Tra S. Francesco e il lupo

“Pica.”
“Dimmi papà.”
“Ci era venuta un’idea ma ci sembrava giusto chiedere un tuo parere. Vedi vorremmo fare una camminata… e noi sappiamo che tu sei una grandissima camminatrice. Però questa volta si tratterebbe di fare davvero tanti km, ma tanti tanti, ovviamente noi ti aiuteremmo e ogni tanto ci riposeremmo anche… te la senti?”
“… mah… io la farei in macchina!”
“Ehmm… non si può.
“Allora forse no.”
“Ah… va beh… pazienza, pensa che saremmo stati via tre giorni (la piccola alza il sopracciglio interessata)… Dormendo in sacco a pelo (la piccola alza tutte e due le sopracciglia)… insieme con le tue amichette C. e E. e anche con la loro mamma e il loro papà (la piccola spalanca la bocca); davvero non vuoi?”
“Ma non si può fare in macchina?”
“No.”
“Ah… e vabbè… allora facciamola a piedi”

Due settimane fa, incassato l’ok definitivo di Pica, la famiglia Ovetti insieme ad una coppia di amici e alle loro figlie si sono messi ad organizzare la camminata tra Assisi e Gubbio (49,750 km) tra lo stupore dei conoscenti (ma quei bimbi sono piccoli!) e le preoccupazioni degli Ucas di qualsiasi famiglia (Dategli un occhio eh? Non mandateli nei pericoli eh! Ecc…ecc…) da farsi in tre giorni.

Dapprincipio i nostri eroi hanno dovuto diramare un dubbio amletico: ma se San Francesco d’Assisi (e in questo caso che sia “d’Assisi” è importante) è andato da casa sua a Gubbio, perché tutti fanno la camminata in senso inverso da Gubbio ad Assisi? E soprattutto in che verso l’avremmo dovuta fare noi?
Il dubbio è stato dipanato in maniera molto pragmatica avendo trovato alloggi per le date possibili solo nel verso Assisi – Gubbio.

Day 0
La famiglia Ovetti con una macchina colma come per una spedizione himalayana parte alla volta delle tappe intermedie dove lascerà, ogni volta, una cassa piena di viveri di prima necessità; poi alle ore 22 tutta la famiglia verrà scaricata alle porte di Assisi in uno scintillante albergo bistellato con vista (veramente) mozzafiato sulla basilica. Papà Ovo, non contento, riporta la macchina alle porte di Gubbio dove gli amici, testè arrivati, lo caricano con loro. Lasciata una vettura in loco, si ri-dirigono all’albergo alle porte di Assisi di cui sopra ivi giungendo poco dopo mezzanotte. (Se non avete capito nulla non vi preoccupate: noi ci abbiamo messo due settimane per capire che questo era l’unico modo per avere viveri alle tappe intermedie e una macchina all’arrivo onde evitare di doversela fare a piedi pure al ritorno).

Day 1 (Assisi – Valfabbrica – 18 km)
Pronti, partenza e via! La giornata comincia con abbondante colazione, prosegue con visita alla basilica di Assisi per poi cominciare davvero a camminare. Papà Ovo e papà M., carichi come degli sherpa ma senza averne le tempre fisiche, scoprono che, sebbene abbiano sempre mentalmente vent’anni (a volte anche meno), in realtà le loro spalle e le loro ginocchia ne hanno decisamente di più.
Il meteo si mette al bello, anzi bellissimo, forse troppo e il caldo non aiuta; da cui grandi feste ad ogni fontanella che permette bevute e lavaggi corporali dei bimbi.
La camminata viene inframezzata da un ottimo pasto a base di panini e affettati. Poi, all’arrivo a Valfabbrica, i nostri camminatori festeggiano con bagordi lussuriosi (una coca cola), elemosinano sale e olio (dimenticati) e arrivano al rendez-vous con il “marito e il figliolo de la mi mamma” che li accompagnano in uno splendido agriturismo sperduto. Qui i nostri eroi nell’ordine rischiano la vita per arrivare, si accasciano su un terrazzo con vista per riconciliarsi ognuno con i propri muscoli e i propri pensieri e si chiudono fuori dall’agriturismo dimenticandosi le chiavi dentro per finire in bellezza. Nota di merito a mamma Ova e mamma L. che, dal pacco di viveri ivi lasciato il giorno prima, mettono in piedi una pasta al pesto mangiata di gusto mentre i bimbi giocano felici per tutta la sera.

Day 2 (Valfabbrica – Bellugello – 12 km)
Riportati sul percorso principali sempre dal “marito e il figliolo de la mi mamma” e sempre a rischio della propria vita, i viandanti affrontano la tappa più breve ma anche più complessa del giorno.
La mattinata scorre tranquilla, non fosse per un percorso abbastanza impegnativo; poi, purtroppo, ecco arrivare la pioggia a complicare il tutto. 
I nostri impavidi camminatori si rifugiano sotto un albero e pasteggiano a panini (toh! Che novità) per poi rimettersi in cammino sotto un’acqua sempre più copiosa. E qui si canta per non sentire la fatica, ci si aiuta a superare piccole crisi di stanchezza, si chiacchiera per dimenticarsi quanti chilometri mancano all’arrivo; il gruppo si dipana e si ricompatta a tratti, cercando conforto nel fatto che “se l’ha fatto Francesco…”
All’arrivo a casa della Sig.ra P. troveranno un fuoco acceso e un po’ di cioccolato gentilmente offerto dalla nostra ospite e anche Pica, in leggerissima difficoltà finale, si riprenderà alla grande grazie a manate di cioccolato inghiottito al volo.
Mentre il Monno e la sua amica C. si danno a sfide infinite prima a carte e poi a Shangai, l’Ovetta spiega la seconda guerra mondiale all’amica E. (?!?). Intanto Pica tira matto il povero papà M., il quale sarà ricompensato da un rarissimo bacio con abbraccio prima di andare a dormire, mentre mamma Ova e mamma L. si accaparrano la prima fila davanti al camino e cominciano una chiacchierata enciclopedica. Papà Ovo si fa aprire (sempre dalla Sig.ra P. tuttofare del paese) l’unico bar-centro ricreativo-circolo ormai quasi perennemente chiuso dove si possono reperire le uniche coca-cola presenti nel raggio di vari km.
Serata con abbondante insalata di riso, giochi di carte, prese in giro e risate generali: poi tutti a nanna in una casa ormai diventata bollente causa caloriferi (finalmente) accesi.

Day 3 (Bellugello – Gubbio – 20 km)
Sebbene di notte abbia piovuto copiosamente, la mattina si presenta fresca, frizzante e soleggiata. Purtroppo questo non basta ad asciugare il sentiero in mezzo al bosco che quindi si presenta pieno di fango. Difficili le salite, quasi impossibili le discese e infatti si conta più di un sedere per terra.
Poi, superato un ponte simil-tibetano il bosco lascia spazio ad un sentiero ghiaioso e tutto diventa più facile. Nota di merito alla visita all’eremo di San Pietro in Vigneto: uno spettacolo.
Sosta obbligata per un frugale pasto …sì, avete indovinato… panini!. E poi si riprende il cammino, cantando tutti insieme fin quando dopo una curva, in lontananza ecco Gubbio! Da lì, a dire il vero, ci sono ancora circa 8 km, non proprio una passeggiata. Ma i chilometri, uno dopo l’altro, passano fra qualche problema fisico dato dalla stanchezza ma anche con un morale alle stelle fino ad arrivare al punto finale del cammino cioè la piccola chiesetta della Vittorina per una fotografia di rito che rimarrà sempre con noi.
Un gelato non si può negare prima di prender confidenza con le camere del convento francescano che ci ospiterà e dove i bimbi trovano una grande camera con 5 letti tutta per loro. Infine tutti al ristorante per una pizza ristoratrice dove Pica riassume dall’alto della sua seienne saggezza la situazione…
“Pica, dimmi una cosa: da 1 a 10 quanto sei stanca?”



(Ohibo! Vecchio bacucco che non sei altro. Non starò a ricordarti che negli ultimi 3 giorni ho percorso in tutto 55 km a piedi, ho incontrato il sole, la pioggia, il vento e il fango, non ti ricorderò nemmeno i 12 km di salita e gli 11 di discesa, non ti ricorderò che ho incontrato un sacco di gente e tutti con un sorriso, non ti ricorderò le giocate con i miei fratelli, la mia amica C. che mi aiuta prendendomi per mano, nè la mia amica E. che mi racconta le storielle, non ti ricorderò i panini mangiati per terra ai piedi del sentiero, nè le corse per bere alle fontanelle, e nemmeno le canzoni urlate a squarciagola tutti insieme, non ti ricorderò infine tutte le chiesette viste, quelle aperte e anche quelle chiuse, non ti ricorderò che qualcuno mi dava sempre una manina perché in fondo son piccina. Non ti ricorderò tutte queste cose e alla tua domanda su quanto io sia stanca ti risponderò con una sola parola che insieme ti dirà anche quanto io sia fiera di tutto quello che ho fatto…)



“Sì”

I nostri eroi sono rientrati oggi dopo essersi ripresi la macchina lasciata ad Assisi, aver fatto la foto (il Monno la pretendeva) alla statua di San Francesco e il lupo, aver pranzato “quasi” in riva al mare sulla via del rientro e aver raggiunto casa dopo una coda infinita di oltre 6 ore di autostrada… ma ne valeva la pena.

Grazie speciale a mamma L., papà M., ovetta C. e ovetta E. che sono stati la miglior compagnia che potessimo avere in questa avventura. Grazie per la condivisione dei tanti passi, della fatica, delle emozioni e della gioia di questo cammino. 

This Post Has One Comment

  1. ll primo passo verso il completamento della via Francigena?!?
    Io vorrei poter fare il cammino di Santiago, ma bisogna partire piano e questo mi sembra un ottimo primo approccio! Grazie del suggerimento!

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