Stress test

Martedì alle ore 18,30 è cominciato lo “stress test” di casa Ovetti; il nome è stato coniato da papà Ovo e tendeva a valorizzare il fatto che se la casa avesse retto a tale test… sarebbe potuta esser considerata a tutti gli effetti “casa antisismica”.

Il test consisteva nell’invitare dieci amichette dell’Ovetta a casa per una festa-pizzata-party.

Agenda della serata:
ore 18,30 ritrovo in casa, visita al giardino, urla di giubilo, capriole e rincorse varie.
ore 19,00 tour guidato dell’interno della casa.
ore 19,30 giochi misti in giardino al termine dei quali si conta solo un ferito non grave (botta sul labbro, qualche microgoccia di sangue e parecchi casi di quasi svenimento dovuti alla vista delle microgocce di cui sopra)
ore 20,00 Pizza!
ore 20,30 Ripresa dei giochi misti al termine dei quali si conta una palla dispersa nel giardino dei vicini e una bimba caduta in depressione totale “Mi sento colpevole di aver perso la palla”… “tesoro era una palla di decathlon, valore 50 centesimi quando non era ancora mangiucchiata e comunque domani la vado a riprendere”…  “mi sento colpevole di aver perso la palla”…
ore 21,00 Ghiacciolo!
ore 21,30 Disco dance! (tutte in una stanza… grande sì ma pur sempre una stanza con musica a palla e luci strobo…. Oh Yeah!)
ore 22,00 Riconsegna di ciò che ne resta delle fanciulle ricoperto da abbondante sudore e sorriso smagliante ai rispettivi genitori.
ore 22,30 constatazione che la casa… ha retto!

Ecco quello che si è capito da quella serata…

  • L’importante è urlare. Sempre e comunque. Non ci si deve chiedere un perché… si deve urlare; punto.
  • Nei momenti in cui, per evidenti limiti fisici, ci si veda costretti a rifiatare, allora si deve correre da una parte all’altra del giardino e anche in questo caso non necessariamente con una meta: si corre da una parte all’altra e poi… si torna indietro (sempre di corsa).
  • Si entra in casa in punta di piedi come una vera damigella del 600 a suon di “permesso… posso andare anche io in giardino… mi potrebbe indicare il bagno per cortesia?…) e si finisce come un camionista ma di quelli tosti (“Ragazze guardate come riesco a mettere tutte le patatine in bocca senza scoppiare!!!”…e ce ne sarebbero altre ma non sono scrivibili).
  • Il Monno, unico maschietto in mezzo ad una dozzina di isteriche, se ne frega altamente e si mette a giocare con chiunque gli capita a tiro; alla fine della serata sarà stremato e felice come le sue sorelle.
  • Pica non accenna stanchezza e corre e salta come una pazza anche lei… non ci si capacita ma è una del gruppo pure lei.
  • Il ghiacciolo è troppo!?! Nel senso che almeno la metà delle bimbe non sono riuscito a finirlo… il che è segno evidente di come le tendenze cambino visto che, “ai nostri tempi”, per cercare di avere un secondo ghiacciolo si potevano rompere amicizie pluriennali.
  • La faccia dei genitori che vengono a riprendere le rispettive iene è un misto di stupore e ammirazione; probabilmente vorrebbero dire: “Complimenti! Avete avuto un bel coraggio! E siete pure sopravvissuti”… ma non osano; credo sperino che prima o poi si faccia il bis… ma sempre a casa nostra!
  • Ad intervalli regolari di circa 45 minuti circa, una bimba (possibilmente a caso) si allontana dal gruppo e si mette, senza motivo apparente, nell’angolo più lontano possibile a piangere.
    Scatta all’ora la seguente manfrina:
    a) un’altra bimba se ne accorge e corre verso le amichette dicendo: “STOP! L’Ovetta X sta piangendo!”
    b) tutte le bimbe smettono contemporaneamente di fare qualsiasi cosa stessero facendo (anche nel caso fossero in bagno!) e si precipitano dalla piangiolenta.
    c) segue conciliabolo fittissimo dove un paio di bimbe cercano di consolare la piangiolenta, un altro paio cerca di capire a cosa sia dovuto il dramma e le altre negano le ipotesi formulate; poi a minuti alterni si scambiano i ruoli;
    d) dopo 5 o 6 minuti come per miracolo imposto dall’alto dei cieli, la depressa cosmica rinasce a miglior vita e tutto il gruppo torna di corsa ed urlando a fare quello che stava facendo prima.
  • Questa è l’età PRE-adolescenziale… e mamma e papà Ovo ne sono abbastanza terrorizzati.
  • Il Monno e Pica sono già andati alla carica: “Mamma? Quando facciamo anche noi una serata festa-pizzata-party con i nostri amici?

PS: Venerdì è finita la scuola! Anche qui due perle sono degne di nota; il Monno è uscito dal suo ultimo giorno e come da tradizione ha gettato le braccia al cielo urlando “E’ finita!!!” (manco fosse stato detenuto al carcere duro da qualche anno); l’Ovetta invece è stata più discreta, tranquilla, compassata, felice ma il giusto, si è goduta l’inizio effettivo dell’estate… senza piangere!! (il che è una GRANDE novità).

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