Di corsa

“Allora bimbi ecco il piano di battaglia (perché di battaglia si tratta)!
Tu Monno al via scatti imperioso e non ti fermi più, anche perchè qualsiasi altra cosa ti dica non la faresti ma scatteresti imperiosamente e non ti fermeresti più.
Ti chiedo solo di non calpestare al via i bambini che cadranno (perché da tradizione ci sono sempre bambini che cadono) e di tenere il meglio per lo sprint finale.
Tu Ovetta corri con me come gli altri anni; non ti preoccupare e vedrai che riusciamo ad arrivare piazzati bene e prendiamo una medaglia anche quest’anno (magari evita anche te i bambini che cadono ma tu sei brava e lo fai di tuo).
Tu Pica gareggi con la mamma (la cucciola mi guarda male certa che sua madre non sia all’altezza di tale importantissimo compito… anche mamma Ova mi guarda male certa anche lei della stessa cosa) MA appena arrivo nei pressi del traguardo con l’Ovetta io torno indietro a prenderti e facciamo l’ultima parte insieme: vedrai che anche per te ci sarà una medaglia finale.”

Se non l’aveste capito questa domenica si è tenuta la tradizionale gara non competitiva (ma andatelo a dire ai nanetti) per le vie del paese; gara di 2 km (sulla carta) ovverosia 1,4 km (nella realtà) che richiama frotte di bimbi di ogni ordine e grado in Ovocity.

Sulla carta il piano degli Ovetti era perfetto… sulla carta.
Poi è arrivato il momento della gara.

La gara del Monno è non giudicabile. Lui è scattato imperioso e nessuno l’ha più visto. Arriverà al traguardo secondo assoluto (su tutte le scuole elementari) e primo della sua età.
Altro non si sa visto che il resto della famiglia era abbondantemente dietro.

L’Ovetta è scattata forse un po’ troppo veloce per il suo passo, ha corso egregiamente per il primo km e poi è andata in crisi verso la fine; in realtà è stata una fortuna visto che, sarà stata la fatica o sarà stato qualche cosa d’altro, ma ha iniziato a sgorgare dal naso tutto quello che gli aereosol dei giorni precedenti non erano riusciti a far uscire (non c’entra molto con la corsa ma tant’è). Chiuderà seconda della sua età e salirà sul podio felice “a panino” tra la sua amicissima C. e la sua compagna di classe C.

Pica ha avuto un avvio più complicato: prima si è trovata di fianco un cagnolone buono come il pane con mezzo metro di lingua fuori… ma Pica ha terrore dei cani. Poi ha calpestato abbondantemente il bimbo caduto all’avvio (come da tradizione). A quel punto ha ben pensato di mettersi a piangere visto le avversità che chiaramente stavano congiurando tutte contro di lei, finchè mamma Ova non l’ha convinta a riprendere la corsa e lei, come ringraziamento, ha prima visto la davanti la sua amica I., poi l’ha messa nel suo mirino ideale ed infine ha acceso il turbo lasciando ai blocchi sua madre. Superata pure l’Ovetta, si accoderà alla sua amica I. (pare che superarla non sia un’opzione praticabile) e terminerà anch’essa seconda della sua classe (dietro appunto alla sua amica I.)

Per la cronaca e per completezza d’informazione…
Mamma Ova ha aiutato la sua bimba nei primi 200 metri, poi è stata abbandonata e ha avuto la conferma che no,… non sarebbe stata all’altezza visto che anche Pica ormai corre e mica poco; in compenso ha comunque dovuto finire i suoi 2 km, è stata coattata per fare la foto con tutti i bimbi in qualità di ….. emmm…. rappresentante di classe (o forse perché tutti gli altri presenti se la sono squagliata) ed è rincasata per sistemare una casa che era esplosa visto che non si poteva far tardi per la corsa cittadina.

Papà Ovo invece dopo la 2 km (1,4 in realtà) ha fatto anche la 10 km (9,6 in realtà) scoprendo che parte del tracciato era completamente al sole nei campi di grano: il che per un asmatico allergico che soffre il caldo è perfetto!
Poi è stato come ogni anno arruolato tra i volontari in cucina che preparano il pranzo per tutto il paese o quasi e, come ogni anno, ha ricevuto i galloni di “capo-lavapiatti”.

Insomma: una domenica “normalmente di corsa”

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