Prima

Prima…
… sabato mattina i vetusti genitori si sono svegliati all’alba.
Come ogni milanese imbruttito che si rispetti hanno fatto colazione davanti al computer facendo la spesa on-line e poi si sono salutati.
Mamma Ova per andare al lavoro, papà Ovo per svegliare i nani, colazionarli, andare a fare spesa prima da una parte e poi dall’altra per cercare tutto quello che mancava, portarli a nuoto e rientrando fermandosi a raccattare la spesa on line precedentemente prenotata.
… sabato pomeriggio poi, dopo aver pranzato, papà ovo prima si è messo a fare i compiti con il Monno, poi ha guardato con sguardo alla Clint Eastwood i fornelli sussurrando sotto voce: “Siete miei!”. Intanto mamma Ova e le Ovo-girls erano sparite in direzione parrucchiere dove sono poi state sorprese da un uragano abbattutosi in brianza.
Rientrate bagnate come pulcini agli Ovetti è stato dato un compito super-importante: “Bimbi! (ha tuonato papà Ovo), sapete che domani sarà una giornata importante! Quindi ora giocate, leggete, guardate programmi culturali o discutibili in TV, fate ciò che volete ma lasciateci lavorare!”
Dopodichè anche mamma Ovo è entrata in cucina e ha guardato alla Clint Eastwood i fornelli sussurrando etc..etc…
…sabato sera (e sabato notte) la solfa è cambiata poco: papà Ovo e i suoi amici fornelli impegnati in una strenua lotta e mamma Ova che ogni tanto aiutava il marito e ogni tanto lavava, asciugava, stirava apprettava cinquevestiticinque.
… domenica mattina la sveglia è suonata alle 6,40. Gli Ovo genitori, distrutti nel fisico, hanno ripreso da dove avevano lasciato. Finchè, 4 ore dopo, la casa si presentava come un gioiellino, la macumba ripetutamente fatta aveva sortito l’incredibile risultato di non vedere pioggia all’orizzonte, tutte le cibarie comprate il giorno prima erano state preparate, cotte ed impiattate e per finire tutti gli Ovetti dalla piccola Pica (“Guardate come sono bella io!”) al grande papà Ovo (“Le scarpe! Devo lucidare le scarpe!”) erano vestiti di tutto punto e pronti per uscire.

Poi…
… l’Ovetta è stata accompagnata in chiesa dove ha trovato le sue amichette e insieme alla sua catechista si è accomodata sulla prima panca di una chiesa stracolma, pronta, un po’ sorpresa, un po’ intimidita, un po’ divertita e un po’ emozionata per la sua prima Comunione.
Anche mamma e papà erano un po’ emozionati di vedere la loro piccola, forse non più tanto piccola, pronta per un passo così importante.

E infine…
… una gran festa! Con gli Ucas e lo zio A. in gran spolvero e tutti intorno ad un tavolo come da nostra tradizione.
All’Ovetta sono arrivati tanti regali ma vanno menzionati almeno il suo “primo mazzo di fiori”. Tale regalo deve la sua importanza anche al fatto che i mittenti dei fiori sono il Monno e Pica; i due in precedenza avevano anche scritto il biglietto di auguri facendo la brutta e la brutta della brutta versando peraltro litri e litri di sudore. Ma bisogna anche ricordare il suo auto-regalo, molto nelle corde dell’Ovetta… “Perché mamma, papà ho deciso: non voglio le bomboniere… diamo i soldini a qualcuno che li usi bene davvero”. 
Poi, sul finire del pomeriggio, sono anche arrivate un paio di amiche, con cui buttarsi finalmente in un giardino incredibilmente baciato pure dal sole.

Insomma … una “prima” felice.

Lasciaci il tuo commento...

Close Menu