Nel corpo e nello spirito

E’ tradizione famigliare in casa Ovetti, durante la cena, raccontarsi vicendevolmente le cose più belle e le cose più brutte successe nella giornata appena trascorsa.
Una sera di questa settimana….

“Ovetta, vediamo e a te cosa è successo di brutto oggi?”
“Eh… mamma…. Oggi l’Ovetto Z ha fatto ancora il monello”
“Cioè?”
“Come al solito… tutti i giorni!… lui chiacchiera, chiacchiera, chiacchiera…e poi alla fine la maestra non ne può più e ha ragione”
“Mmm… ancora eh? E quindi cosa è successo?”
“La maestra l’ha mandato fuori dalla classe. Gli ha proprio detto: “Senti vai a farti un giro, vai dalle bidelle, vai in bagno, vai in corridoio, vai dove ti pare ma calmati e poi torna”
“Eh… effettivamente.. la maestra doveva essere proprio arrabbiata.”
“E a te Pica, succede anche da te che la maestra manda fuori dalla classe qualche bimbo monello (il che sarebbe molto improbabile visto che fai l’asilo ma chiedere non è mai sbagliato)?”
“Mmmm” (la bimba ci pensa su un pochino).
“Sai mamma,….. qualche volta l’Ovetta R. fa davvero la monellissima e allora la maestra le dice:” Guarda che adesso ti mando fuori dalla classe!!!”
(si badi che l’Ovetta R. nell’immaginario Pichese è responsabile di tutte le nefandezze del mondo da quelle poco gravi – non ha fatto il disegno – fino a quelle più gravi, direi gravissime – “Mi ha spinto facendomi cadere e non è colpa mia se sono caduta anche se avevo gli occhi chiusi e correvo senza guardare nossignore è colpa sua che mi ha spinto anche se nessuno l’ha visto e nemmeno io ma è colpa sua sicuramente” e tutto detto senza nemmeno una virgola.)
“Oh! Addirittura! E poi l’ha mandata fuori dalla classe davvero?”
“No mamma… alla fine è stata brava.”
“Vedi Pica! Che anche l’Ovetta R. è stata brava!”
“No mamma, non hai capito. La maestra è stata brava, non l’Ovetta R. E siccome (la maestra) è stata brava, allora non ha mandato fuori dalla classe l’Ovetta R. (che invece si conferma essere monellissima: c.v.d.)”
“Ah. Ecco.”
“E tu Monno? Cosa è successo?”
“No, aspetta papà. Volevo fare una domanda all’Ovetta.”
“Dimmi Monno.”
“Ma quando la maestra ha fatto uscire l’Ovetto Z Dalla classe, ne ha fatto uscire solo il corpo?”


(Ne è seguito un attimo di silenzio assoluto. I vetusti genitori si sono tacitamente osservati; papà Ovo ha provato a formulare ipotesi che però gli sono sembrate abbastanza improbabili in quanto il concetto di un bimbo, cacciato da una classe di quarta elementare, ma cionondimeno presente in spirito tra i suoi compagni, che continuavano ad avvertirne la presenza morale e, appunto, spirituale… pareva un filo eccessiva. Così come è apparsa da subito eccessivo l’allontanamento “definitivo” del pargolo novenne con tanto di sparizione della salma).


“Ehmm… Monno… non credo di aver capito. Vuoi dire che succede anche in seconda da te?”
“No papà, quasi mai. Però una volta è successo.”
“E, di grazia, che cosa è successo?”
“Che l’Ovetto P. continuava a disturbare e la maestra prima ha provato a tranquillizzarlo, e poi l’ha
mandato fuori dalla classe; ma non solo con il corpo.”
“Cioè?”
“Papà te l’ho detto! Non solo con il corpo! L’ha mandato fuori con il corpo e con il banco!”

Per essere un vero studente, devi divenire un tutt’uno con i tuoi strumenti di lavoro: tu, la tua bic blu e il tuo banco!

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