Piano B

Qualche volta è successo… ma eravamo preparati ed organizzati; questa volta no.

Quando nell’aria di casa Ovetti c’è sentore di gastroenterite (parolone altisonante il cui significato richiama alla memoria vomitini di qua e di là, cuccioli prostrati e piangiolenti, mega ricambi di lenzuola impiastricciate in modo inenarrabile) alla sera, prima di andare a letto avvengono le seguenti procedure in caso si debba attuare il piano B.
1) trasferimento del tappetone (enorme tappeto basso disclocato in pianta stabile in cameretta che funge da base per i giochi ormai dal lontano 2008) in salone;
2) trasferimento del piumone di riserva dall’angusta controsoffittatura al salone di cui sopra;
3) tappezzamento del pavimento intorno al letto con asciugamani vari in modo da poter “tamponare” in regime di massima emergenza.
(Pregasi notare che nè il tappetone  e nemmeno il piumone sarebbero raggiungibili in piena notte… almeno a non voler svegliare gli Ovetti dormienti; il che, come sa bene chi ha Ovetti per casa, è assimilabile ad un suicidio collettivo).
In questo modo il salone di fatto viene trasformato in una specie di hangar dove risulta stipato tutto l’equipaggiamento necessario al piano “B”; e poi, nel bel mezzo della notte, di solito avviene il patatrack.
“MAMMA !!! PAPA !!! STO GOMITANDO !!!”
E via con la prima scapicollata giù per le scale…. Con il primo cambio lenzuola… con il tranquillizzare il cucciolo… fino a tornare tutti a nanna…
Poi, di solito una mezz’oretta dopo…
“MAMMA !!! PAPA !!! STO GOMITANDO !!!”
E via con la seconda scapicollata giù per le scale…. A cui segue il secondo cambio lenzuola… e quindi… scatta il piano B.
Mentre mamma Ova si porta il cucciolo nel lettone (e di solito si becca la terza GOMITATA prima finalmente di riuscire a dormire), papà Ovo stende il tappetone, si mettesopra il piumone, e si riaddormenta, magari non comodissimo ma… niente male.

Ecco, di solito va così, e di solito a star male è l’Ovetta.
Di solito.
Ma martedì scorso, alla sera, non c’era sentore di tutto questo ed il patatrack, nel bel mezzo della notte, l’ha portato il Monno.

Dopo la prima GOMITATA, e dopo la seconda GOMITATA è scattato il piano B.
Solo che nè il tappetone e neppure il piumone erano disponibili.
Il maschio alfa di casa Ovetti non ha battuto ciglio e, buttatosi addosso una copertina si è steso sul divano per il resto della notte.
All’alba, quando prima ha cercato di far tornare il sangue in circolazione e quando poi ha cercato di uscire dalla buca in mezzo al divano, quando ha cominciato a sentire male ovunque e quando infine è riuscito ad aprire un occhio e capire che nessun tir l’aveva travolto (eppure sembrava proprio di sì); ecco allora ha realizzato che il tempo di dormire su un divano ikea più corto di lui e vecchio di 12 anni è definitivamente ed ineludibilmente tramontato.
Poi, mentre ancora cercava di capire se il viaggio programmato per quella mattina fino a Pescara sarebbe stato alla sua portata, ha fatto ingresso in cucina mamma Ova, pardon… quello che rimaneva di mamma Ova.
Da dietro due occhiaie da tossicodipendente in astinenza ha scandito la seguente sequenza:

ore 3.01 Il Monno pianta la testa tra le costole di sua madre.
ore 3.10 Il Monno si alza diritto e dice “mi fa male il pancino”  e dà il via al terzo esorcismo.
ore 3.25 Il Monno cambia posizione e allarga le braccia centrando in pieno sua madre.
ore 3.34 Il Monno decide di mettersi a cantare (dormendo ovviamente).
ore 3.45 Il Monno ricambia posizione e infila i piedi nel costato della madre.
ore 3.57 Il Monno si siede improvvisamente sul letto.. la madre si allarma e scatta in piedi “tutto bene????”, lui si piega a libro e si risdraia dopo un carpiato di 180° che l’ha portato ad avere la testa al posto dei piedi e viceversa (sempre senza svegliarsi).
ore 4.09 Il Monno decide che ha caldo e si scopre completamente (…non geniale visto che hai appena vomitato).
ore 4.13 Il Monno chiede, dal profondo del suo sonno, “ma dove fazzamo l’inglese questa settimana?”
ore 4.32….ore 4.41…. e così via fino alle 7.30 quando per la disperazione decide di porre fine al supplizio svegliandolo.

Mercoledì mattina.. casa Ovetti… colazione.
“Ovetta, hai dormito bene?”
“Eh… non tanto; mi sono svegliata quando il Monno è stato male.”
“Già, capisco.”
“E tu papà?”
“Eh… non tanto nemmeno io… il divano non è per niente comodo sai.”
“E tu mamma?”
“Eh… non tanto nemmeno io tesoro… sai non è facile dormire di sopra con  tuo fratello.”
“Ehi tu, Monno? Hai dormito bene?”
“Sì, abbastansa bene. Grassie. Posso avere ancora un po’ di lattozzo?”

Ci sono momenti in cui piangere è consentito.

This Post Has 2 Comments

  1. …non ce la posso fare… ho le lacrime agli occhi dalle risate. So che sarebbe inopportuno, ma queste son scene che mi ricordano qualcosa. A parte L’Esorcista, intendo.
    Spero in una serie di notti ristoratrici. Per i due stracci di genitori, intendo.

  2. Ciao! Arrivo dal blog firmatocarla e anche io mi unisco al lacrimare dalle risate! E mi unisco ancora di più a quell’orda di zombi che siamo noi genitori post notti bianche causa piccoli in avaria. Rido e piango con te. A presto,Fabiola.

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