Ovovia in Tunisia

Lunedì.
Il Monno si presenta in ospedale per la visita agli occhietti.
“Buongiorno” si presenta il dottore.
“Buonzorno, mi chiamo Monno e zo gli occhi belli” di rimando il cucciolo.
Il dottore abbozza.
Segue giornata di gioco e coccola totale con la mamma e conseguenti goccine (collirio) serale.

Martedì.
Il Monno si presenta all’ingresso del suo fiocco dopo la giornata di festa-extra. Ad accoglierlo la maestra.
“Ciao Monno, tutto bene ieri?”
“Zao maestra, sì sì, tutto bene. Il dottole ha detto che zo gli occhi belli ma lo zapevo già.”
Poi senza soluzione di continuità si riappropria del suo ruolo all’interno del fiocco, lasciando maestra e papà Ovo ai loro inutili convenevoli.
In serata la giornaliera storia del mappamondo porta papà Ovo a raccontare la regione del nord Africa tra Egitto, Algeria, Marocco e Tunisia.
“Ho capito!” afferma il Monno.
???
“In Tunisia costruiscono l’ovovia, vero papa?”

Mercoledì.
A mamma Ova arriva un terribile sms da parte di una mamma di un’Ovetta, compagna di classe. Testuale: “Mia figlia ha ospiti in testa.”
Mentre mamma Ova e papà Ovo cominciano a grattarsi ovunque e già pensano a disgustose serate passate a “spulciarsi” reciprocamente in testa a mò di babbuini. La reazione degli Ovetti è la seguente: per il Monno non c’è da preoccuparsi… “tanto anche nel focco rosso ci zono stati i pidocchi”, per l’Ovetta non bisogna preoccuparsi… “adesso capisco perché l’Ovetta A. ha passato l’intera giornata a grattarsi”, per Pica non c’è da preoccuparsi … l’importante è avere davanti un bel piatto di pastasciuttta da mangiare.
Ognuno ha il proprio modo di reagire di fronte alle emergenze.

Giovedì.
L’Ovetta affronta una lezione gratuita di prova di mini-mini-basket.
Superata la prima incomprensione sul concetto di “possesso di palla” (no Ovetta, non si intende che la palla la devi tenere sempre e solo tu), la piccola sviluppa un modo tutto suo di palleggiare: la palla rimbalza davvero contro il terreno spinta dalla sua manina (palleggia davvero, insomma) ma contemporaneamente anche l’Ovetta saltella su e giù…. In pratica si assiste ad una sincronia perfetta di Ovetta+palla che vanno su e giù per tutta la palestra:  tecnica migliorabile.
“Monno… vuoi provare anche tu?” chiede mamma Ova ad un Ovetto relegato sugli spalti.
“No mamma, zono toppo basso” risponde un treenne conscio dei propri limiti.

Venerdì.
Come ogni venerdì, mamma Ova si alza presto al mattino e lascia a papà Ovo l’intera gestione del pre-scuola.
Solo che questa volta, causa pericolo pidocchi, papà Ovo si vede incaricato di affrontare un arduo compito: fare i codini in testa all’Ovetta.
L’operazione prevede il maschio alfa di casa Ovetti coadiuvato dal Monno (assistente e passatore di codini) operare con grandissimo sangue freddo per realizzare due… cosi… che in qualche modo tengono insieme i capelli della cucciola; ovviamente niente di simmetrico… ovviamente con ciocche anarchiche che si rifiutano strenuamente di aderire al progetto “codini”.
All’arrivo in classe la maestra P., colta da senso di pietà, mette mano alla testa della cucciola dandole un senso compiuto.

Sabato.
Per un’incomprensione tra i genitori di casa Ovetti, Pica s’ingurgita ottanta (diconsi ottanta !!!) grammi di pastasciutta.
Quando i due se ne rendono conto, sgranano gli occhi in direzione della cucciola la quale sfoggia il suo più bel sorriso a cinque denti spaiati quasi a voler ringraziare di cotanto ed inatteso regalo.

Domenica.
5 minuti di paura per Pica.
Dapprima l’Ovetto L., un anno e mezzo ben pasciuti, decide di sdraiarsi sopra di lei in tutto il suo peso. L’Ovetta fa da messaggero a mamma Ova e papà Ovo: “L’Ovetto L. sta sopra Pica, qualcuno lo fa scendere?”
In seguito l’Ovetto L. decide di entrare in bagno proprio mentre Pica è seduta sul suo vasino rosso.
Probabilmente accortasi di non aver possibilità di fuga dinnanzi al bruto ed ancora prima che lo stesso possa muovere un muscolo, la cucciola opta per un urlo straziante in modo che tutti i genitori di casa accorrano in suo aiuto: la tecnica riesce.
Infine, fatto uscire il pericolo numero uno dal bagno, la piccola si concentra di nuovo sul fare la pipì nel suo vasino rosso… ma qualche cosa va storto e la si ritrova cinque minuti dopo sdraiata per terra, pancia sotto, culetto all’aria, vasino rovesciato.

Proprio cinque minuti difficili… ma in fondo una settimana tranquilla.

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