Attori si nasce

Giovedì, come ormai ogni anno, è il giorno prescelto per l’annuale recita natalizia dei bimbi della scuola materna.
Quest’anno la famiglia Ovetti si presentava con il solo Monno a fare da protagonista; in compenso per la prima volta in platea si presentavano Pica, nonno Motore (solitamente relegato al babysitteraggio) e la pluri-esperta Ovetta. Andiamo con ordine.

Lunedì
“Monno, giovedì c’è la recita. Ma le canzoni le sai?”
“Certo.”
“Per esempio?”
“C’è quella che fa …. Na n ana na…n ana n ana… Mamma, sentiamola anche a casa, così la imparo bene.”
“Mmmm…. Ok, le sentiamo qualche volta anche a casa in questi giorni.”
Ed è per questo che tutti i nostri vicini di casa hanno sentito per tutti i pomeriggi di questa settimana sempre e solo la stessa colonna sonora uscire da casa nostra….

Martedì
“Mamma, ma io proprio non la faccio la recita?”
“Ehmm… no tesoro,… la recita è una cosa che si fa alla scuola materna e tu ormai sei grande (non è vero! Non è vero, si potrebbe fare anche alla scuola elementare ma non vogliono!!!! …. Però non te lo posso dire).”
“Ah. Peccato.”
Ed è per questo che l’Ovetta ha masticato amaro per tutta la settimana… Però cantando, cantando e ballando le canzoni della recita del Monno.

Mercoledì
“Papà! Sono andato a fare le prove ieri! E torno anche domani mattina!”
“Grande Monno! Ti sei divertito? E sei pronto? Le sai le canzoni?”
“Sì, papà! E’ stato molto bello. Sono pronto. Senti questa canzone:  Na n ana na…n ana n ana, poi c’è un pezzo che non mi ricordo…”
“Tranquillo Monno, le mettiamo su anche tutto oggi pomeriggio e stasera e vedrai che le saprai benissimo…”

Poi è arrivato il gran giorno.

Ore 15.45
Mentre papà Ovo prelevava il Monno (pardon… l’attore) dalla scuola materna per portarlo a casa onde poterlo rifocillare e farlo passare per le mani dell’addetta costumista (mamma Ova), le Ucas partivano in direzione teatro. Dato che il teatro dista da casa di nonna Clava circa 10 minuti scarsi e stante l’evento con inizio alle ore 17.00, è facile calcolare che davanti al cancello del teatro cittadino due nonne stavano bivaccando già 70 minuti prima dell’evento. Certi adolescenti per gli One Direction si muovono con meno anticipo….

Ore 16.15
Papà Ovo, il Monno e Pica (appena svegliata, obbligata sul vasino di fretta e furia e quindi giustamente irritata) escono da casa Ovetti in direzione teatro; contemporaneamente mamma Ova si fionda a recuperare l’Ovetta all’uscita di scuola. (Pregasi notare che all’Ovetta era stato dato il dictat di scattare in pole position allo scoccare della campanella… ognuno deve collaborare). Intanto le due Ucas aggrappate ai cancelli resistevano agli attacchi delle coscritte nel frattempo giunte (con insolente ritardo) sul posto.

Ore 16.30
L’ingresso secondario del teatro, ufficialmente il luogo adibito al passaggio di consegna degli attori dai genitori alle maestre, si rivela una bolgia.
Papà Ovo con una mano tiene il Monno, con l’altra Pica, con l’altra cerca di togliere il giubbotto al Monno, con l’altra cerca di non perdere sciarpa e cappello dell’attore, chiaramente c’è qualcosa che non torna ma il momento è concitato.
Avvista la maestra e vorrebbe gettarle addosso il Monno… ma si accorge che è la ex-maestra dell’Ovetta e non può; poi, sbatte contro la maestra giusta, non gli pare vero: “Forza Monno! Divertiti!” e il pacco (pardon il figlio… e per altro quello giusto) è consegnato alla maestra (quella giusta pure lei!).
Nel frattempo Pica guarda tutto con la faccia come a dire “Ma cosa succede? Vi ricordo che ho due anni, mi hanno già pestato il piede in dodici e vorrei quasi quasi un biscotto… tanto per stare buona”.
Dall’altro lato del teatro intanto hanno aperto i cancelli e nonna Clava scatta per il foyer. Alla fine sarà una quinta fila. L’anno scorso era stato meglio… ma quest’anno bisogna anche dire che i posti da accaparrarsi erano parecchi: praticamente la famiglia Ovetti colonizza la quinta fila con otto poltroncine riservate.

Ore 16.45
Mentre Pica comincia ad ambientarsi ecco che arrivano anche mamma Ova e l’Ovetta con la faccia di chi è proprio contenta … ma intimamente vorrebbe tanto esser dall’altra parte del sipario….

Ore 17.00
Comincia lo spettacolo. Le luci si abbassano. La musica si alza di volume. L’Ovetta (ma anche tutti gli altri) guardano con sguardo sognante in attesa di vedere ognuno il proprio Cary Grant o la propria Audrey Hepburn in erba.
Pica spalanca la bocca e così rimarrà per tutta la durata della recita.
Poi, ad un certo punto, ecco che in scena entrano i pasticceri.
Tra loro un Monno con la faccia più stranita del solito.
Diciamo che la sua è stata una performance molto introspettiva, condita con espressioni estremamente differenti tra loro; difficile da spiegare: forse le foto qua sotto spiegano meglio…

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Ma quando poi il Nostro sta per lasciare la scena ecco he Pica scatta in piedi sulle gambe di mamma Ova e urla rivolta al palco: “Lollo! Qua! Lollo vieni!” (Monno, fratello mio! Vieni qua con noi! Ma cosa ci fai lì sopra, orsù unisciti a noi, stiamo guardando uno spettacolo bellissimo!!!).

Applausi.

Infine, poco dopo, gran finale con tutti i duecento e passa bimbi sul palco e lì, incredibilmente, anche il Monno si è sciolto un po’, mano nella mano con il suo amico di giochi si è lasciato andare, ha scherzato, ha sorriso (!!!) e ha pure cantato (finalmente) le canzoni dello spettacolo!

Trionfo, tripudio, sipario, luci in sala.

Giovedì sera
“Monno, ti sei divertito?”
“Sì, moltissimo. Ho fatto tutto giusto… o almeno mi pare.”
“Sei stato bravissimo, vero Pica?”
“ee…ee… Lollo qua.” (Sì, certo, cionondimeno sarebbe stato più saggio avesse visto lo spettacolo in nostra compagnia)
“Sì però…”
“Che c’è Ovetta?”
“Anche se lo spettacolo è finito noi possiamo sentire ancora le canzoni, vero?”

Pica, il Monno, l’Ovetta, mamma Ova e papà Ovo augurano a tutti voi un felice Natale
(per quanto ci riguarda… lo passeremo cantando….).

This Post Has 4 Comments

  1. Monno sei stato bravissimo: forse avrai pensato che l’arte del pasticcere e’ più concreta di quella del teatro!

  2. Buona la prima!!
    I primi anni di asilo del grande anche noi avevamo il problema dell’accaparaggio posti – una tragedia, scene da vietare ai minori!
    Abbiamo proposto alle insegnanti di dare posti assegnati: così è stato fatto!
    Ogni famiglia ha a disposizione tre posti, le ultime file sono libere.
    Tutto decisamente più ordinato e organizzato!
    Buone feste canterine anche a voi cinque!
    Impe

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