Ovetta Jones e l’ultima ricotta

Quest’anno le tradizionali e molto attese gite scolastiche degli Ovetti grandi si sono svolte una dietro l’altra. Prima l’Ovetta è stata accompagnata dal CAI in montagna mentre il giorno successivo il Monno ha fatto visita ad una fattoria.

Dopo aver recuperato gli Ovetti rientranti dalla gita, arruffati e stropicciati più che mai dalla giornata, ma con un sorriso stampato in faccia e lo sguardo perso, a cena gli Ovo genitori hanno domandato al cucciolo gitante come era andata, cosa era piaciuto di più …

L’Ovetta.
“La giornata è stata molto bella, non ha vomitato nessuno… ma sono stanchissima.
Ho camminato tantissimo, il pullman era bellissimo… e sono stanchissima.
Ho visto delle cose molto belle… ma sono stanchissima.
Sono venuti quasi tutti i miei compagni… e sono tutti stanchissimi”
“Sì, direi che è chiaro Ovetta. Ma cosa ti è piaciuto di più?
“Quando abbiamo attraversato il fiume ma non c’era un ponte ed era difficile perché potevi cadere dentro e allora tu dovevi… aspetta che ti spiego meglio…”
L’Ovetta butta i cuscini per terra e poi, aggrappandosi alle sbarre del lettino di Pica salta da un cuscino all’altro.
“Vedete: ecco c’erano dei sassi come questi cuscini ma molto molto più piccoli, e poi c’era una catenella e ti dovevi aggrappare e poi dovevi saltare da un sasso all’altro.
E se sbagliavi a saltare o se non ti attaccavi alla catenella allora rischiavi di cadere nel fiume ed era pericoloso perché ti bagnavi tutta e magari il fiume ti portava via!”
Monno e Pica trattengono il fiato dinnanzi al racconto di loro sorella aggrappata alle sbarre del lettino tra un cuscino e l’altro: Ovetta-Jones è comunque sopravvissuta (e con lei anche il resto della classe).
Poi, alcuni giorni dopo un raro reperto fotografico immortala il temibile guado proprio sopra le tremende rapide del più imponente tra i Rio brianzoli.

classe prima 2014-15 382
Il Monno.
“La giornata è stata molto bella, ha vomitato solo una bambina ma non del mio fiocco e io ho fatto la ricotta ma “quella di una volta”.
Alcuni bimbi hanno munto la mucca, io sono stato su un pullman bellissimo e ho fatto la ricotta ma “quella di una volta”.
Poi altri bimbi hanno fatto i biscotti mentre io ho fatto la ricotta ma “quella di una volta”.
“Sì, direi che è chiaro Monno ma spiegami una cosa: come si fa la ricotta? Ma “quella di una volta”?
“Allora… ecco… adesso te lo spiego…”
Il Monno parte con un pistolotto enciclopedico alla fine del quale un breve riassunto esaustivo può essere così trascritto:
Ricetta del Monno per la ricotta “quella di una volta”
Ingredienti
1)        il latte della mucca
2)        un cestello lungo fino a qua
3)        un bicchiere
4)        un cucchiaio di carta
5)        un piatto… anzi no.
Procedimento
Prendere il latte della mucca e cuocerlo per un’ora e mezza.
Poi metterlo in una botte bianca dove riposa.
Quando è pronto si mette nella brocca e si gira, si gira, si gira.
Con il cucchiaio lo mettiamo nel bicchiere e poi dal bicchiere lo rovesciamo nel cestello … quello lungo… vedi… si fa così (pregasi usare un minimo d’immaginazione).
Dal cestello lungo si travasa in quello corto e poi arriva il momento difficile: tutti quelli che sono nella stanza devono contare ad alta voce fino a tre e tirare via il cestello.
E così è venuta la ricotta… ma quella di una volta però!

“Monno, toglimi una curiosità, ma come riconosci se è una ricotta normale o se è “quella di una volta”?”
“Quella di una volta può stare anche tre giorni e non va a male!”
“Ah! Capisco.” (beninteso, a casa Ovetti la ricotta portata a casa dal Monno è durata circa tre minuti…. Debitamente sbafata dai tre Ovetti).

Tra due settimane toccherà a Pica. Gita in una fattoria e festa del “diploma di asilo nido” in contemporanea.
Sarà presente per la grande occasione tutta la famiglia.

E chissà che racconti originali usciranno a cena, dal vocabolario bizzarro e frizzante di Pica, per descrivere la sua giornata!

This Post Has 2 Comments

  1. Splendidi racconti e ancor più splendida fantasia!

  2. I ruscelli brianzoli fanno un baffo al Rio delle Amazzoni!! Che scherzate?!?!
    Si vede benissimo la pericolosità della corrente!!!
    Bravissima e coraggiosissima l’Ovetta!!
    Anche noi abbiamo gustato formaggi caserecci dopo le uscite in fattoria.
    Anzi, vi dirò di più: una volta siamo anche andati a comprare in caglio in farmacia – per poi fare il nostro formaggio fatto in casa.
    ….mai fatto, però……per fortuna della nostra flora intestinale!!
    Impe

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