La prima parolina

 

Primi dicembre 2008

“Adesso dovreste cominciare a sollecitarle le prime parole,  beh… chiaramente non saranno parole di senso compiuto ma l’aiuterete ad orientare l’uso della parola. Dovreste cominciare con le lettere più facili come la A o la E per le vocali e la M o la P  per le consonanti. Si sa che le parole più facili, anche perché le sente sempre ripetere, sono Mamma e Papà; ecco comincerei da queste”

La general pediatra, capo in forze supremo per quel che concerne sviluppo e salute della piccola Ovetta, si è così pronunciata.

A noi il compito di obbedire; il che tradotto in pratica vuol dire passare ore e ore di sessione mattutina, pomeridiana e serale davanti all’Ovetta a ripetere M A M M A….. P A P A’, e poi M A M M A….. P A P A’, e poi M A M M A….. P A P A’, e poi M A M M A….. P A P A’, ed infine M A M M A….. P A P A’, e vai così.

Poi, un giorno, uno a caso, l’Ovetta ha alzato la mano a zittirci: “ho capito”, ci ha guardato, ha socchiuso gli occhi, ha cercato dentro di se la forza per emettere questi suoni a formare la fantomatica prima parola, poi, con la calma dei giusti, ha riaperto gli occhi ed ha esclamato: UGUBHU! Seguita da grossa risata.

Niente A, niente E, nemmeno una M, neppure una P.

Diciamo che preferisce le G, le B  e soprattutto le U.

Per la cronaca: l’Ugubhu esiste davvero (http://www.ancacapoeira.com/ugubu.htm), trattasi di arco preistorico di origine africana. Le possibilità sono 3: o ci diventa archeologa, o si butta in conservatorio, oppure è particolarmente interessata alle tribù Zulu il che, forse, vuol dire “smettila di guardare il National Geographic mentre mi allatti”

PS: la parola più pronunciata è poi diventata ” Angù “, abbreviata anche nel più colloquiale ” ‘ngù “

Close Menu