Oratorio 2.0

La fine dell’anno scolastico dell’Ovetta ha automaticamente chiuso “l’annus scolasticus horribilis 2014/2015” (sin veda qui) caratterizzato dal fatto di avere 3 Ovetti in 3 plessi scolastici diversi con 3 orari d’ingresso e 3 orari d’uscita diversi: un incubo al cubo al quale mamma Ova e papà Ovo sono sopravvissuti egregiamente (con falsa modestia).

Incidentalmente però la fine della scuola ha anche portato gli Ovo genitori a dover organizzare per la prima volta il giugno dell’Ovetta: Ucas?… non esageriamo; lavori forzati minorili?… pare non sia legale; campus estivo prolungato da inizio giugno a fine luglio (con variante sportiva/inglese/ecologico/fattoria)?… economicamente sostenibile solo se il tuo cognome fa Agnelli, Rockfeller o simili.
Ecco quindi che all’orizzonte si presentava una novità assoluta in casa Ovetti: l’Oratorio.

Nella memoria di Papà Ovo, l’Oratorio era quel luogo frequentato per circa 6 ore una giornata del 1977 (o giù di lì).
In quell’esperienza papà Ovo aveva giocato, con soddisfazione, a “bandiera” per tutto il pomeriggio.
Poi qualcuno, forse il “capo dell’Oratorio” (molto più probabilmente il “Don”) aveva detto stop senza dare grandissime spiegazioni (ma rassicurando però i cuccioli che l’indomani si sarebbe giocato ancora). A papà Ovo quella spiegazione non sembrò sufficiente e decise che l’Oratorio non faceva per lui.

Ciò detto, due settimane fa l’Ovetta ha cominciato a frequentare il GREST (perché adesso non si frequenta più l’Oratorio,… nossignore… ci si iscrive al GREST….che è la stessa cosa ma mooolto più GGGIOVANE) e papà Ovo ha conosciuto un mondo nuovo.

1)        La catena di comando dell’Oratorio prevede: a capo supremo: Dio (e visto il numero di bimbi coinvolti serve decisamente il suo aiuto) – al secondo livello il Don – i primi riporti del Don sono 4 (solo probabilmente maggiorenni e a capo delle 4 squadre) – poi i luogotenenti (sono una dozzina e decisamente non maggiorenni) e infine gli aiutanti (sono un numero imprecisato, sempre variabile di giorno in giorno e per quanto riguarda l’età… si accetta qualsiasi cosa riesca a deambulare senza pannolino).
2)        Stante una catena di comando così organizzata, papà Ovo si aspettava un numero esagerato di bimbi… e in effetti è un numero esagerato… molto esagerato… troppo esagerato…. esageratissimo… un numero compreso tra gli 800 e i 900 bambini !!! (Papà Ovo non si capacita di quanti bimbi esistano nell’Ovetti-town).
3)        Al mattino, quindi l’Ovo genitore di turno accompagna l’Ovetta che entra strusciando il proprio badge (!!!… si, all’oratorio si usa il badge!!!). Qui si palesa un ampio spiazzo totalmente cementificato con un nugolo di bimbi vocianti e correnti (il paradiso del Monno che una volta ha accompagnato l’Ovetta e che da allora aspetta di poterci andare anche lui… tra due anni); dieci minuti dopo i cancelli verranno chiusi e nulla si saprà (meglio così) sino al pomeriggio.
4)        L’Ovetta canta e balla l’”inno” dell’oratorio e poi viene indirizzata al laboratorio del giorno. Seguirà la mensa con abbondante e variegato menù (“Papà oggi ho mangiato la pastasciutta ma era pochina”, “Ah! E ieri?” “Pastasciutta” “Ah. E il giorno prima invece…” “Pastasciutta” “Ecco, appunto”) e una serie di giochi tutti insieme, perfettamente previsti dalle ore 14 in poi in modo che “l’effetto forno” dell’ampio piazzale cementificato possa esprimere tutto il proprio potenziale sotto il cielo assolato di giugno.
5)        Dopo che l’Ovetta ha strusciato il proprio badge un paio di volte onde potersi pagare un paio di granite “salvavita” dall’esoso costo di 0,50 € /cad. (0,75 la versione deluxe), il genitore di turno recupera quindi la cucciola (o quel che ne resta) appena il cancello viene aperto. E ovviamente il cancello permette a chicchessia di recuperare gli Ovetti… uno qualsiasi… non necessariamente il proprio…

Mamma e papà Ovo altresì hanno anche realizzato che la vita oratoriana non poteva essere così semplice, ma implicava una certa dedizione e pazienza anche da parte dei genitori.

Tralasciando l’oretta e mezza di coda fatta a maggio da mamma Ova sotto un’acquazzone battente per iscrivere la cucciola all’oratorio ed ottenere avere il badge con foto, bisogna :
1)        fare una lunghissime code per caricare il badge (servirà all’Ovetta per accedere alle “granite salvavita” di cui sopra).
2)        andare su apposito sito web, inserire le credenziali, assicurarsi di avere sufficientemente credito (di cui al punto 2) e quindi iscrivere la cucciola alla mensa giornaliera onde poterla sfamare a suon di pastasciutta… o pastasciutta… o pastasciutta.
(pregasi notare che, nell’apposito sito, vi è una sezione totalmente dedicata all’infermeria: … il piazzale cementificato… i 30°C del giugno brianzolo… i 900 bambini scalmanati…tirate un po’ voi le somme…)

Ma, cosa che ha lasciato basiti gli Ovo genitori,…
3)        serve andare sullo stesso apposito sito di cui al punto 2) per iscrivere la cucciola al laboratorio giornaliero con una incredibile e variegata scelta che comprende (tra gli altri): beach volley – pallavolo – calcio – basket – pattinaggio – scherma – pesca – atletica – football americano – sudoku – tangram – sassi dipinti – braccialetti intrecciati – cucito (borsetta) – cerchietti decorati – bocce – rugby – teatro – musica – party dance – balletto – biglie – piscina – etc…etc…

Che dire… Complimenti!

Ma ciò che conta è che l’Ovetta, solitamente timida e pacata, ne è entusiasta, e quindi lo sono anche mamma e papà.

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This Post Has One Comment

  1. Evviva l’oratorio!!!
    Da quest’anno tutti e tre presenti: dalle 8.30 alle 18.00.
    Qui in periferia il campo in catrame è sostituito da un elegante distesa in terra polverosissima, effetto mandria di bisonti,
    Il badge??????? Con pure la foto???? Un cartoncino colorato con scritto a mano nome e cognome che viene punzonato ad ogni merenda.
    Voi della brianza siete troppo avanterrimi!!!
    Evviva l’oratorio e i bambini stanchi, sporchi ma felici che escono succhiando la granita – gusto cola, possibilmente!!!!!

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