In Gondola!

Sfruttando il ponte appena passato, lasciata a casa mamma Ova oberata dal lavoro, il resto della famiglia Ovetti ha passato una due giorni a Venezia, incuranti dell’apocalisse di pioggia scesa su gran parte dell’Italia e malgrado le previsioni non fossero proprio primaverili.

Giorno1
Gli Ovetti si alzano senza batter ciglio, si colazionano senza batter ciglio e si catapultano in macchina senza batter ciglio.
Cinque km dopo il Monno batte ciglio ed esclama: “Ho dimenticato a casa il giubbotto”; papà Ovo batte più volte ciglia in preda ad un piccolo attacco ma poi soprassiede, gira la macchia e torna a prendere il giubbotto questa volta assicurandosi che il cucciolo avesse però portato anche maglietta, pantaloni, scarpe (entrambe è meglio), calze (entrambe sempre meglio) e mutande.
Il viaggio scorre abbastanza velocemente scandito solo da un botta e risposta tra papà Ovo e Pica: “Papà, è questa Venezia?” “No, siamo solo a Bergamo”… “Papà, è questa Venezia?” “No, siamo solo a Brescia”… “Papà, è questa Venezia?” “No, siamo solo a Verona”… (seguono anche Vicenza e Padova).
Alle ore 12,30 gli Ovetti già lasciano tutto in albergo (a Mestre per evitare di dover vendere un rene) e si dirigono nel downtown perfettamente equipaggiati: ognuno dotato di scarpe da ginnastica (gli stivali vengono abbandonati temerariamente), pantaloni indossati poche ore prima ma già sporchi, giubbotto, K-way alla bisogna e macchina fotografica personale al polso.
Alle ore 13,30 sul ponte di Calatrava, il Monno e  l’Ovetta scommettono su chi sarebbe caduto prima… papà Ovo dichiara fuorilegge dette scommesse; nel frattempo Pica vede il più bel gabbiano del mondo e gli dedica un servizio fotografico completo.
Alle ore 14,30 pausa panino: essendo in quattro e non avendo palati pluristellati i quattro panini e le due cocacole (da dividersi) sono venuti via in fondo a poco: 32 euro, una cifra modica ma, non crediate, i panini sono stati mangiati in piedi!
Alle ore 15,30 stante un po’ di pioggia, si decide per la classica visita a Murano.
Durante la visita alla fornace i bimbi rimangono con la bocca spalancata dalla meraviglia, papà Ovo invece è dannatamente felice perché è riuscito a far passare tutti da un negozio di vetri soffiati senza nemmeno che un ninnolo si rompesse… mica da tutti eh?
Alle ore 16,30… cioccolata calda seduti ad un bar: questa tappa può esser vista come la prima giusta sosta della giornata oppure come un lusso da signori facoltosi… entrambe le versioni sono vere.
Alle ore 17,30 si passa per canal grande e il ponte di Rialto, si osservano i negozietti di vetro soffiato (perché ormai tutti e tre sanno benissimo come si lavora e ne discutono animatamente) e si cerca di concupire inutilmente papà Ovo davanti ad un negozio di caramelle già visto a Praga “Appunto bimbi: sono le stesse caramelle di quest’estate, niente di nuovo, suvvia!”. E la difesa, non si sa come, ha retto.
Alle ore 18,30 notando i primi cenni di cedimento si anticipa la cena a carattere prettamente veneta e si mangia solamente piatti locali: wurstel, hamburger, nuggets e patatine… con la coca… of course! A papà Ovo è stato offerto di lasciare il nome per la prenotazione e tornare di lì ad un’ora per avere un tavolo vista canale perfettamente imbandito oppure, in alternativa, di sedersi subito in un tavolo davanti al bar: scelta ovvia, eh?
Alle 19,30 tutti in piazza S. Marco per vederla illuminata tra gioia e stupore.
Alle 20,30 gioia e stupore si tramutano in giubilio davanti alla scelta di ritornanare a Calatrava con il battello che percorre tutto Canal Grande: si dà fondo alle ultime riserve delle batterie delle macchine fotografiche e Pica da fondo alle sue proprie ultime riserve di energia addormentandosi sul battello.
Alle 21,30 rientro a Mestre dove poco dopo si decide che le femminucce divideranno il letto matrimoniale mentre i maschietti avranno ognuno un lettino. Poi tutti a nanna….

Giorno2
Il secondo giorno è stato più che altro dedicato al perdersi un po’ in giro, passando per un passaggio-gondola, andando per Santa Croce, per San Polo, per Cannaregio e finendo in piazza dove stupitissimi si ammira la mitica e fantomatica “Acqua alta” (scientificamente si dovrebbe dire che era alta sì e no 5 cm e solo in alcuni punti…. Però se non lo diciamo fa più interessante).
Si finisce con la visita alla Basilica e al ponte dei Sospiri per quello che risulta il gran-tour classico.
Poi.. piano piano… tutti a casa!

Sommario

Le cose che sono piaciute di più:
Pica: il campanile di San Marco, “perché che non ha l’orologio e non è attaccato alla chiesa… guarda che è strano!”
Ovetta: la fabbrica del vetro (la cui lavorazione sa descrivere passo passo con dovizie di particolari).
Monno: Piazza San Marco ma nella sua particolare versione (comprendente oltre la piazza, il campanile e le due torri, anche il Ponte dei Sospiri che non c’entra nulla ma per il Monno invece si)

Le cose che sono piaciute di meno:
Pica: “Dunque… niente!”
Ovetta: “La coda che non ci ha fatto entrare a Palazzo Ducale, mannaggia! E.. anche l’acqua che non è azzurra ma tutta sporchina…”
Monno: “Ma… niente… è stato tutto bello… siamo passati anche su 50 ponti (li ho contati) e lunedì prossimo non si va a scuola perché c’è la festa del patrono… AH! ecco ho trovato! Non mi è piaciuto che la gita sia finita!”

This Post Has 2 Comments

  1. Ma che bravo il papà che si scorrazza i pargoli tutto solo! Venezia è da visitare non c’è dubbio, anche se io vivendoci vicino me l’han fatta visitare così tante volte da non farmela più piacere!

  2. Quanto è bella Venezia… l’ultima volta che siamo andati con le bimbe è stato davvero tanto tempo fa ma io e Mr D. ci andiamo spesso e ci siamo ripromessi (due settimane fa circa) di portarle al più presto. Venezia ha davvero un che di magico.

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