Il teorema di Mamma Ova

Circa nove mesi fa, quando Mamma Ova ha scoperto che sarebbe arrivato l’Ovetto, il suo contratto di lavoro stava scadendo, nulla di più normale per chi sperava di poter da grande vivere pensando a teoremi e numeri.
Così, dopo innumerevoli pensieri e valutazioni, ostentando una sicurezza che non aveva, si era recata dal Signor Poli, per confermare la sua disponibilità a lavorare anche con la pancia crescente  e convincerlo che in nessun modo la gravidanza avrebbe ostacolato il suo lavoro.  
Vista una certa e mal celata ritrosia da parte dell’amministrazione, la conquista del rinnovo del contratto era dunque sembrata una vittoria a tutta la famiglia Ovetti, sia pure con alcune “concessioni” : circa otto mesi di lavoro, fatti finire appena prima che gli uffici dovessero occuparsi in termini burocratici della maternità di Mamma Ova. Ma tant’è …

Circa tre mesi fa, quando la pancia di Mamma Ova cominciava ad essere evidente,  il ginecologo  le confermò che l’Ovetto cresceva bene e, vomitini e nausee a parte, Mamma Ova avrebbe potuto lavorare in modo tranquillo fino all’ottavo mese.
Così, dopo innumerevoli documenti e incartamenti, ostentando una sicurezza che non aveva, si era recata dal Signor Inps, per convincerlo che sarebbe arrivato presto l’Ovetto  e affermare il suo diritto alla maternità nonostante il lavoro precario.
Vista una certa e mal celata avversità da parte dell’impiegata di turno, anche solo la presentazione della domanda di maternità era dunque sembrata una vittoria a tutta la famiglia Ovetti.

Circa tre settimane fa, quando Mamma Ova trascinava ormai ogni giorno lei e la sua pancia in giro nelle aule di una calda Milano, l’Ovetto scalciava come un matto e reclamava un po’ di attenzione e qualche coccola.
Così, dopo innumerevoli ore di lezione ed esercizi preparati, ostentando una sicurezza che non aveva, si era recata dal Signor Orario, per spiegare che le ore di lavoro che ormai le rimanevano erano poche ed intendeva concluderle entro la fine del suo ottavo mese di gravidanza.
Vista una certa e mal celata contrarietà e diffidenza, solo il conto delle ore-minuti-secondi che mancavano allo scadere del contratto era sembrato una vittoria a tutta la famiglia Ovetti.

“Ok, questo era l’ultimo esercizio. E per me direi l’ultimo dell’anno. Io vi saluto, vi faccio un grande in bocca al lupo per gli esami e spero di rivedere la minor parte di voi a settembre. ” Con queste parole, venerdì Mamma Ova ha salutato la sua classe di ingegnerini;  è seguito un silenzio di qualche secondo.  Sarà stato sicuramente il sollievo di non vedere più Mamma Ova a lezione ad imperversare con integrali doppi o matrici diagonalizzabili, sarà stata la consapevolezza di sapere che agli esami di luglio non ci sarà, sarà che sono matricole e in questi primi lunghi e faticosi otto mesi di università , hanno -forse- imparato qualche cosa e poco importa se è la matematica.

Sarà stato …  qualsiasi cosa sia stato, al silenzio è seguito un grande applauso.

E questo a Mamma Ova è sembrato davvero una bellissima vittoria!

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