Terremoto

Un anno fa, giorno più… giorno meno, abbiamo cominciato a vedere in lontananza un luogo dove nubi grigie si addensavano in maniera sinistra; un luogo dove un paio di Ovetti vivevano ignari delle nubi sopra di loro.
Per tutto questo anno, abbiamo visto queste nubi diventare sempre più fitte.
Sempre più minacciose.
Sempre più nere.
In qualche modo abbiamo provato, senza sapere bene come, a dissolvere queste nubi e questa sensazione d’irrimediabilità.

Non ci siamo riusciti.

Sabato, in lontananza, terribili lampi si sono abbattuti in terra.
E’ facile immaginarsi la scossa che ha colpito quella terra.
E’ più difficile immaginarsi come quegli Ovetti si siano sentiti.
Squassati nelle fondamenta senza capire il perché.
Noi, che abbiamo guardato tutto questo da lontano, abbiamo pianto per loro.

 

Domenica, a casa Ovetti, sono arrivati gli amici: due coppie e quatto bambini.
In casa si contavano alla fine tredici teste e tredici bocche la cui voracità era quasi sempre inversamente proporzionale all’età.
Una roba che è difficile immaginarsi ma che i vicini di casa hanno sicuramente sentito benissimo.
Una baraonda colossale con mega-grigliata di pesce che solo un sole troppo pallido non ha voluto benedire come l’inizio ufficiale della primavera a casa Ovetti.
E con conseguente accavallamento di impegni di ogni tipo che annualmente si ripropongono in primavera.
L’Ovetta, compresa nella parte della padrona di casa, ha giocato con la sua amichetta più grande e poi ha diretto i lavori per risistemare tutto con bravura esemplare.
Il Monno, finalmente in compagnia di un altro Ovetto maschio, ha corso a più non posso e si è divertito come un matto.
Pica, finalmente non più la più piccola del gruppo, ha stranamente socializzato con tutti e soprattutto con “…la bimba piccola non come me che sono grande… lei non ha neanche tre anni, vero papà?”

Ma papà Ovo e mamma Ova oggi avevano occhi solo per due di quelle Ovette ospiti.
Un anno fa (o forse prima), i loro genitori hanno cominciato piano piano ad allontanarsi tra loro e da lontano, impotenti, abbiamo assistito all’allargarsi di questa separazione.
Ieri queste bimbe hanno saputo che, tra poco, avranno due case e due genitori separati e che, in soldoni, la loro vita cambierà.
E noi non sappiamo capacitarcene.

Questa sera, in casa Ovetti, doppia dose di coccole per gli Ovetti.
Un po’ perché sono stati davvero bravi, un po’ perché ne avevano bisogno gli Ovetti grandi.

PS: Da settimana prossima promettiamo di tornare più allegri!

This Post Has 2 Comments

  1. Ci uniamo alle coccole sia ai grandi sia ai piccoli

  2. Brutti questi terremoti!
    Non ce ne si capacita.
    Si pensa a cosa si sarebbe potuto fare o dire….ma non c’è tormento che tenga.
    L’unica cosa che penso possa aiutare è confermare l’amicizia, la vicinanza, la solidarietà, l’amore a chi ha – probabilmente con molta fatica – preso una decisione così sofferta.
    Una penta- coccola a tutti voi
    Impe

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