Fine e inizio

Giovedì scorso, alle ore 16.25 nella scuola elementare di Ovetti-Town è suonata, per l’ultima volta, la campanella.

All’esterno papà Ovo e mamma Ova hanno prima sentito la suddetta campanella, poi un rombo disumano che si è poi capito essere l’urlo di gioia di circa 500 bambini.
Poi è uscita l’Ovetta che, con un grande sorriso stampato in faccia e come si conviene ad una perfetta damigella di corte, ha prima esternato la sua gioia ai genitori ed agli amichetti; poi è andata a salutare le sue maestre, ad augurarle una buona estate ed ad abbracciarsele un poco.
Due minuti prima, era uscito il Monno il cui atteggiamento era un filo differente. Braccia al cielo e urlando “È FINITA ! È FINITA!” si era diretto verso il padre, aveva gettato sui suoi piedi lo zaino e quindi rialzato le braccia al cielo continuando il suo personale mantra “È FINITA ! È FINITA!”.
Bisognerebbe sottolineare che il suddetto bimbo non aveva appena ricevuto la grazia dopo una condanna all’ergastolo ma si era appena congedato dalla 1° elementare.
Lì vicino Pica osservava il tutto tra il divertito e il basito.

Sabato pomeriggio, l’intera famiglia chiacchera amabilmente ricordando l’anno scolastico appena passato ed in attesa dell’oratorio.

“Allora Ovetta com’è stato quest’anno scolastico?”
“…mmm…. Bello. Abbiamo fatto tante gite!”
“Sì, ok, però avete imparato anche tante cose; cosa ti è piaciuto di più?”
“…mmm…. Quando siamo andati in gita!”
(ecco… appunto… non fa una piega).
“Vabbè, veniamo a te: Monno com’è stata la prima elementare?”
“Facile, però… “
“Però?”
“Però lunedì vado all’oratorio e ho un po’ paura.”
“Paura? Di cosa?”
“Non so dove sono i bagni se mi scappa la pipì.”
“Cucciolo non ti preoccupare; Ovetta: tu lunedì mattina stai un po’ con il Monno e gli spieghi tutto. Ok?”
“Tranquilli, ci penso io”

Lunedì mattina alle ore 8,45 l’intera famiglia si presenta ai cancelli dell’oratorio.
(Breve inciso: l’oratorio di Ovetti-Town è un luogo dove l’asfalto la fa da padrona, dove i bimbi sono accuditi da bimbi che essendo di poco più grandi di loro vengono chiamati “incaricati” e dove da quest’anno è previsto il numero chiuso… ma il numero è 850!… sì, proprio nel senso che ci stanno 850 bambini. E’ quindi del tutto evidente come all’interno dello stesso valga la legge del far-west che poi, tradotto in linguaggio bimbesco, vuol dire “qui si gioca, si gioca e si gioca”)
In circa 30” l’Ovetta viene circondata da un gruppo di pettegol-amichette con cui inizia a zabettare e si dilegua.
Il Monno, che dovrebbe esser impaurito, avvista un suo amichetto dell’atletica e sembra esser meno titubante; poi ne avvista un altro e sembra rincuorarsi, infine ne vede altri due e parte gambe levate salutando a stento con la manina.
Pica lì vicino comincia a infastidirsi visibilmente, lei che – mannaggia! – va ancora all’asilo.

Lunedì sera
Dopo aver ripreso i due esseri, dopo aver tolto un po’ di fango dal viso ed essersi assicurato di aver ripreso proprio i due bimbi giusti, dopo averli fatti spogliare fuori di casa, dopo averli gettati in doccia e infine dopo averli tirati fuori mezz’ora dopo; ecco dopo tutto questo..

“Allora Ovetta ti sei divertita?”
“SIIIIII”
“Con chi sei finita in gruppo?”
“Con l’Ovetta C. e con l’Ovetta E.”
“Bello! Finalmente!”
“E hai aiutato un po’ anche il Monno?”
“Certo! Papà: l’Oratorio è ogni anno più bello! AH! L’Ovetta C. è dovuta andare due volte in infermeria.”
“NO! Si è fatta male?”
“No, ma si è fatta male sua sorella E.; allora i responsabili l’hanno fatta chiamare e lei è andata ma poi non aveva voglia di stare là e allora è tornata a giocare con noi.”
“Ah!… beh…magari dopo sentiamo i genitori dell’Ovetta E. per sapere come sta.”


“E tu Monno? Con chi sei in squadra? Con l’Ovetta E…. che però sai che è andata due volte in infermeria…”
“Ok, e come sta?”
“…. Non lo so, la seconda volta non è tornata.”
“(il che a quanto pare non ti ha toccato molto)… e poi?”
“Poi sono in squadra con l’Ovetto P. dell’atletica e anche con l’Ovetto D.U.!!!”
“NO!!! Davvero? D.U.! (per chi non lo sapesse, D.U. è da sempre l’amico più mitico del Monno, sfortunatamente di un anno più grande).
“Grande Monno! E poi hai trovato i bagni?”
“No”
“?… come sarebbe a dire “No””
“Non lo so dove sono.”
“Monno! Ma sei stato la dalle 8,30 alle 17,00….. non sei mai andato in bagno?”
“No”
“E perché?????”
“Dovevo giocare.”

PS: Per la cronaca l’Ovetta E. non si è fatta nulla, in compenso dopo una sola giornata veniva colpita da botta di calore e in serata toccava i 38°, ma rimessasi in nottata veniva ributtata nella mischia già il giorno seguente. E… gli Ovo genitori ri-accompagnavano per la seconda volta il Monno in oratorio…. direttamente a vedere dove fossero i bagni.

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