agio; anche la maestra ha imparato ad informarsi spesso riguardo la questione pipi e l’Ovetta di conseguenza la grazia; Federico riporta sempre il pupazzo alla piccola, Marco continua a dormire durante la merenda e Matteo continua a calpestare  Sergio in un tranquillo tran-tran. Poi, a sera, l’Ovetta porta a casa il primo messaggio dalla maestra ai genitori; papà Ovo impugna la missiva  e sbianca.

I genitori degli ovetti sono invitati ad alcuni tra i seguenti incontri: “Educare alle emozioni” oppure “Le aspettative nei confronti dell’altro genitore” oppure “Essere papà oggi (riservato ai papà)” oppure “relazione tra i nonni, i genitori e i bambini”
… l’Ovetta guarda papà Ovo, papà Ovo guarda l’Ovetta e calcola, in segreto, quanto manchi alla fine della scuola dell’obbligo.

E da domani … si replica!!!

N.B.: i nomi degli Ovetti sono fasulli,…. il resto no!

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