11 passi difficili

Una mattina, non una in particolare, semplicemente una mattina.

Metti che la sveglia suoni presto, molto presto; è già successo questa settimana per Torino, per Certaldo, oggi è per Dusseldorf: fin qui nulla di nuovo.

Metti che ti giri per spegnerla e piano piano accendi tutti i neuroni (quei pochi rimasti).

Metti che all’improvviso ti ricordi… e cominci a muoverti piano; il “marine” che è in te (e che non sapevi di avere fino a pochi mesi fa) è già entrato in azione.

Balzi giù dal letto, no, non è vero, ti trascini giù e più corretto. Niente luce (metterebbe in allerta il nemico), niente ciabatte (stesso motivo), però fa freddo… allora ti concedi almeno le calze (mica facile trovarle al buio).
Ieri sera nell’ultimo giro di ispezione prima della nanna avevi dato un ultimo controllo al campo di battaglia: tolti tutti i peluche, i lego, gli orsacchiotti e i temibili giochino sonori: sai che il campo è sgombro.

Prendi in mano l’ipod che illumina la mano e i 30 centimetri che ti stanno davanti, giusto per evitare di sbattere contro qualche cosa, e ti avvii verso la zona giorno non prima di aver raccattato le chiavi di casa: fin qui era facile.
Apri la porta che divide la zona notte dalla zona giorno ed in un attimo sei di la, in salotto, ormai hai familiarità con questa parte del piano: ti muovi svelto (anche perché hai freddo), levi l’allarme, giri (piano) la serratura  “CLACK” (ho detto piano!!! Porc…ma tutte le volte!), senti il nemico che si rigira nel lettino (ha sentito il CLACK!!!)  ma non c’è tempo per recriminare, ti rigiri ed in un attimo sei tornato in camera,…. in terra amica: ri-socchiudi la porta.

A questo punto ti rilassi, accendi la luce ed hai un’abbondante decina di minuti per andare in bagno, vestirti e controllare di aver preso tutto o che tutto sia in valigia: cellulare – auricolare – portafoglio – chiavi di casa – chiavi della macchina – ipod – computer – cavi vari – passaporto e vestiti. Si, lo so che ho preparato tutto la sera prima, ma in questa fase un errore sarebbe fatale; una volta uscito dalla camera / terra amica puoi solo andare avanti: non c’è una seconda possibilità.

Un bacio a mamma Ova che tifa per te (anche perchè se fallisci sarà lei a subirne le conseguenze).

Ok, ora  sei pronto. Basta solo farti coraggio, in fondo dieci minuti fa eri di la e non hai avuto grandi problemi: già, ma ora è diverso: la tenuta light mutande/canotta/calze ha lasciato il posto alla più tecnica e decisamente più ingombrante tenuta composta da: scarpe (suola in cuoio…fan rumore), borsa per il computer (a tracolla sul braccio destro), trolley (mano sinistra) chiavi di casa e ipod/torcia (mano destra) e giubbotto invernale che ti fa sembrare un po’ omino Michelin e soprattutto emette fruscii in continuo.

Ok, si comincia:

Primo passo… le suole delle scarpe fanno toc
Secondo passo… la tracolla cerca di scendere dal braccio, mi strorto tutto ma la tengo
Terzo passo… l’ipod si spegne; mi fermo e lo riaccendo
Quarto passo…
Quinto passo … il giubbotto fa frusccc…..fruscc…
Sesto passo… sono a metà; dai che ce la faccio!
Settimo passo… … l’Ovetta emette un gemito, cacchio, devo stare più attento
Ottavo passo…
Nono passo… si è rispento l’Ipod; mi rifermo e lo ri-ri-accendo
Decimo passo… l’Ovetta ha emesso un secondo mugugno: devo fare alla svelta

Undicesimo passo… abbasso lentamente la maniglia, apro piano la porta, un raggio di luce esplode in salotto, mi butto fuori e richiudo immediatamente la porta: rapido ma silenzioso, appiccico l’orecchio per sapere se soldato Ovo ha compiuto con successo la missione anche oggi; pare di si, dal salotto non arriva nessun “ghe”: l’Ovetta sta ancora dormendo.

Mi rilasso, mi ricompongo e mi giro verso il portone; dall’altra parte “Nonna Full Time” sta entrando per cominciare la sua non stop con i due ovetti del piano di sopra; mi guarda benevola: “coraggio, in fondo adesso le aspetta solo una giornata di lavoro”.

Ok, due settimane alle ferie, solo due.

This Post Has One Comment

  1. ciao papà Ovo,ciao mamma Ova, come state? ho avuto l’indirizzo del blog da antonello che è venuto a roma nel recente ponte.
    a parte i commenti sul blog, peraltro davvero carino, ho colto l’occasione per salutarvi. vi lascio la mia mail così è più semplice tenersi in contatto. un abbraccio a tutti e tre, giuseppe, sabrina e giulia
    xxxxx@yahoo.it

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