13/07/10 #2

(segue)

Appena le porte delle sale parto si sono spalancate lui ha iniziato ad aggrovigliarsi e li mi è venuto in mente cosa fosse mancato in questa giornata: non avevo fatto colazione!
Niente, ne caffè, ne biscotti, ne un pezzo di torta, non una briciola, nulla!
Lo stomaco, all’unisono con l’ingresso in sala parto, si è prima ritratto, poi ha fatto un carpiato a 360 gradi, infine si è annodato; contemporaneamente un’arsura sahariana si è impossessata della mia gola; all’esterno nulla era visibile.

Il donnone ci ha portato prima in una saletta, poi in un’altra ancora e li ha detto a Mamma Ova di prepararsi.
Io, non sapendo bene come tenere a bada il mio stomaco ho cominciato a guardarmi qua e la; strano a dirsi non c’erano briochine in giro; poi, in un briciolo di ritrovata lucidità, ho chiesto al donnone che cosa intendesse prima parlando di “calo”
“Il bimbo ha diminuito un po’ i battiti, sintomo di una lieve sofferenza, nulla di preoccupante”
(Il nodo allo stomaco si è fatto più stretto, datemi una tonnellata di san pellegrino)

Poi, d’improvviso, come cavalcando un destriero bianco, ecco entrare l’eroe, colui che tutto può: si aprono le porte ed entra il gine-boscaiolo, non di camicia a scacchi vestito, giammai!, non di timberland calzato, suvvia! Entra con lo sguardo truce di chi sa che quello è il suo momento, verde nel camice, e zoccolato ai piedi come ogni dottore che si rispetti.
(Io, dal canto mio, decido di far intonare la mia faccia al colore del suo camice e sogno brioblu…liscia o gasata poco importa)
Il gine boscaiolo non perde tempo, comanda un paio di attrezzi al donnone, saluta mamma Ovo, si concentra nella sua parte e mi chiede se posso dar da bere a mamma Ova…… ho capito bene? “Si! Certo! Adesso le do da bere!” (avanzerà un goccetto vero?), ma il carogna-gine-boscaiolo sa il fatto suo: appena mamma Ova finisce di bere cominciano le contrazioni, quelle forti:

“AHHHH” fa Mamma Ova.
“Galosch” fa il mio stomaco.
“Versamela giù” suggerisce la mia gola alla mia mano che stringe la bottiglia in mano.
“AHHHH” ri-fa Mamma Ova.
“Galosch” ri-fa il mio stomaco.
“Versamela giù, porc…!!!” suggerisce con vigore la mia gola alla mia mano che stringe la bottiglia in mano.
“AHHHH” ri-ri-fa Mamma Ova
“Galosch” ri-ri-fa il mio stomaco
“Lei cosa sta facendo?” interrompe la routine il donnone.
La guardo perplesso…
“No! Dico? non sverrà mica? E’ bianchissimo”

“No, non vorrei proprio… sa …. Avrei un po’ sete … molta….”
(Avrei anche fame, ho uno stomaco che ha fatto nodi vari su se stesso e una sudorazione azzerata, ma Signora, lo so che non è il momento per esternarle tutti i miei stati d’animo)
“Beh, veda di non darci problemi”.
Mi giro verso mamma Ova,… un fulmine di sguardo mi colpisce.
“VERSALA GIU’ !!!” intima la mia gola alla mia mano che stringe la bottiglia in mano.

Poi, tutto avviene in un attimo: porto l’acqua alle labbra, bevo, sento un tenue rossore riaffacciarsi sulla mia pelle, addirittura mi sembra che lo stomaco abbia allentato un pelo la presa, torno a guardare davanti a me, in direzione del gine-boscaiolo e li, tra le sue mani, ora c’è la faccia di un bimbo, non piange, non ancora, ha gli occhi chiusi ed è paffutissimo, due brufoletti ed un mare di capelli scuri.
Dietro a me l’orologio stampa la sua informazione: sono le 8 e 40, meno di due ore fa stavo dormendo tranquillo nel mio letto, meno di un minuto fa l’Ovetto non era ancora nato, in questo preciso momento il mio stomaco non ha più alcun nodo.

(segue)

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